Point of View

Decarbonizzazione: per le aziende non solo un bisogno, ma una opportunità di crescita

Intraprendere un percorso di transizione energetica verso il Net Zero è un’occasione sia per conservare la propria competitività che per aprirsi a nuovi mercati. Dipende non solo dai consumatori che, sempre più, preferiscono prodotti e servizi green, ma anche dal fatto che la transizione energetica è diventata oramai un’esigenza di breve termine, sostenuta da pressanti fattori politici, ambientali ed economici. Ecco quali e perché è un vantaggio decarbonizzare

Pubblicato il 27 Giu 2023

fonti-rinnovabili

Investire nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica, nelle tecnologie green e nell’economia circolare permette alle imprese sia di ridurre le emissioni climalteranti e la spesa energetica, a vantaggio della propria competitività, sia di migliorare la propria reputazione aziendale, ponendosi come soggetto attento ai temi della sostenibilità.

La transizione energetica si è trasformata da indirizzo di politica industriale di lungo termine in esigenza di breve periodo. Per riuscire a metterla a terra in modo efficace, garantendo una sostenibilità a 360° gradi, sia ambientale che economica, è necessario compiere un percorso che si compone di un mix di soluzioni che bilanciano investimenti con un ritorno di breve periodo, come il fotovoltaico, con altri più impegnativi e a più alto impatto di decarbonizzazione, ma dai ritorni prospettici, come l’idrogeno”, dichiara Giancarlo Russo, Head of Sales Sales&Development Industry di Edison Next, l’azienda del gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di transizione energetica e che propone la soluzione end-to-end Road to Zero, per accelerare la strada verso la decarbonizzazione delle aziende.

L’obiettivo cui puntare è il Net Zero, vale a dire la progressiva riduzione delle emissioni climalteranti fino a centrare il target emissioni zero. Un concetto spesso confuso, a torto, con quello di Carbon Neutrality, approccio orientato a compensare, anziché a ridurre, le emissioni di una data azienda o attività.

Perché la decarbonizzazione conviene alle aziende

Gli stimoli verso una scelta orientata a una maggiore sostenibilità sono diversi. Il primo input viene dall’alto, dalla politica e dalle scelte normative.

L’attenzione di Bruxelles verso i temi del cambiamento climatico e della decarbonizzazione è andata crescendo nel corso degli ultimi anni. Tramite strategie macro come il Green Deal e il Fit for 55, l’Unione Europea, con tutta la sua legislazione di recepimento e attuazione, sta portando avanti una rigida roadmap normativa per fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e trasformare radicalmente economia, energia e società.

Il ruolo di primo piano dell’Europa nell’orientare le politiche globali a favore di una maggiore attenzione al clima è stato sottolineato di recente anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Intervenendo il 23 marzo all’incontro con i Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati Membri, Guterres si è riferito alla situazione climatica ormai drammatica fotografata dall’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). “Siamo vicini al punto critico. Abbiamo bisogno di un’agenda di accelerazione e ancora una volta contiamo sulla leadership dell’Unione Europea in questo senso”.

Il contesto regolatorio e normativo riflette l’altra spinta alla decarbonizzazione, proveniente dal basso, cioè dai consumatori. Come dimostra lo studio condotto da McKinsey e NielsenIQ, focalizzato sul comportamento di spesa degli utenti statunitensi, intraprendere un percorso di decarbonizzazione per le aziende rappresenta “non solo un imperativo morale, ma anche una solida decisione commerciale”, avendo l’opportunità di risultare maggiormente attrattivi verso i consumatori, oggi sempre più propensi a preferire prodotti “green”.

Spostando il focus dagli USA all’Italia il risultato non cambia: come dimostra una ricerca condotta da SAP, l’attenzione alle questioni ambientali e sociali influenza positivamente il consumatore, orientato a favorire aziende che pongono attenzione alla riduzione dell’impronta di CO2.

Ma l’orientamento dei consumatori non è l’unica leva che dovrebbe indurre le aziende a voler intraprendere il percorso di decarbonizzazione. Per l’impresa, infatti, ridurre le emissioni comporta diversi vantaggi, in primo luogo economici.

Il prezzo delle quote di CO2 nel periodo 2018-2022 è aumentato di circa il 400% e, in base alle previsioni, continuerà a crescere nei prossimi anni. Lo stesso vale per i costi dell’energia, soggetti, come non mai in questo periodo, a un’elevata volatilità.

Puntare su soluzioni green, dagli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, all’investimento in green tech, permette quindi all’azienda di ridurre l’esposizione alle fluttuazioni dei prezzi delle utilities, stabilizzando i costi dell’energia verso livelli inferiori a quelli di mercato.

Un altro stimolo alla sostenibilità deriva dalla maggiore inclinazione di banche e istituti finanziari a investire in aziende green, alla luce della maggiore resilienza e sostenibilità dei loro modelli di business.

Detto in altri termini, non decarbonizzare costa ora e costerà sempre di più nel medio e lungo periodo. Di conseguenza, le aziende che non scelgono di decarbonizzare consumi e produzione rischiano, non solo di rimanere fuori dal mercato, ma si precludono la possibilità di aprirsi a nuovi business.

L’importanza degli standard internazionali

Le attività che le aziende intraprendono in termini di riduzione delle emissioni possono essere certificate attraverso standard internazionali come SBTi (acronimo di Science Based Target initiative), lo standard che fornisce linee guida alle aziende per intraprendere un percorso di decarbonizzazione tendente al Net Zero, o come CDP (acronimo di Carbon Disclosure Project) organizzazione non profit internazionale che fornisce a imprese, autorità locali, governi e investitori un sistema globale di misurazione e rendicontazione ambientale e assegna alle aziende un rating sulle proprie emissioni di CO2 spendibile sul mercato.

“Intraprendere un percorso di decarbonizzazione certificato attraverso enti e standard internazionali rappresenta non solo un elemento di differenziazione, ma un vero e proprio plus che, non solo permette di mantenere le posizioni sui mercati di riferimento, ma consente anche di aprirne di nuovi”, sottolinea Giancarlo Russo, Head of Sales Sales&Development Industry di Edison Next, società del gruppo Edison che attraverso la soluzione Road to Zero propone un percorso verso il Net Zero che, partendo dalla misurazione della carbon footprint, definisce e realizza una roadmap efficace per raggiungere i target di decarbonizzazione in linea con gli standard Sbti, facendo leva su un mix di soluzioni e tecnologie innovative che garantiscono la sostenibilità ambientale e la competitività dell’azienda nel tempo.

Non è un caso che migliaia di imprese stiano portando avanti un percorso di riduzione delle proprie emissioni certificato sulla base degli standard SBTi. Per la precisione sono quasi 5.000 le attività imprenditoriali che hanno intrapreso azioni in tal senso, come si legge nella dashboard SBTi.

Nel 2021, 370 aziende italiane hanno effettuato la disclosure dei propri dati emissivi per dimostrare che stanno riducendo il loro impatto ambientale.

Alla luce di questo attuale scenario regolatorio, economico e sociale, è evidente come avviare un percorso di decarbonizzazione non sia solo una scelta legata alla necessità di migliorare la sostenibilità ambientale dell’azienda e ridurne la spesa energetica, ma anche una questione di opportunità di business e un’imperdibile occasione di crescita.

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Marta Bonucci

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