Produrre l’energia necessaria alla realizzazione di farine e oli derivati da semi oleosi in un’ottica circolare e sostenibile. Questo l’obiettivo che Cereal Docks – gruppo industriale italiano attivo nella prima trasformazione agroalimentare – ha raggiunto attraverso l’utilizzo di oli vegetali puri (OVP) anziché metano. Il test è stato completato con successo presso lo stabilimento di Camisano Vicentino (VI) l’estate scorsa, dimostrando una resa energetica comparabile a quella delle fonti fossili. In particolare, è stato utilizzato olio di soia come biocombustibile delle caldaie per estrarre olio di semi di girasole attraverso la produzione di vapore. Grazie a bruciatori dual fuel dalle elevate capacità performanti in termini di resa di combustione, l’impianto ha mantenuto un elevato rendimento (95%) ottenendo poi un risparmio, nel processo di lavorazione, di oltre 47.000 Sm3 (Standard metri cubi) di Metano.
Olio di soia come fonte energetica rinnovabile e sostenibile
L’olio vegetale puro impiegato nel processo produttivo proviene principalmente dalla lavorazione della soia non-OGM. L’Italia è il principale produttore europeo di questo tipo di soia, con circa 1 milione di tonnellate provenienti dall’agricoltura nazionale. La maggior parte della soia italiana, circa l’80%, viene utilizzata nel settore zootecnico come farina vegetale proteica. Una piccola percentuale viene trasformata in lecitina di soia, ampiamente utilizzata nell’industria alimentare e dolciaria.
Oltre alla frazione proteica, dalla lavorazione dei suddetti prodotti si ottiene anche l’olio di soia, un “sottoprodotto strutturale” che rappresenta circa il 18% del peso del seme trasformato e solo una piccola parte viene utilizzato per uso alimentare. Interessanti sono invece le applicazioni in materia di energia sostenibile, il che offre un’opportunità per creare nuove sinergie tra diversi settori economici: agricoltura, industria di prima trasformazione dei semi e industria mangimistica.
Una filiera nazionale agro-energetica dei biocarburanti
Questa filiera nazionale agro-energetica dei biocarburanti rappresenta una valida soluzione per ridurre la dipendenza dai prodotti petroliferi e contribuire ad una maggiore autosufficienza energetica attraverso fonti rinnovabili. I biocarburanti che si ricavano dagli oli vegetali puri, oltre ad essere rinnovabili, costituiscono anche una fonte di energia sostenibile perché garantiscono un risparmio di emissioni di gas serra di circa il 55%.
Valorizzare la filiera degli oli vegetali per generare biocarburanti significa anche evitare squilibri nei seminativi, sfruttando una leguminosa poco idrovora come la soia, largamente deficitaria, necessaria alle filiere zootecniche e con un “vero sottoprodotto” come l’olio che ne deriva. Infine, lo sviluppo di una filiera nazionale dei biocarburanti offre un’importante opportunità di reddito per le aziende agricole, in particolare attraverso contratti di filiera.
Si tratta di un modello che può promuovere l’integrazione della filiera agro-energetica, programmando gli approvvigionamenti di materia prima, razionalizzando gli aspetti industriali e logistici, regolando i rapporti di fornitura, incentivando a produrre secondo standard rigorosi.
Una fonte di energia programmabile, rinnovabile e flessibile
“In Itala si producono circa 180.000 tonnellate annue di oli vegetali il cui utilizzo non necessita di nuove infrastrutture e logistica ad hoc e consente una produzione di biocombustibili sostenibili con un risparmio di emissioni di gas serra consistente. Abbiamo dunque a disposizione una fonte di energia programmabile, nella produzione e nei rifornimenti, rinnovabile e flessibile, capace di compensare le fluttuazione di potenza energetica nella rete dovute al ricorso ad energia solare o eolica – dichiara Mauro Fanin, Presidente e AD del Gruppo Cereal Docks – Anziché dispendere tale risorsa, è il momento di creare sinergie tra diversi settori economici, a cominciare dall’agricoltura, per creare una filiera nazionale agro-energetica di bioliquidi OVP. In questo modo, rispondiamo alla richiesta di proteine vegetali per nutrizione animale, che vede il nostro Paese in perenne deficit, ottimizzando l’uso del sottoprodotto come fonte di energia rinnovabile, contribuendo anche ainuovi obiettivi del PNIEC, che prevede di aumentare dal 30% al 40% la quota delle FER sui consumi finali lordi“.
“I text, condotti con esite soddisfacente, consentono al nostro impianto di operare in piena capacità e a pieno ritmo nella produzione di vapore generato da caldaie alimentate ad olio vegetale di soia – aggiunge Luca Franzosi, Group Energy Manager di Cereal Docks – Gli oli vegetali puri, come l’olio di soia da noi amplegato oltre ad essere una fonte rinnovabile, sono sostenibili perché garantiscono un risparmio di emissioni di gas serra di circa il 65% a parità di energia prodotta da fonte non rinnovabile. Ogni anno come Gruppo produciamo 200 mila tonnellate di olio di soia; grazie ad esso possiamo garantire energia equivalente a circa 200 milioni di metri cubi di metano, ben oltre il fabbisogno dei nostri impianti“.