La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica; la trasformazione delle ex aziende municipalizzate in società̀ per azioni, spesso quotate in borsa; il fermento delle operazioni di acquisizione e fusione; l’ingresso nel settore di attori stranieri, molte volte in partnership con le stesse imprese nazionali; inoltre, la costante rincorsa a offerte che devono essere costantemente articolate, flessibili e competitive al netto della sfida ambientale: i cambiamenti che negli anni hanno percorso il mercato italiano dell’energia e delle public utilities sono tanto innumerevoli quanto profondi.
Eppure, nonostante il primo effetto ad emergere sia la pressione competitiva sia sempre più forte, non tutto il male vien per nuocere.
Oggi le Utilities rappresentano in Italia non solo un settore strategico del valore di 42 miliardi di euro di fatturato e forte di 130mila occupati diretti, ma anche un fiore all’occhiello della nazione, che ha saputo imporsi come attore di punta del processo di la trasformazione digitale europea.
La crescita della digitalizzazione dell’energia
In piena contraddizione con le preoccupazioni sulla digital disruption e la necessità di rinnovamento delle Energy & Utilities, lo scorso anno il mercato digitale nel settore Energy & Utilities in Italia ha raggiunto un valore di oltre 1,8 miliardi di euro, mostrando un incremento del 4,9% sull’anno precedente e la crescita, seppur rallentata dalla pandemia, non si arresta.
Dato di fatto che, mentre altre utility dell’UE stanno ancora iniziando l’installazione della prima generazione di contatori, l’Italia si appresta a diffondere un nuovo sistema di tele gestione che apre letteralmente le porte al mondo di domani: Il 2GMeter, che ci permetterà di capire di quanta energia abbiamo bisogno, rendendo l’Italia più̀consapevole e virtuosa nei consumi e allo stesso tempo permettendo alle aziende di offrire tantissimi nuovi servizi Smart e ai distributori di gestire al meglio la rete e il demand.
Il caso Enel
Ma come è stato possibile tutto ciò?
La risposta è semplice: cogliendo i cambiamenti come un’opportunità̀ di crescita e di sviluppo, sia nella direzione della ricerca di nuovi e migliori modi per produrre ed erogare i servizi, sia nella prospettiva di una ristrutturazione che superasse i confini nazionali.
È stato questo infatti il segreto di Enel, player da 90 miliardi di ricavi e ideatore del 2GMeter che ha posto nella “transizione energetica” il proprio obiettivo principale non solo passando dall’utilizzo di fonti fossili a fonti rinnovabili, ma anche e soprattutto realizzando un percorso di rinnovamento digitale a tutto tondo. Dalla rete di produzione e distribuzione (asset) alla rivisitazione della relazione con i Clienti (customers), fino allo sviluppo di un’infrastruttura “smart” che supporti l’orchestrazione di un sistema energetico sempre più complesso, ma totalmente al servizio di “Value Add Services SMART” (Smart Home), Enel ha fatto della digitalizzazione della rete elettrica un mantra fin dal 2015, stimolando l’intero comparto nazionale e consentendo all’Italia di giocare un ruolo di guida nella trasformazione digitale delle Energy companies. Un ruolo che, in uno scenario in cui la situazione contingente sta conferendo una spinta senza precedenti alla digitalizzazione delle imprese in tutti i comparti e in cui player del settore Energy & Utilities dovranno necessariamente affrontare proseguire in una trasformazione, non solo tecnologica ma anche di business, è testimonianza di qualcosa di ancora più importante: saper cavalcare il cambiamento.
- di Alberto Merlini, Account Executive Energy & Utilities di Cloudera