Nell’ambito del suo impegno a favore dell’economia circolare e della sostenibilità, il Gruppo Caviro – cooperativa agricola costituita da 28 soci (di cui 26 cantine sociali), oltre 11.000 viticoltori localizzati in 7 regioni d’Italia, per 37.500 ettari di superficie vitata – ha inaugurato a Forlì il più grande impianto agrivoltaico avanzato su vigneto in Italia.
L’impianto, che ha richiesto un investimento di 1,5 milioni di euro, è stato ultimato in un anno e consiste in 63 tracker monoassiali e 1.386 pannelli solari bifacciali distribuiti su una superficie di 1,5 ettari. La produzione annuale di 1.300.000 kWh di energia elettrica rappresenta l’ultimo tassello per raggiungere l’autosufficienza energetica nella sede vinicola di Caviro.
Il nuovo capitolo di innovazione si apre grazie alla collaborazione di stampo tecnologico avviata con Horta, azienda di riferimento nel settore delle soluzioni digitali per l’agricoltura sostenibile, con cui la storica azienda agricola segna un decisivo passo avanti nella gestione sostenibile delle risorse agricole, integrando la produzione di energia rinnovabile con l’agricoltura tradizionale.
Per approfondire i presupposti e i vantaggi di questa collaborazione, suggeriamo la lettura dell’articolo Agrivoltaico: la rivoluzione digitale parte dai vigneti (ndr.)
L’impianto agrivoltaico avanzato che salvaguarda le viti e genera energia rinnovabile
L’innovativo impianto agrivoltaico dell’azienda è di tipo “avanzato” e svolge due funzioni specifiche: la generazione di energia rinnovabile pulita e la protezione della vite. Il modello è stato concepito per offrire l’inclinazione ottimale ai pannelli fotovoltaici e calibrature personalizzate per proteggere le viti da grandine, vento e gelate primaverili, oltre che beneficiare del corretto soleggiamento e apporto luminoso per una fotosintesi adeguata.
Questo è possibile grazie a un software progettato da Horta che raccoglie e analizza i dati in tempo reale – provenienti da sensori avanzati e stazioni agrometeorologiche – sulle condizioni delle piante e dell’ambiente circostante, permettendo ai pannelli fotovoltaici di orientarsi per massimizzare l’assorbimento di energia solare e garantire il giusto equilibrio tra ombra e luce, senza compromettere la produzione agricola.
La riduzione dell’esposizione diretta dei filari alla luce solare consentirà inoltre di risparmiare sul fabbisogno idrico delle piante in una percentuale che sarà monitorata e studiata dall’azienda nei prossimi anni. La gestione informatica permette inoltre parametrizzazioni specifiche per l’intercettazione luminosa, monitoraggi prossimali e valutazioni degli indici da satellite.
Il confronto con la crescita in campo aperto per un raccolto di qualità
La crescita delle viti in impianto sarà messa a confronto con quella delle piante in campo aperto, consentendo così ai ricercatori di verificare la produttività delle piante e la qualità dei frutti. L’obiettivo è acquisire dati e conoscenze che potranno contribuire a migliorare la qualità, proteggere il raccolto e produrre energia pulita. Inoltre, per sviluppare soluzioni sempre più efficienti e personalizzate, adattate alle caratteristiche specifiche del territorio.
“La filiera vitivinicola si presta come destinatario ideale del cosiddetto ‘uso duale’ del suolo, correlato alla produzione agricola ed energetica. Date le caratteristiche di pianta marcatamente eliofila della vite, la sfida che Caviro intende intraprendere con questo progetto pilota è capire se l’indiscussa valenza energetica può anche abbinarsi a un vigneto complessivamente più sostenibile, dove quantità e qualità non vengano modificate, e la copertura fotovoltaica riesca a mitigare i danni conseguenti l’elevata incidenza di eventi climatici estremi” ha spiegato Giampaolo Bassetti, Direttore Generale di Caviro.
Tradizione e innovazione verso un futuro più sostenibile
“L’inaugurazione di questo impianto agrivoltaico avanzato, il più grande su vigneto d’Italia in questo momento, è per noi un passo significativo nel percorso di sostenibilità che il nostro Gruppo ha già intrapreso da anni. Questo progetto si inserisce nella nostra visione di azienda virtuosa, impegnata nella salvaguardia dell’ambiente e nel miglioramento delle pratiche produttive. Siamo felici di dare il via a una sperimentazione innovativa, che può essere un modello replicabile per le cantine della nostra filiera. L’impianto ci permetterà di identificare le varietà di viti più adatte a questo tipo di coltura, migliorando la qualità e la resa delle produzioni, oltre a incrementare l’efficienza energetica complessiva. Un’iniziativa che unisce tradizione e innovazione, contribuendo in modo concreto alla transizione verso un futuro più sostenibile”, conclude Bassetti.