La produzione, vendita e trasmissione di energia elettrica è un’attività decisamente complessa, che coinvolge operatori molto diversi e che interessa milioni di consumatori/utenti. Il quadro è stato ulteriormente complicato negli ultimi anni dalla crescente diffusione delle fonti di produzione rinnovabili, che hanno portato sul mercato una miriade di nuovi piccoli produttori, tra cui anche gli stessi consumatori finali (che grazie al fotovoltaico possono diventare produttori in proprio di energia elettrica). Un settore di questo tipo è potenzialmente perfetto per la Blockchain, la tecnologia basata sulla catena a blocchi che permette di gestire i database in modo distribuito, assicurando al contempo l’immutabilità del registro, la trasparenza e la tracciabilità. Tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con quei particolari ambiti produttivi caratterizzati da una molteplicità di attori e di relazioni, che possono avere necessità di una tecnologia in grado di automatizzare e tracciare contratti, transazioni e i milioni di dati scambiati. Proprio per l’appunto come il settore energetico, che potrebbe poi avere bisogno della tecnologia Blockchain anche per superare alcune rigidità legate al modello di generazione centralizzato.
I benefici della blockchain per i prosumer
Facciamo qualche esempio pratico: come abbiamo anticipato in precedenza, le rinnovabili si sono diffuse moltissimo anche a livello cittadino, in particolare grazie alla presenza di impianti fotovoltaici installati sopra i tetti delle abitazioni. Eppure un consumatore privo di questi impianti è tuttora obbligato ad acquistare l’elettricità di cui ha bisogno dalla propria utility di riferimento, anche se magari a pochi metri da casa sua abita un vicino che possiede un impianto fotovoltaico. Che, molto probabilmente, nelle ore più calde della giornata è in grado di generare un surplus di elettricità, prodotta a un costo considerevolmente inferiore rispetto a quella prelevata dalla rete e con vantaggi ambientali notevoli. La Blockchain potrebbe essere quel meccanismo che consente in maniera automatica e tracciabile di far incontrare piccoli produttori e consumatori di energia, con evidenti benefici per entrambe le parti. In questa prospettiva, milioni di case potrebbero diventare piccole centrali di energia, capaci di vendere in maniera automatica la propria potenza elettrica in eccesso al miglior offerente. Ma perché questo paradigma avrebbe davvero bisogno della Blockchain? Con potenzialmente milioni di produttori di energia distribuita, occorrere monitorare continuamente la rete, inclusa la possibilità di autenticare ciascun nodo, in particolare per garantire la sua affidabilità.
I benefici della Blockchain per le utility
Anche le utility, però, potrebbero avere i loro vantaggi dall’implementazione di un modello Blockchain: molto spesso gli operatori energetici si trovano nella necessità di vendere l’energia prodotta in eccesso dalle proprie centrali nei mercati all’ingrosso dell’energia, talvolta ottenendo guadagni nulli o addirittura andando in perdita. L’impiego della Blockchain nell’ambito del trading energetico potrebbe permettere ai produttori di energia di allocare in maniera più proficua ed efficiente la propria quantità di elettricità in eccesso, magari incontrando la necessità temporanea ed urgente di una grande azienda industriale. Certo l’affermarsi su larga scala dei piccoli produttori energetici potrebbe mettere a repentaglio una quota del business dei tradizionali operatori di energia. Che però potrebbero consolarsi con la riduzione dei costi di trasmissione dell’elettricità, che porta con sé anche una inevitabile dispersione della stessa. In particolare, l’abbinata tra Blockchain e IoT, potrebbe rilevarsi dirompente, portando anche a risparmi strutturali del 30-60%: la sensoristica IoT potrebbe permettere di individuare alla radice i problemi delle reti, mentre la blockchain avrebbe poi il compito di trasmettere i dati in maniera sicura e reagire in maniera automatica a determinate situazioni. Esiste poi naturalmente la possibilità di sfruttare la Blockchain per quella piccola frazione più nota al grande pubblico, vale a dire le monete virtuali. Diverse utility hanno già avviato progetti pilota per consentire il pagamento delle bollette energetiche e di altri servizi collegati all’energia tramite criptovalute, soprattutto tramite Bitcoin. Un esperimento di questo tipo, ad esempio, è stato avviato da Marubeni Corporation (MARUY) in alcune regioni del Giappone. Le criptovalute possono essere inoltre utilizzate come incentivo per favorire la diffusione della produzione elettrica rinnovabile. Ad esempio Solarcoin (SLR) remunera l’energia prodotta da fonti pulite con un Solarcoin per ogni MWh.
I progetti Blockchain in ambito energy
Un altro utilizzo semplice della blockchain in ambito energetico ha che fare con la supply chain, cioè con la possibilità di tracciare e certificare in modo dettagliato, veloce ed affidabile la provenienza dei componenti. Iniziative avviate per permettere lo scambio di elettricità tra privati sono state avviate in numerose regioni: già nel 2016, a New York, i residenti in President Street hanno infatti inaugurato una microrete elettrica alimentata a pannelli solari – chiamata “The Brooklyn Microgrid” – di cui fanno parte dieci abitazioni del quartiere, che rende concreta questa possibilità, sfruttando la piattaforma TransActive Grid creata dalla startup LO3 Energy. Progetti similari sono stati sperimentati nel quartiere di Brixton, a Londra, e a Toronto, con risultati crescenti. In Sudafrica la startup Bankymoon ha sperimentato l’utilizzo di contatori connessi alla rete in grado di pagare in autonomia le bollette, dopo aver verificato la correttezza dell’addebito per mezzo della Blockchain. Il progetto ESI EUROPE, che si basa sempre sulla piattaforma Blockchain, mira ad aumentare gli investimenti in efficienza energetica nelle piccole e medie imprese. Lo scopo è quello di consentire alle Pmi di realizzare progetti di riqualificazione energetica con la garanzia sui risultati e la disponibilità di finanziamento dell’intervento, grazie per l’appunto all’uso della tecnologia a blocchi. Nel 2018, secondo l’Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano, i progetti che integravano energia e la tecnologia Blockchain/DLT nel mondo, nel 2018, risultavano essere 328, di cui 136 Proof-of-concept e progetti operativi e 192 annunci. Nello stesso anno, secondo un’altra ricerca condotta da Global Market Insight, il mercato poteva essere stimato in appena 200 milioni di dollari a livello globale, destinati però a crescere rapidamente, tanto da arrivare a 3 miliardi di dollari entro il 2025, per una crescita annuale del +50%, sulla spinta anche di una maggiore attenzione dei governi alla privacy e all’efficienza energetica.