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Investimenti record per le rinnovabili nel primo semestre 2022

Nella prima metà dell’anno il valore a livello globale ha raggiunto la cifra di 226 miliardi di dollari, in gran parte legati ai nuovi progetti eolici e fotovoltaici

Pubblicato il 04 Ago 2022

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Corrono gli investimenti nelle energie rinnovabili su scala globale: la conferma arriva dal Renewable Energy Investment Tracker 2H 2022 di BloombergNEF (BNEF), secondo cui nei primi sei mesi dell’anno l’ammontare è stato pari a 226 miliardi di dollari, stabilendo un nuovo record. Secondo la società di analisi l’aumento degli investimenti riflette un’accelerazione della domanda di energia pulita per affrontare le crisi energetiche e climatiche globali in corso. Più nel dettaglio, nel report si scopre come gli investimenti in nuovi progetti solari su larga e piccola scala siano saliti alla cifra record di 120 miliardi di dollari, in crescita del 33% rispetto alla prima metà del 2021. Buona la performance dei progetti eolici, con volumi di investimento in aumento del 16% rispetto al primo semestre 2021, per complessivi 84 miliardi di dollari. Eolico e fotovoltaico, dunque, cubano complessivamente la gran parte del giro d’affari legati alle rinnovabili su scala globale (oltre 200 miliari di dollari). Eppure, entrambi i settori sono stati recentemente sfidati dall’aumento dei costi di input per materiali chiave come acciaio e polisilicio, nonché dalle interruzioni della catena di approvvigionamento e dall’aumento dei costi di finanziamento. Tuttavia, i dati di BNEF indicano che l’appetito degli investitori è più forte che mai, in parte a causa dei prezzi molto elevati dell’energia attualmente osservati in molti mercati del mondo, tra cui ovviamente anche l’Italia. 

La spinta della Cina

A livello geografico spicca la Cina, che da anni costituisce il maggiore mercato al mondo per le energie pulite: il gigante asiatico ha registrato una notevole crescita degli investimenti sia nel finanziamento di progetti eolici che solari. Gli investimenti solari su larga scala del paese hanno totalizzato 41 miliardi di dollari nella prima metà del 2022, con un aumento del 173% rispetto all’anno precedente. Ben 58 miliardi di dollari sono stati investiti in nuovi progetti eolici, con un incremento del 107% su base annua. Il trend di crescita degli investimenti segue la strategia cinese di costruire nuova capacità di generazione rinnovabile in modo da poter rimpiazzare al più presto le sue inquinanti centrali a carbone. Non a caso la Cina è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di 1.200 GW di capacità eolica e solare entro il 2030.

La corsa dell’offshore

Tra le diverse tecnologie, spicca l‘eolico offshore, con investimenti in aumento del 52% rispetto all’anno precedente, per complessivi 32 miliardi di dollari su scala globale. Non a caso la base installata eolica offshore è destinata a crescere di circa dieci volte, passando dai 53 GW nel 2021 a 504 GW nel 2035. Questi progetti eolici offshore consentiranno a numerosi Paesi di compiere importanti progressi verso i propri obiettivi di decarbonizzazione su larga scala. Regno Unito, Francia e Germania sono solo alcuni dei paesi che hanno aumentato i loro obiettivi eolici offshore nella prima metà del 2022, che spingerà a sua volta gli investimenti nella tecnologia”.

Oltre al boom degli investimenti in progetti veri e propri, il primo semestre ha anche registrato un record assoluto quelli in capitale di rischio e di private equity nelle energie rinnovabili e nello stoccaggio di energia, con una raccolta di 9,6 miliardi di dollari, in crescita del 63% rispetto all’anno precedente. Una categoria che ha visto un calo degli investimenti è stata quella del public equity, con un -65% nella prima metà del 2022, per un totale di 10,5 miliardi di dollari.

Albert Cheung, responsabile dell’analisi di BloombergNEF, ha dichiarato: “I responsabili politici stanno riconoscendo sempre più che l’energia rinnovabile è la chiave per sbloccare gli obiettivi di sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dalle materie prime energetiche.  Nonostante i venti contrari presentati dall’inflazione dei costi in corso e dalle sfide della catena di approvvigionamento, la domanda di fonti di energia pulita non è mai stata così alta e prevediamo che la crisi energetica globale continuerà a fungere da acceleratore per la transizione verso l’energia pulita”.

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