Investimenti

Eurelectric lancia l’allarme sullo stato di salute delle reti elettriche europee

L’associazione dell’industria elettrica europea evidenzia come l’Ue, altrimenti, metterebbe a rischio i suoi obiettivi sulla decarbonizzazione

Aggiornato il 25 Set 2023

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L’associazione dell’Industria elettrica europea, Eurelectric, lancia l’allarme: sono necessari investimenti senza precedenti per aggiornare le obsolescenti reti elettriche del Vecchio Continente, altrimenti l’Unione Europea non riuscirà a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi sull’energia pulita. Come ha dichiarato il segretario generale di Eurelectric, Kristian Ruby, “Abbiamo bisogno di più linee, più digitalizzazione e più resilienza climatica per rendere le nostre reti adatte all’impatto zero. Ciò richiede un cambiamento nell’approccio normativo. Agli operatori di rete deve essere consentito di effettuare investimenti anticipati in modo da poter iniziare a prepararsi per una maggiore elettrificazione”.

Gli investimenti necessari

Come noto, infatti, i piani dell’Unione Europea per contrastare il cambiamento climatico prevedono milioni di veicoli elettrici in più sulle strade europee entro il 2030, nonché un’espansione massiccia delle energie rinnovabili e pompe di calore elettriche che dovranno sempre più sostituire le caldaie a combustibili fossili nelle abitazioni. Secondo Eurelectric per sostenere tali obiettivi, gli investimenti annuali medi nelle reti elettriche europee dal 2021 al 2050 dovranno essere almeno dell’84% superiori rispetto al 2021, considerato anche che il 40% delle reti di distribuzione di energia in Europa ha più di 40 anni.  Inoltre la maggior parte di esse è progettata attorno a grandi centrali elettriche centralizzate e dovrà essere per forza aggiornata per distribuire l’energia proveniente dalla flotta di pannelli solari e parchi eolici previsti per questo decennio.

Secondo Eurelectric per realizzare il sistema energetico del futuro – fondate su un modello decentralizzato – le reti di trasmissione e distribuzione europee devono essere rafforzate e digitalizzate per assorbire tutta la capacità elettrica oggi disponibile e quella in costruzione per il futuro.

Nei mesi scorsi la Commissione Europea aveva reso noto come fossero necessari investimenti nelle reti di energia per 584 miliardi di euro  all’anno fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi ambientali. Gran parte di questi investimenti dovrebbe provenire da fonti private o essere finanziato tramite tariffe di rete.

Sbloccare le autorizzazioni

Secondo l’associazione di categoria dal 2021 al 2022 è stato registrato un aumento degli investimenti dell’8%. Invece, sarà necessario incrementare l’investimento annuale dell’84% da qui al 2050.   In pratica, occorrerebbe investire 0,67 euro nella rete per ogni euro investito nella capacità di generazione, mentre oggi quella cifra è vicina a quota 0,30 euro.

A rallentare la strada verso le Smart Grid sono le nuove autorizzazioni: per questo secondo l’associazione di categoria occorre superare il collo di bottiglia nella loro espansione e puntare con forza sulla digitalizzazione, così da raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE. Inoltre, Eurelectric ha affermato che i finanziamenti pubblici dovrebbero mirare a un rapido aggiornamento delle reti, piuttosto che essere destinati anche ad altre infrastrutture a lungo termine come i progetti di idrogeno. 

In questo senso una sponda è stata offerta dalla Commissaria Europea per l’Energia, Kadri Simson, che ha dichiarato a Reuters che i progetti di rete saranno inclusi in un prossimo elenco di infrastrutture transfrontaliere che avranno permessi più rapidi e accesso ai finanziamenti dell’UE.

Articolo originariamente pubblicato il 25 Set 2023

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