La produzione di energia rappresenta una delle attività più critiche da un punto di vista ambientale, tanto da influire in maniera decisiva sullo stesso Climate Change. Questo spiega perchè le principali utility del settore si stiano progressivamente orientando verso investimenti in chiave ESG (Environmental, Sustainability and Governance , ovvero pienamente sostenibili da un punto di vista ambientale e non solo. Tra queste c’è sicuramente anche la più grande utility energetica nazionale, Enel, che ha da tempo avviato un percorso verso la sostenibilità del proprio business, attraverso la controllata Enel Green Power (uno dei maggiori operatori mondiali nel campo delle rinnovabili) ma anche attraverso altre azioni. Ad esempio, dal punto di vista finanziario, gli investitori che possono qualificarsi socialmente responsabili detenevano nel 2019 il 10,8% del totale delle azioni (10,5% nel 2018), pari al 14,1% del flottante (13,7% nel 2018). Inoltre, il 43% degli investitori Enel ha firmato i Principles for Responsible Investment (UN PRI) delle Nazioni Unite.
L’impegno di Enel per la transizione energetica
Più a tutto campo, il Gruppo Enel è impegnato in ottica ESG ricercando soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e soddisfare le esigenze dei clienti e delle comunità locali in cui opera, con l’impegno a garantire elevati standard di sicurezza per dipendenti e fornitori. L’obiettivo primario, innanzitutto, è quello di vincere le sfide della transizione energetica e della decarbonizzazione. In questo senso, nel report di sostenibilità di Enel si può leggere come il 2019 sia stato un anno chiave, con la costruzione di oltre 3.000 MW di capacità rinnovabile, il proseguimento del piano di smantellamento delle centrali a carbone. La nuova linea di business Global Power Generation, che integra la capacità rinnovabile con la generazione termica, è stata creata per supportare ulteriormente e accelerare questo processo. In chiave Smart grid, Enel può mettere sul piatto 44,7 milioni di contatori intelligenti, che supportano un totale di 70 milioni di utenti finali. La sostenibilità si esplica anche negli investimenti sul personale (68.253 addetti nei diversi Paesi e regioni del Gruppo), a cui vengono offerti programmi specifici di upskilling e reskilling, nonché iniziative di formazione su misura per potenziare le competenze digitali.
I risultati nei principali rating ESG
Tutto questo ha permesso a Enel nel 2019 di mantenere o migliorare il proprio punteggio e posizionamento nella maggior parte dei rating ESG e degli indici di sostenibilità internazionali. Tra questi c’è il conseguimento, per la prima volta, del rating “AAA” (“AA” nel 2018), da parte di MSCI ESG Research , principale fornitore di dati e studi di ricerca, che misura la performance delle aziende sulla base di fattori ESG. In particolare, Enel è tra le prime dieci utility presenti.
Di rilievo è l’inserimento nella “A-List” di CDP Climate (rating “A-” nel 2018), ottenuto grazie all’impegno nella gestione dei rischi e delle opportunità legati al cambiamento climatico, supportata dalla riduzione delle emissioni di gas serra. Per il primo anno, Enel compare nel Bloomberg Gender Equality Index, per le performance ottenute nell’ambito della promozione e integrazione della diversità di genere lungo l’intera catena del valore dell’Azienda.
Enel, inoltre è stata inserita per la prima volta, nel Global 100 Ranking of Corporate Knights , raggiungendo l’ottava posizione nella classifica generale e la seconda posizione nel settore energetico. Positivo è anche il posizionamento nel settore utility sia nel Dow Jones Sustainability Index World, raggiungendo la quarta posizione (un guadagno di due posizioni rispetto al 2018), che nell’indice FTSE4Good, raggiungendo la seconda posizione (due posizioni in più rispetto al 2018).