Analisi

Cosa ha davvero deciso l’Europa sul gas

La complicata settimana di trattative si è conclusa soprattutto con la decisione di acquisti congiunti di gas naturale, che sarebbero vincolanti per il 15% delle esigenze di riempimento. Sul cap dinamico al prezzo del gas non c’è ancora una decisione definitiva

Pubblicato il 28 Ott 2022

Digitalizzazione contratti di vendita: impianto gas
Michele Masulli, Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com),

Veniamo da una settimana molto intensa per le Istituzioni europee e nazionali impegnate nel contrasto alla crisi energetica. Prima le proposte della Commissione del 18 ottobre, poi il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo del 19 e 20 , in ultimo il Consiglio dei Ministri dell’Energia del 25. Sette giorni in cui si è tentato di serrare le file dell’unità europea di fronte alla necessità di intraprendere misure straordinarie. D’altronde, le conclusioni del vertice dei Capi di Stato e di governo lanciavano solidi messaggi di unità, richiamando altresì “misure di solidarietà energetica”, uno “stretto coordinamento”, “soluzioni comuni a livello europeo, ove opportuno” e l’impegno “a conseguire i nostri obiettivi strategici in maniera unitaria”.

Quest’unità europea dovrebbe tradursi innanzitutto in acquisti congiunti di gas naturale, che sarebbero vincolanti per il 15% delle esigenze di riempimento. L’obiettivo è evitare concorrenza interna negli approvvigionamenti e aggregare la domanda UE (che in questo caso sarebbe di almeno 13,5 miliardi di metri cubi di gas) al fine di rafforzare il proprio potere di mercato sullo scenario globale. Inoltre, è stato chiesto ad ACER di sviluppare entro il prossimo marzo un indice complementare del prezzo del gas che funga, nelle intenzioni della Commissione, da parametro di riferimento più accurato nel riflettere le condizioni del mercato.

Tutti i nodi del Price cap

Parallelamente, la Commissione è al lavoro per fornire maggiori dettagli sull’applicazione di cap dinamico al prezzo del gas, oggetto dell’ultima battaglia di Mario Draghi nel Consiglio europeo, variante tenue del price cap e strumento eccezionale (e per questo sottoposto a diverse condizioni) e temporaneo, ma applicabile nel breve periodo. Esso rappresenta la questione più controversa nella discussione sugli interventi da adottare, che ha visto opposti gli Stati che più temono che l’imposizione di un tetto al prezzo possa comportare difficoltà nel reperire forniture e quelli che invece manifestano l’esigenza di contenere una spesa per l’energia che ha raggiunto livelli esorbitanti. La Commissione dovrà, inoltre, come richiesto dal Consiglio, esaminare meglio la proposta di tetto al gas impiegato nella generazione elettrica, mutuata dal modello iberico del tope. Completano il pacchetto misure di solidarietà tra Stati UE in caso di severe interruzioni degli approvvigionamenti, meccanismi di intervento sulla negoziazione intra-day di derivati (della cui elaborazione è stata incaricata l’ESMA) e ulteriori provvedimenti di semplificazione dello sviluppo delle fonti rinnovabili e delle reti elettriche, anche attraverso misure emergenziali.

Nel complesso, la settimana alle spalle ha certamente ristretto l’ambito di discussione delle Istituzioni ai vari livelli. Una volontà marcata e passi in avanti più chiari emergono, ad esempio, nel caso degli acquisiti congiunti. Al contrario, sul corridoio dinamico e sul tetto al prezzo del gas impiegato per la produzione elettrica il dibattito dovrà ancora ripetutamente coinvolgere politici e tecnici. Nel frattempo, il raggiungimento degli obiettivi di stoccaggio, temperature di gran lunga più alte della media stagionale (che hanno ridotto i consumi residenziali) e la diminuzione della domanda da parte dell’industria (purtroppo ampiamente sofferente a causa di lunghi mesi di prezzi elevati) hanno portato il prezzo del gas ad un terzo rispetto ai picchi di agosto, ed è certamente una buona notizia.

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Michele Masulli

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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