ANALISI

Waste management alla sfida della sostenibilità: le questioni aperte



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Il mercato vale – soltanto in Italia – 27 miliardi di euro. Ma dovrà affrontare la domanda crescente di una gestione sostenibile dei processi, spinti dagli obiettivi sull’economia circolare. Giorgio Triolo, Chief Technology Officer di Axitea: “Si impone una riflessione seria sulla sicurezza degli impianti e degli addetti”

Pubblicato il 16 gen 2025



Axitea_Giorgio Triolo

La tecnologia assume progressivamente un ruolo rilevante a sostegno delle aziende che operano nel campo del waste management, un comparto in crescita e che oggi in Italia, secondo i dati dell’ultimo Waste report, vale 27 miliardi di euro. Le sfide principali da affrontare in questo campo sono quelle di una gestione sempre più sostenibile dei rifiuti, spinta dagli obiettivi di economia circolare e dall’aumento dei loro volumi a livello globale. “Mentre il settore si modernizza e adotta nuove tecnologie – spiega Giorgio Triolo, Chief Technology Officer di Axitea, global security provider per la sicurezza fisica e informatica – si evolvono e si intensificano anche i rischi, sia fisici che digitali, per gli operatori”.

L’evoluzione dei rischi

A fare il quadro dei rischi a cui sono sottoposti gli operatori del settore è il report “Salute e sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana 2024” dell’Inail, che restituisce una fotografia del settore in cui l’indice di frequenza infortunistica è tre volte superiore alla media nazionale. Tra i principali pericoli a cui sono esposti gli operatori – spiega Triolo -, ci sono quelli fisici, come incidenti stradali, investimenti, cadute dall’alto, e quelli ergonomici, causati da movimenti ripetitivi, sollevamento di carichi pesanti e posture scorrette, soprattutto nelle attività di raccolta porta a porta e spazzamento manuale. A questo si aggiunge il rischio di esposizione a polveri, bioaerosol, percolato e sostanze chimiche presenti nei rifiuti, che può provocare infezioni, intossicazioni e allergie. E infine i rischi digitali, con le aziende esposte ad attacchi ransomware, furto di dati e interruzione dei sistemi di gestione.

I costi della mancata sicurezza

Senza un’attenzione costante a questi fattori i rischi possono trasformarsi in costi importanti per le aziende e per i lavoratori. “Per le aziende – argomenta Triolo – si generano innanzitutto perdite finanziarie dirette, legate agli indennizzi per gli infortuni e alle spese mediche, ma anche costi indiretti, spesso più difficili da quantificare, come la diminuzione della produttività dovuta all’assenza del personale infortunato o malato”.

A questo si possono aggiungere anche le sanzioni per il mancato rispetto delle normative, e i danni per la reputazione dell’azienda, che potrebbe avere effetti negativi anche sulla possibilità di aggiudicarsi nuove gare d’appalto. Quanto ai lavoratori, “le conseguenze di una mancata sicurezza possono essere ancora più gravi – spiega il Cto di Axitea – infortuni, malattie professionali e stress correlato al lavoro possono avere un impatto significativo e duraturo sulla vita degli operatori e delle loro famiglie”.

Efficienza fa rima con sicurezza

Un altro elemento fondamentale per la sicurezza e la redditività del comparto è la revisione dei processi per migliorarne l’efficienza: “La mancata modernizzazione, in particolare nella gestione della flotta, si traduce in inefficienze, perdite economiche e insoddisfazione degli utenti – argomenta Triolo – La tecnologia offre strumenti utili per una gestione ottimale della flotta e delle relative attività, ma se questi strumenti non vengono adottati, è impossibile monitorare in tempo reale il livello di riempimento dei mezzi, ottimizzare i percorsi di raccolta e intervenire prontamente in caso di anomalie o emergenze. Questo non solo aumenta i costi operativi – sottolinea – ma può anche compromettere la sicurezza dei lavoratori, costretti a gestire situazioni impreviste o a percorrere tragitti non ottimali”.

Il ruolo della tecnologia per la sicurezza fisica

Per rendere sempre più sicuro ed efficiente il settore della gestione dei rifiuti la tecnologia può avere un ruolo di primo piano. Secondo l’analisi di Triolo un aspetto fondamentale è quello delle tecnologie per la sicurezza fisica. Parliamo della “possibilità di implementare sistemi di antintrusione e videosorveglianza evoluti con monitoraggio in tempo reale – afferma Triolo – potenziati dall’intelligenza artificiale per la rilevazione delle intrusioni, e funzionalità quali le fototrappole per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti. L’utilizzo di termocamere, soprattutto nelle aree di stoccaggio, consente di rilevare precocemente i principi di incendio e di intervenire prima che le fiamme si propaghino. Un servizio di monitoraggio e intervento H24 garantisce una risposta rapida in caso di allarmi o incidenti”.

Cybersecurity e gestione delle flotte

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello delle tecnologie di sicurezza informatica, con al posibilità di adottare soluzioni a protezione delle reti aziendali, per la gestione delle vulnerabilità, il monitoraggio continuo delle minacce e la prevenzione contro accessi non autorizzati.

A questo si aggiungono le tecnologie per la gestione della flotta, integrando “soluzioni di sicurezza satellitare per i veicoli come dispositivi di tracciamento Gps, portali di fleet management e il monitoraggio degli allarmi provenienti da dispositivi IoT (accesso e avvio non autorizzato del veicolo, apertura portellone e furto carburante) per intervenire in tempo reale in caso di anomalie”.

La gestione delle procedure

La ricetta di Triolo per la gestione delle procedure prevede che si implementino “procedure rigorose per la movimentazione dei rifiuti, la gestione delle emergenze, la circolazione stradale e l’utilizzo dei Dpi”. Sarà fondamentale inoltre promuovere la segnalazione dei “near miss”, i “quasi incidenti”, “per individuare e correggere tempestivamente le debolezze del sistema. Inoltre, un sistema di gestione ottimizzata della flotta non solo contribuisce alla sicurezza, ma anche alla sostenibilità ambientale, in quanto consente di ridurre il consumo di carburante e le emissioni inquinanti”.

Formazione e cultura della sicurezza

Alla base di tutte le attività, in ogni caso, ci dovranno essere la formazione, per dare ai lavoratori i mezzi per conoscere i rischi specifici del settore, l’utilizzo corretto delle attrezzature e i comportamenti sicuri da adottare, e la Cultura della sicurezza a tutti i livelli aziendali, incentivando la partecipazione dei lavoratori e la comunicazione trasparente. Per ottenere questi risultati, infine, sarà importante stringere collaborazioni con enti locali, forze dell’ordine e associazioni di categoria per migliorare la gestione della sicurezza sul territorio. “Proteggere i lavoratori – conclude Triolo – significa proteggere l’intero settore, garantendone la crescita sostenibile e il ruolo cruciale nella transizione verso un’economia circolare. Il waste management ha tutto il potenziale per diventare un esempio virtuoso di sicurezza e sostenibilità”.

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