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Sostenibilità e shopping: con l’e-commerce impatto ambientale a -75%



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I risultati della ricerca Netcomm: grazie al commercio elettronico si azzerano le emissioni dovute agli spostamenti dei clienti e al mantenimento del negozio fisico. La soluzione più green? L’utilizzo dei punti di ritiro

Pubblicato il 5 mar 2024



9. sintesi riepilogativa

Le emissioni di CO2 degli acquisti online – nelle modalità di home delivery o dei punti di ritiro – possono arrivare a essere fino a 10 volte inferiori rispetto a quelle provocate dagli acquisti nei punti vendita fisici: è quanto emerge dal report “L’impatto ambientale delle consegne e-commerce”, realizzato da Netcomm in collaborazione con il gruppo di ricerca B2C Logistics Center del Politecnico di Milano con il sostegno di FermoPoint, Mdis, MBE, InPost, GelProximity, TYP e Poste Italiane.

E-commerce driver di sviluppo per le imprese green

“Anche nell’ambito della logistica, l’eCommerce si conferma un driver per l’evoluzione delle imprese del nostro Paese verso un futuro più sostenibile – spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Oggi l’eCommerce impatta mediamente il 75% in meno rispetto all’acquisto offline in termini di emissioni di CO2. Dobbiamo, però, prendere in considerazione numerose variabili, come la gestione logistica del trasporto last mile e le modalità di viaggio del cliente verso il negozio fisico, che impattano ampiamente sulle effettive emissioni”.

La consegna tramite i punti di ritiro è il metodo più virtuoso in ottica di sostenibilità – prosegue Liscia – grazie alla capacità di ridurre la Carbon Footprint fino a 10 volte rispetto al canale offline e fino a tre volte rispetto all’Home Delivery per tutti i settori merceologici analizzati. Il punto di ritiro non si limita a favorire l’acquisto tramite il canale online, ma incrementa la possibilità di svolgere acquisti offline in modo virtuoso, ottimizzando gli spostamenti verso il punto di ritiro per acquistare prodotti in loco”.

Lo shopping online e offline

L’impatto ambientale degli acquisti effettuati nei punti vendita fisici è più alto per tutti i settori analizzati dalla ricerca: editoria, fashion ed elettronica. “Nella casistica meno sostenibile per l’ambiente, che vede il cliente recarsi al negozio con un viaggio dedicato in auto, le emissioni per pacco a Milano raggiungono i 2,81 kgCo2e contro i 0,22kgCo2e dell’Home Delivery, mentre a Ferrara crescono fino a 2,87kgCo2e contro 0,36kgCo2e e infine a Viterbo si attestano, a 2,96 kgCo2e contro i 0,64kgCo2e della consegna a casa”, spiega la ricerca focalizzando l’attenzione sul campo dell’editoria.

Per il settore dell’elettronica, prosegue lo studio, la differenza tra i due canali è leggermente inferiore rispetto a quanto si evidenzia nel settore dell’editoria.

Per l’area merceologica del fashion, infine, i risultati si mantengono coerenti con i precedenti, anche se nel processo dell’Home Delivery si osserva un’incidenza dell’impatto dell’acquisto online più elevata rispetto agli altri settori, dovuta al maggiore tasso di reso (8% per acquisti offline, 30% per l’e- commerce). 

Le differenze tra le modalità di consegna

Nel processo di acquisto offline, il negozio e il viaggio del cliente sono responsabili della maggior parte dell’impatto ambientale: per il settore dell’editoria, ad esempio, a Milano costituiscono rispettivamente l’85% e l’11% del totale (1,24kgCo2e) di emissioni per pacco; a Ferrara il 68% e 26% del totale (1,55kgCo2e) per pacco; a Viterbo il 42% e il 50% del totale (2,51kgCo2e) per pacco.

Quanto all’Home Delivery, per tutti i settori merceologici, il contributo principale in termini di emissioni è da attribuire al trasporto last-mile, che costituisce più del 50% del totale delle emissioni in tutte le aree urbane esaminate, seguito dal packaging per una percentuale che varia dal 7% al 25% del totale. In questo caso, l’incremento nelle zone rurali è legato alla riduzione della densità di consegna, che impatta inevitabilmente sulle emissioni del trasporto last-mile. Lo confermano i dati delle emissioni dell’Home Delivery nel settore dell’editoria e dell’elettronica, dove la CO2 rilasciata nei comuni di Viterbo e Rieti sono triplicati rispetto a quelli di Milano.

Nei settori dell’elettronica e del fashion, infine, si nota un’incidenza maggiore del processo di reso negli acquisti online in termini di emissioni, dovuta ancora una volta al maggiore tasso di restituzioni che caratterizza questi settori merceologici, che raggiungono rispettivamente il 6% e dell’8%, in netto aumento rispetto allo 0,5% del settore dell’editoria. 

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