Analisi

Sostenibilità e digitale: l’unione “fa la forza”, anche nel segno della produttività

La ricerca del Centro Studi Tagliacarne su un campione di 1.400 imprese interrogate sulle prospettive del loro piano triennale mette in evidenza che nel 37% dei casi sono previsti investimenti in sostenibilità mentre nel 31% delle realtà gli investimenti premiano la trasformazione digitale. Il ruolo chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel segno della produttività

Pubblicato il 23 Giu 2023

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Sostenibilità e innovazione digitale si dimostrano sempre di più due trasformazioni gemelle e più si intrecciano più aumentano i benefici. Se poi l’obiettivo primario delle scelte di investimento, sia in digital sia in green, è indiscutibilmente e pragmaticamente legato al miglioramento della produttività, nel momento in cui si guarda a queste due scelte strategiche come fattori abilitanti per il ripensamento delle imprese più si possono cogliere e costruire nuovi elementi e nuove forme di competitività.

L’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne su un campione di 1.400 imprese in relazione all’orientamento in termini di investimenti per lo sviluppo nell’orizzonte 2025, ci permette oggi di trovare una conferma nella doppia spinta che arriva dal digitale, con un 34% delle aziende che dichiarano di avere investire in questa direzione e della sostenibilità, con il 37% delle imprese che dichiarano di impegnarsi in progetti green.

La ricerca indaga anche come le imprese prevedono di sostenere questi impegni e per entrambe le linee di sviluppi il PNRR Piano nazionale Ripresa e Resilienza è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale. Nel caso degli investimenti in digitale la quota di imprese che dichiarano di fare riferimento al PNRR arriva al 31% mentre per quanto riguarda gli investimenti in sustainability la percentuale è appena al di sotto del 30%.

La spinta del 4.0 anche nella direzione della sostenibilità

Guardando al ruolo delle tecnologie collegate agli investimenti in digital transformation, la ricerca sottolinea il ruolo della robotica che è indicata dal 24,1% come investimento primario nell’ambito della digitalizzazione unitamente ai sistemi per la simulazione allo scopo di ottimizzare i processi. Un ruolo fondamentale resta in capo ai big data e alle soluzioni per gli analytics che sono citati dal 15% dei casi, in aumento l’attenzione verso l’Intelligenza Artificiale che è destinata a occupare una posizione sempre più importante nell’orizzonte di sviluppo delle imprese.

Digital e green: è l’unione che fa la forza

L’obiettivo della produttività è il grande denominatore comune delle prospettive di investimento, ma la convergenza tra lo sviluppo del digitale e lo sviluppo della sostenibilità appare per le aziende come un valore aggiunto in grado di incidere in modo diretto sulla competitività.

Per la quota di aziende che investono sia nell’innovazione sostenibile sia nel digitale le previsioni parlano di un aumento della produttività del 14%. Un segno questo di quanto Green e digital possano essere interpretate come transizioni gemelle. Se si guarda alle prospettive di sviluppo della produttività limitate alle sole tecnologie digitali la prospettiva è del 12% mentre se l’orizzonte riguarda le sole tecnologie green è invece dell’8%. Appare evidente come l’unione di green e digital possa effettivamente ”fare la forza”.

Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, in una nota dell’istituto, ha sottolineato che grazie alla liquidità accumulata nel biennio 2020-2021 è stato possibile indirizzare investimenti in attività materiali e in risorse intangibili fondamentali per lo sviluppo come la R&D. In più i processi di innovazione si stanno sviluppando in forme sempre più integrate con logiche che uniscono il passaggio al digitale e al green unitamente a forme di upskilling e di crescita manageriale in un contesto che favorisce integrazione e sviluppo.

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