In quanti casi, a fronte della richiesta di spiegazione in merito a una specifica tecnologia, ci è parso più semplice raccontare “che cosa non è”. Nel caso del Metaverso questo atteggiamento va considerato con ancora maggiore attenzione perché sul che cosa sia e cosa non sia il Metaverso non sono mancate voci spesso discordanti. Per questo appare particolarmente utile il contributo che arriva dall’Osservatorio Extended Reality & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano che ha voluto proprio portare l’attenzione su 10 falsi miti che hanno contribuito a creare l’attuale immagine del Metaverso e sui quali è utile “fare chiarezza“.
Che cos’è esattamente il Metaverso?
Come punto di riferimento per questa analisi del Metaverso è quanto mai utile partire proprio dalla definizione ufficiale che arriva dall’Osservatorio Extended Reality & Metaverse del Politecnico di Milano. “Il Metaverso rappresenta un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi”.
A fronte di questa definizione del Metaverso, la nota dell’Osservatorio si arricchisce di un contributo di Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Extended Reality & Metaverse secondo la quale “Il Metaverso costituisce la prossima grande evoluzione dell’interazione online, con spazi virtuali interconnessi in cui gli utenti interagiscono tramite avatar. Un universo digitale nel quale le aziende stanno esplorando e valutando nuove opportunità di business”. Una attenzione che secondo i dati dell’Osservatorio ha già messo in moto 1,4 milioni di utenti internet, che frequentano almeno uno dei 212 mondi virtuali attualmente esistenti.
Per tracciare il profilo preciso del Metaverso serve confutare con precisione i falsi miti che rischiano di disorientare gli utenti e i mercati ed ecco dunque il contributo dell’Osservatorio.
Esiste un solo Metaverso
Il primo falso mito riguarda la convinzione che esistano più Metaversi. Il Metaverso, per definizione, è in realtà uno solo ed è costituito da più mondi virtuali che sono interoperabili e interconnessi tra di loro. Non è dunque corretto parlare di Metaversi al plurale e il Metaverso è a tutti gli effetti in via di sviluppo e di costruzione.
A fronte della convinzione che il concetto di Metaverso sia stato ideato da Facebook in occasione del lancio di Meta si ricorda che anche questo è un falso mito in quanto il Metaverso, ha trovato spazio in molte occasioni e in molti campi, da Snow Crash del 1992 e Player One del 2011 nel campo letterario a Ready Player One del 2018 nel cinema. Meta ha utilizzato il termine Metaverso allo scopo di rappresentare le opportunità offerte dalle tecnologie di Extended Reality e le possibilità di cambiare il modo di navigare il web con nuove forme di interazione tra mondo reale e digitale. In questa fase Meta appare prevalentemente orientata allo sviluppo di un proprio mondo virtuale che potrebbe, in futuro, diventare un ambiente del Metaverso.
Il terzo falso mito è decisamente comune e attiene alla convinzione che il Metaverso sia sinonimo di realtà virtuale: Anche questo è falso, la realtà virtuale è una tecnologia immersiva e consente agli utenti di muoversi in un ambiente virtuale simulato. Il Metaverso è un concetto più articolato dove trovano spazio, più mondi virtuali interconnessi tra loro. Nello stesso tempo va osservato che la realtà virtuale a sua volta, unitamente a Realtà Aumentata e Realtà Mista, costituisce uno dei pilastri del Metaverso.
Il Metaverso deve essere immersivo
Anche il quarto falso mito è decisamente comune e parla di un accesso al Metaverso possibile solo tramite un visore. Una convinzione anche in questo caso da superare perché il Metaverso è agnostico: non richiede uno specifico device per l’accesso e può essere raggiungibile da diversi strumenti come possono essere uno smartphone, un PC o, nel caso, naturalmente anche da un visore. Va poi aggiunto che la tipologia di hardware utilizzato per l’accesso determina il livello di immersività.
Chi crede che il Metaverso sia un “grande gioco” è incappato in un altro falso mito. Il Metaverso è spesso associato ad attività di gaming, anche in considerazione del fatto che il gioco rappresenta una delle prime esperienze accessibili all’interno dei mondi virtuali, ma non è corretto limitare il campo d’azione a questa sola dimensione, il Metaverso è in grado di generare opportunità in tanti altri ambiti applicativi. La componente di socializzazione è certamente importante, così come è importante la possibilità che offre il Metaverso di sviluppare iniziative e opportunità di business sia in chiave B2c sia in prospettiva B2b.
C’è poi un falso mito che merita una attenzione speciale, che richiede di essere indagato in modo attento e riguarda la convinzione che il Metaverso non abbia legami con il mondo reale. Anche questo è falso perché le attività degli utenti nei mondi virtuali esistenti e le attività che potranno svolgere in futuro nel Metaverso potranno avere importanti collegamenti con il mondo reale e con una dimensione fisica. Gli esempi possono essere numerosi, nel mondo del retail e nel commercio rientra la possibilità di disporre di sconti che possono poi essere utilizzati all’interno di punti di vendita fisici, oppure si possono visualizzare sul Metaverso prodotti che possono essere poi ordinati all’interno di un negozio reale. Nello stesso tempo le soluzioni di Extended Reality potranno arricchire di contenuti speciali alcuni prodotti fisici in modalità che rappresentano una integrazione tra mondo digitale e reale.
Il rapporto tra Metaverso e sviluppo del business
Il settimo falso mito è prettamente legato alle prospettive di sviluppo e riguarda chi sostiene che il Metaverso non permetta alle imprese di fare business. Anche questo è falso in quanto il Metaverso potrà offrire alle aziende la possibilità di estendere la propria offerta di beni e servizi sia ai consumatori finali sia alle aziende. Una prospettiva questa che può comprendere, ad esempio, il lancio di prodotti digitali specifici, come possono essere ad esempio le collezioni NFT, o come possono rappresentare anche tipologie di eventi fruibili esclusivamente all’interno di questo nuovo mondo. Il Metaverso può abilitare la creazione di nuove modalità e nuovi canali di relazione con i clienti e rappresenta un veicolo per raggiungere nuovi utenti. Dal punto di vista dello sviluppo professionale nel Metaverso sarà possibile attuare nuove forme di collaborazione a distanza con una elevata immersività.
L’ottavo falso mito è a sua volta particolare e sollecita una riflessione su diverse forme di innovazione. Il fatto che il Metaverso possa essere assimilato al Web3 è a sua volta falso. L’Osservatorio sottolinea che il Metaverso non è sinonimo di Web3, ma ne potrà far parte. Se si guarda al Web3 come a una nuova versione del web che fa leva su temi come decentralizzazione, componibilità delle applicazioni, accessibilità dei servizi, possibilità di possedere e scambiare asset digitali e di gestire la propria identità online senza intermediari, il Metaverso potrà svilupparsi in questa direzione. Se si guarda con attenzione ai tre pilastri del Metaverso: mondi virtuali, tecnologie di XR e interoperabilità, si può osservare che quest’ultima dimensione potrà concretizzarsi più facilmente grazie al Web3.
In termini di modalità di sviluppo il nono falso mito chiede di fare chiarezza sul rapporto tra Metaverso ed Extended Reality. Si tende a pensare che il Metaverso ingloberà tutti i progetti sviluppati con tecnologie di Extended Reality, ma anche questo è falso. Più realisticamente sarà la tipologia di progetti da realizzare che guiderà la scelta se impiegare o meno il Metaverso, ovvero se questa prospettiva sia necessaria per raggiungere un determinato scopo o se non siano invece sufficienti soluzioni basate sulle tecnologie di Extended Reality.
Il decimo e ultimo falso mito è poi quello che deve reggere e motivare la stessa visione futura del Metaverso. Chi sostiene che il Metaverso sia già morto è evidentemente fuoristrada. Si tratta ancora una volta di un falso, anche perché come sottolinea l’analisi dell’Osservatorio il vero Metaverso con tutte le sue specificità ancora non esiste. Esistono tanti mondi virtuali che possono rappresentare una sorta di punto di accesso al Metaverso e in futuro potranno magari diventare interoperabili e componibili, creando effettivamente le condizioni per il Metaverso del futuro.