“Migliorare l’interoperabilità nel settore pubblico è fondamentale per costruire un’Unione Europea digitale che sia aperta, inclusiva, giusta e affidabile. Traduce l’idea chiave per l’Europa di trovare insieme soluzioni migliori per l’era digitale. Permette alle pubbliche amministrazioni di cooperare meglio, di comprendersi e confidare l’una nell’altra, a vantaggio delle persone, delle imprese e delle nostre comunità”. E’ ciò che ha dichiarato Johannes Hahn, European Commissioner for Budget and Administration, in merito al nuovo Interoperable Europe Act proposto dalla Commissione europea per rimuovere gli ostacoli (legali, organizzativi e tecnici) che impediscono la condivisione e il riutilizzo delle informazioni tra pubbliche amministrazioni e con il fine di rafforzare interoperabilità e cooperazione transfrontaliera del settore pubblico in tutta l’UE.
La Commissione europea scrive che la legge sosterrà la creazione di una rete di amministrazioni pubbliche digitali sovrane e interconnesse e accelererà la transizione digitale del settore pubblico europeo, aiutando l’UE e i suoi Stati Membri a fornire servizi pubblici “cross-border” più efficienti ai cittadini e alle imprese. In quanto tale, la legge costituisce un passo essenziale verso il raggiungimento degli obiettivi digitali europei per il 2030 e per il sostegno ai flussi di dati affidabili. L’Interoperable Europe Act aiuterà anche a ridurre le spese: secondo la Commissione l’interoperabilità transfrontaliera può portare a tagli tra i 5,5 e i 6,3 milioni di euro per i cittadini e tra i 5,7 e i 19,2 miliardi per le imprese che hanno rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Interoperable Europe Act: il contesto
Essenzialmente, l’interoperabilità riguarda il raggiungimento di obiettivi comuni insieme, nonostante la distanza organizzativa o geografica tra gli attori. Nel settore pubblico l’interoperabilità rappresenta la capacità delle amministrazioni di cooperare e far funzionare i servizi pubblici al di là delle frontiere, dei settori e dei confini organizzativi. Consente di risparmiare tempo e costi per i cittadini e le imprese migliorando le loro interazioni con le amministrazioni. La lotta contro il Covid-19 è un ottimo esempio di interoperabilità efficace. Grazie all’interoperabilità, la creazione del certificato digitale COVID dell’UE ha facilitato i viaggi transfrontalieri durante la pandemia.
I servizi pubblici digitali interoperabili sono essenziali per la costruzione del mercato unico digitale. Oltre ai benefici economici e agli incrementi di efficienza, gli studi dimostrano che l’interoperabilità influisce positivamente sui valori pubblici, come il miglioramento della fiducia dei cittadini nei loro governi.
Negli ultimi anni, la pubblica amministrazione digitale e gli esperti di dati hanno sviluppato pratiche comuni di cooperazione in materia di interoperabilità ad ampio raggio basate sull’attuale quadro europeo di interoperabilità (FEI). Tuttavia, recenti valutazioni hanno messo in luce gravi limiti di questo approccio di cooperazione interamente volontario. Gli Stati membri dell’UE hanno sempre più sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione europea in materia di interoperabilità. La proposta della Commissione risponde proprio a questa esigenza.
Il nuovo Interoperable Europe Act
Nello specifico, l’Atto sull’Europa interoperabile introduce un quadro di cooperazione per le amministrazioni pubbliche dell’UE che favorisce lo scambio sicuro di dati a livello transfrontaliero e l’accordo su soluzioni digitali condivise, come software aperti, linee guida, liste di controllo, inquadramenti e strumenti informatici. La legge consentirà inoltre alle amministrazioni di cooperare più efficientemente, scambiarsi informazioni e garantire la fornitura agevole di servizi pubblici oltre le limitazioni territoriali, settoriali e organizzative. Stimola l’innovazione del settore pubblico e i progetti pubblici/privati “GovTech”.
Ciò raggruppa risorse preziose a sostegno degli enti del settore pubblico in tutta l’UE e apre la strada a un migliore riutilizzo delle soluzioni esistenti (idealmente open source) a beneficio pubblico. In tal modo, contribuisce a rimuovere gli oneri amministrativi, compresi gli ostacoli giuridici, organizzativi, semantici e tecnici. Di conseguenza, ridurrà i costi e i tempi per le imprese e i cittadini, le imprese e lo stesso settore pubblico.
Il nuovo Interoperable Europe Act introduce:
- Una cooperazione strutturata dell’UE in cui le pubbliche amministrazioni, sostenute da attori pubblici e privati, si riuniscono nel quadro di progetti in comproprietà tra gli Stati membri, nonché le regioni e le città.
- Valutazioni obbligatorie per valutare l’impatto dei cambiamenti nei sistemi informatici sull’interoperabilità transfrontaliera nell’UE.
- La condivisione e il riutilizzo di soluzioni, spesso open source, alimentate da un “portale europeo interoperabile”, uno sportello unico per le soluzioni e la cooperazione comunitaria.
- Innovazione e misure di supporto, tra cui sandbox normativi per la sperimentazione delle politiche, progetti GovTech per sviluppare e ampliare soluzioni per il riutilizzo e supporto alla formazione.
Il Comitato europeo sull’interoperabilità
Il futuro quadro di cooperazione in materia di interoperabilità sarà guidato dall’Interoperable Europe Board. Il Comitato sarà composto da rappresentanti degli Stati membri dell’UE, della Commissione, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo. Tra l’altro, il comitato avrà il mandato di concordare risorse riutilizzabili, misure comuni di sostegno e innovazione e di aggiornare il quadro europeo di interoperabilità (o European Interoperability Framework).
La comunità Europa interoperabile che sosterrà il consiglio riunisce un’ampia gamma di professionisti ed esperti interessati, ad esempio, provenienti da società GovTech, dalla comunità Open Source, dalle regioni e dalle città di tutta l’UE per contribuire all’implementazione di nuove soluzioni. Il programma Europa digitale sarà il principale strumento di finanziamento per l’attuazione dell’Interoperable Europe Act