Una delle dimensioni più intense e incisive dell’innovazione riguarda senza dubbio la conoscenza e la sua condivisione. Il confronto con gli innovatori, con chi stimola e guida progetti di trasformazione e con chi affronta sfide scientifiche e personali permette di aprire nuove prospettive e creare nuovo valore. Con questo spirito di innovazione e di condivisione, il primo appuntamento 2023 di Leaders&Tech condotto da Nico Losito, Vice President IBM Technology Italia, con Pietro Lanza, IBM Technology banking and insurance director per l’Italia, ha visto il confronto speciale con tre protagonisti di eccezione. Andrea Duilio, CEO SKY Italia, Serena Giacomin, Fisica climatologa, Alberto Cova campione olimpico dei 10.000 metri piani ai Giochi di Los Angeles 1984 e campione mondiale a Helsinky 1983, hanno infatti portato le loro esperienze e la loro visione professionale, scientifica e personale e hanno acceso il confronto con la community degli innovatori.
Leaders&Tech: le tre tappe del 2022
Nico Losito ha aperto i lavori e ha ricordato le tappe del 2022 di questo percorso di innovazione, realizzato i collaborazione con Digital360 e caratterizzato da temi che incidono in modo sempre più evidente sulla competitività delle imprese. Il Vice President IBM Technology per l’Italia ha richiamato i momenti di lavoro e di collaboration legati alla “Predictive Enterprise”, all’“Agile Enterprise & new skill” e al più recente “Impact & Sustainability”, argomenti che gli innovatori di L&T hanno affrontato in tre workshop specifici accuratamente preparati da momenti di confronto e con la condivisione di ricerche e approfondimenti. La individuazione di apposite metodologie di condivisione e collaborazione pensate per ciascun tema ha poi caratterizzato la struttura dei lavori e lo svolgimento di ogni incontro.
Losito ha ricordato la scelta, nel caso del tema relativo alla Predictive Enterprise, di dare vita a un assessment che permettesse di valutare la propensione ad avvalersi di capacità predittive. In questo caso il lavoro svolto con gli innovatori di L&T, grazie alle indicazioni di Nico Losito e Pietro Lanza, ha visto la costituzione di gruppi di lavoro dedicati a valutare il livello di maturità e il posizionamento di ciascuna impresa rispetto alle condizioni abilitanti che consentono di sfruttare le capacità predittive dei dati. La governance, la cultura del dato, la diffusione delle competenze di analisi unitamente alla disponibilità e qualità dei dati interni ed esterni, sono i temi che si sono affrontati ai tavoli di lavoro e che sono stati sintetizzati in un momento di confronto finale.
Pietro Lanza ha richiamato il lavoro svolto in relazione ai temi dell’“Agile Enterprise & new skill” con la flessibilità della metodologia World Cafè. Un approccio che ha consentito di dar vita a conversazioni informali e costruttive coordinate da un facilitatore. Una serie di confronti che hanno focalizzato l’attenzione sulle quattro leve che abilitano il processo di trasformazione delle aziende verso paradigmi organizzativi più agili: l’evoluzione della Struttura Organizzativa, la diffusione di Cultura e Competenze, la semplificazione di Processi e Strumenti e l’apertura alla collaborazione con l’Ecosistema.
Losito e Lanza hanno poi ricordato l’evento dedicato a “Impact & Sustainability” in cui si è dato spazio al racconto e all’esposizione di esperienze significative e alla identificazione delle principali declinazioni che caratterizzano l’impatto aziendale. L’esposizione di alcune esperienze dei membri della community in forma di Elevator Pitch ha caratterizzato la metodologia adottata per questo workshop.
Per il primo incontro del 2023 di Leaders&Tech Nico Losito e Pietro Lanza hanno scelto di aprire la community agli stimoli di tre testimonianze e tre sfide speciali nelle quali la dimensione professionale si è intrecciata in modo inscindibile con quella personale.
Affrontare il cambiamento con una innovazione a 360°
Andrea Duilio, introdotto da Nico Losito con una nota che ha messo in evidenza l’importanza di vivere qualsiasi cambiamento nel segno dell’innovazione, ha portato il racconto di una sfida nata con l’ingresso in Sky Italia nel ruolo di Ceo. Un passaggio avvenuto in una fase strategica nel percorso aziendale, determinato dal cambiamento di scenario nella gestione dei diritti relativi al campionato di calcio. Un momento significativo nella storia dell’azienda, destinato a rappresentare una discontinuità rilevante per una realtà che ha costruito gran parte della propria offerta e della propria identità proprio su questo sport.
Da una dimensione definibile per certi aspetti “calcio-centrica” è apparso necessario passare a un nuovo approccio, che andava creato puntando sull’innovazione, in una sfida che destava non poche preoccupazioni. La necessità di identificare e sviluppare nuove prospettive ha fatto partire una “challenge” di business che è diventata anche una personale. Lo scenario, rappresentato da un palinsesto che non poteva più far leva come nel passato sulla forza di attrazione del calcio, richiedeva un impegno speciale in termini di innovazione per creare una formula completamente nuova. Ed è qui che è maturata la scelta di affrontare questo cambiamento con una “innovazione a 360°”, con la volontà di concentrare l’attenzione non “solo” sul palinsesto e sul calcio, ma di prendere in considerazione un posizionamento più generale. A fronte di questa visione si è fatto leva su un fortissimo senso di engagement, su una compattezza e una determinazione al cambiamento che andavano ben oltre il “tema del calcio”.
Nella testimonianza di Andrea Duilio si coglie l’importanza di una visione che ha poi portano a un posizionamento aziendale che sposta il focus dall’individuo alla famiglia. La speciale attenzione che veniva rivolta all’appassionato di calcio (o di altri contenuti) viene arricchita da una prospettiva nella quale l’attenzione abbraccia le “passioni” e gli interessi dell’intero contesto famigliare. Da questa visione è nata una programmazione che ha portato a un’offerta più ampia e articolata in grado di rispondere a bisogni diversi con un ingaggio più esteso presso diversi componenti del nucleo famigliare. Questo scenario è stato supportato da una serie di scelte che hanno inoltre contribuito a trasformare Sky da “Casa del calcio” a “Casa dello sport” e da un arricchimento dell’entertainment per incontrare esigenze e gusti di diversi interlocutori.
Un cambiamento importante che, in questo caso, si è concretizzato sul “terreno” tradizionale dei contenuti, ma che rappresenta solo una parte della sfida strategica che è stata avviata e che si è estesa anche ad altri mercati. Le sfide di Sky WiFi e di Sky Glass hanno infatti contribuito a rafforzare ulteriormente la presenza nel contesto famigliare, rispondendo ad altre esigenze, ma con una esperienza utente che poteva continuare a fare riferimento in modo organico al brand Sky.
Climate change: la sfida di unire scienza e divulgazione
Nico Losito ha poi voluto aprire lo spirito della community Leaders&Tech ai temi legati alla sfida ambientale che hanno animato l’intervento della Fisica climatologa Serena Giacomin. In particolare, dal dialogo e dal confronto, è emerso come gli scenari legati alla metereologia e alla climatologia abbiano un punto di contatto importante nel ruolo dell’innovazione digitale. L’importanza dei dati per indagare l’evoluzione del clima terrestre e la possibilità di analizzare le interazioni tra attività umane e clima aiutano a mettere a disposizione evidenze scientifiche e indicazioni sulle azioni da intraprendere.
La sfida climatica è entrata senza dubbio nella nostra quotidianità ed è un tema sul quale la comunità scientifica internazionale lavora e comunica da molti decenni. Le criticità legate al climate change che abbiamo davanti ci impongono di proiettare il nostro sguardo e la nostra responsabilità verso il futuro e ci mostrano in modo chiaro che molte delle prospettive del nostro futuro sono determinate dalle scelte che decidiamo oggi.
Quella della siccità è una immagine che Serena Giacomini richiama con una foto del fiume Tagliamento scattata nel mese di marzo. Una immagine che mostra un corso d’acqua inaridito come solitamente accade solo a luglio o ad agosto. Se a questa immagine si aggiunge il contributo della tecnologia e se lo stesso fiume viene analizzato tramite scatti satellitari, si trova una ulteriore conferma di una carenza di acqua che cambia lo scenario circostante, sia nel paesaggio sia nelle attività economiche. E una delle interconnessioni più evidenti e dirette è proprio con l’agricoltura, chiamata già oggi ad affrontare questa situazione come un’autentica emergenza.
Il rischio che corriamo non è solo quello della mancanza di acqua o di altre minacce sul piano “fisico”. Giacomin mette in evidenza il rischio di considerare la crisi climatica “come se fosse lontana nel tempo e nello spazio”. La “distanza” temporale che ancora si percepisce porta ad avere una sensibilità ridotta rispetto a problemi che sono collocati in un futuro che è sempre più vicino.
E arriva l’invito a preoccuparci per il futuro degli abitanti di Kiribati come un esempio che assume un valore simbolico per il futuro del Pianeta. Kiribati è un arcipelago in area equatoriale caratterizzato da un territorio che è appena 2 metri sopra il livello del mare. Con l’innalzamento degli oceani tra un paio di decenni i suoi abitanti si ritroveranno senza casa e senza territorio. Può sembrare lontano per la distanza, ma è il risultato di un cambiamento progressivo drammaticamente evidente che deve essere considerato come uno stimolo per agire.
Una azione questa che chiama la scienza a tornare a sottolineare l’importanza di agire sui due grandi piani della mitigazione e dell’adattamento. E Serena Giacomin tiene a sottolineare come per la mitigazione servano azioni strutturali profonde, cambiamenti rilevanti e tempi lunghi. Al contrario, le azioni di adattamento possono portare risultati anche in tempi brevi e possono permettere di ridurre l’impatto del cambiamento climatico eliminando il fattore legato alla distanza temporale.
Il talento individuale come un grande “gioco di squadra”
La velocità è certamente uno degli ingredienti della sfida di Alberto Cova, campione olimpico dei 10.000 metri piani ai Giochi di Los Angeles 1984 e campione mondiale a Helsinky 1983. Il confronto con la community di Leaders&Tech parte da uno scambio tra Cova e Losito sul valore e sull’importanza delle relazioni umane nel creare le condizioni che permettono al talento di esprimersi al meglio e ai team di raggiungere gli obiettivi .
La velocità è a sua volta uno dei protagonisti di questo racconto. Per vincere una Olimpiade occorre arrivare a “dare il massimo”, ma come mettono bene in evidenza Losito e Cova i limiti si superano nel momento in cui si crea una grande fiducia nel team perché lo scatto che permette di “alzare le braccia davanti al mondo” è il frutto di tante scelte giuste e di tante e diverse competenze.
Il racconto di Alberto Cova parla proprio dell’importanza di mettere a disposizione competenze, stimoli e motivazioni anche in quella che definisce come la sua “seconda vita” che segue oggi quella del campione sportivo e che lo vede attivo nella consulenza aziendale. Il contesto è rappresentato da Hengi, Human Engineering e le sfide riguardano progetti come Best People First con cui si offre supporto a persone e organizzazioni nella crescita professionale e aziendale. Un impegno, quello per avere “le persone migliori per una organizzazione”, che Cova richiama ripercorrendo la propria esperienza di crescita umana e sportiva, mettendo in evidenza l’importanza di incontrare le persone giuste nel momento giusto.
L’attenzione al talento, ricorda con la sua testimonianza, sta nella capacità di individuare i punti di forza e le criticità di ciascuno per poter intervenire nel modo più appropriato.
Il “viaggio” di Cova è legato a scelte famigliari, a necessità e vincoli importanti che invitano ad affrontare l’impegno e la prospettiva di un futuro agonistico con grande senso di responsabilità. Un senso del dovere che si ritrova in scelte molto concrete: come quando si deve affrontare una fase della carriera nella quale lo sport si presenta anche come una sfida economica, a fronte di alternative che promettono una carriera sicura. Tanti sacrifici che garantiscono la possibilità di allenarsi, di far crescere il talento nel rapporto con allenatori, preparatori atletici e con altri atleti. Tutti contribuscono a una crescita sportiva che è sempre – e questo è il messaggio forte di Cova – una crescita umana, basata su relazioni che hanno un baricentro insostituibile fondato sulla fiducia.
Con i risultati arrivano poi altre scelte e accanto alla passione, che rappresenta l’altra dimensione di questo racconto, cresce l’importanza di disporre di una visione, di un metodo. Nella narrazione si coglie la consapevolezza che, per quanto la corsa sia uno sport individuale, quando si lavora in squadra “non si è mai soli”. Il risultato finale, anche di uno scatto all’ultima curva, è il frutto di tanti talenti. E si moltiplicano le citazioni al fisioterapista (il “meccanico” del team), al medico, al preparatore atletico, a tutti coloro che fornivano anche un supporto indiretto in tutte le fasi, di allenamento e di perfezionamento. In tutte le scelte.
Un crescendo che arriva alla grande emozione della gara, alle decisioni che in quei frangenti fanno la differenza e che sono a loro volta il frutto di una disciplina, di una determinazione e (appunto) della fiducia in tutti coloro che hanno permesso di arrivare all’ultimo giro dei diecimila, nel modo giusto, al momento giusto. E lì conta poi la capacità di visione e di lettura della gara, la capacità di intuire “che i rivali non sono così imprendibili come si pensava” e che anzi, la forza fisica e mentale che la squadra ha saputo trasmettere, può esprimersi in tutta la sua energia per arrivare a braccia alzate sul “tetto del mondo” dello sport.