In un contesto globale sempre più instabile, la funzione Procurement si trova ad affrontare sfide inedite e complesse. Dall’aumento delle tensioni geopolitiche alle nuove normative sulla sostenibilità, passando per l’adozione di tecnologie innovative: i responsabili degli acquisti devono ridefinire strategie e processi per garantire competitività e resilienza. Ma come possono le aziende bilanciare l’ottimizzazione dei costi con la necessità di una Supply Chain più sostenibile e sicura? Ne abbiamo parlato con Paolo Fincato, VP Procurement della Italy Roundtable (sezione italiana) del Council of Supply Chain Management Professionals (CSCMP) – una tra le principali associazioni internazionali di logistica – per comprendere le evoluzioni del settore e le strategie più efficaci per affrontare il futuro.
Quali sono i principali problemi che i responsabili del Procurement dovranno affrontare nei prossimi anni?
Una delle tematiche di maggiore attualità riguarda l’ottimizzazione dei costi in un contesto sempre più complesso e vincolato senza, però, compromettere la flessibilità operativa. Questa sfida è resa particolarmente ardua da fattori come l’aumento delle barriere doganali, le guerre economiche e le sanzioni internazionali, e quindi l’impossibilità di commerciare con alcuni paesi e di accedere a determinate tecnologie. Di conseguenza, diventa cruciale sviluppare strategie di acquisto innovative che consentano di raggiungere gli obiettivi di risparmio senza pregiudicare la resilienza della catena di fornitura.
Quanto influiscono su questo scenario le tematiche della sostenibilità e dell’economia circolare?
L’Unione Europea sta spingendo la sostenibilità tramite diverse direttive. Prima la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), poi il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) e ultima la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive). Le responsabilità e le attività necessarie per effettuare i controlli richiesti sono quindi sempre più elevate. L’introduzione del CBAM penalizza l’importazione di beni prodotti che hanno elevato impatto carbonico con l’intenzione di premiare le imprese che producono nell’UE in maniera virtuosa, con minore impatto carbonico. Il timore è che però queste barriere all’ingresso diventino un boomerang per l’industria comunitaria che, con costi incrementati, potrebbe non riuscire più a competere a livello mondiale in aree con regolamentazione meno stringente. La CSDDD richiederà invece di fare audit lungo l’intera filiera per garantire il rispetto dei diritti umani e delle norme ambientali. Per le aziende europee, la sfida è quindi quella di riuscire a gestire tutti gli oneri crescenti, trasformandoli in opportunità di business, Questo scenario richiede un ripensamento radicale delle strategie di fornitura, tenendo ben presenti anche le responsabilità sociali e ambientali».
Innovazione e sostenibilità nel Procurement, come attuare un piano di Supply Chain Risk Management?
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è rappresentato dalla gestione dei rischi nella Supply Chain. Per fronteggiare da una parte la crescente esposizione a guerre economiche e barriere commerciali nel contesto geopolitico attuale e dall’altra la maggiore frequenza e violenza di eventi che possiamo definire catastrofici (black swan), le aziende stanno rivedendo le loro Supply Chain globalizzate, accorciandole e localizzandole in paesi amici, non limitandosi a valutare solo i costi più bassi ma puntando invece a incrementarne la resilienza. Per affrontare questi problemi, si stanno sviluppando sistemi avanzati di gestione dei rischi nelle catene di approvvigionamento, che includono progettazione, manutenzione e monitoraggio continuo.
Quanto è (e sarà) importante, per il mondo degli acquisti, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione?
L’Intelligenza Artificiale, così come le tecnologie emergenti, stanno mostrando applicazioni sempre più concrete, offrendo strumenti in grado di migliorare la previsione della domanda, l’ottimizzazione dei processi decisionali e la gestione della relazione con i fornitori. Le aziende devono quindi capire come integrare queste tecnologie nei propri processi per trarne vantaggio competitivo.
Innovazione e sostenibilità nel Procurement, le esperienze delle aziende
Nel corso dell’ultima Conferenza annuale organizzata dal CSCMP a Milano, Supply Chain Edge Italy 2024, sono stati presentati esempi concreti di diverse realtà del Paese si stanno muovendo per affrontare queste sfide.
Enel e ABB, il percorso una strategia di decarbonizzazione
Enel ha presentato il percorso fatto per implementare i processi necessari a calcolare, certificare e rendicontare le emissioni della Supply Chain e quindi la strategia di decarbonizzazione che è stata implementata guidando i fornitori verso lo sviluppo di prodotti con carbon footprint sempre minore.
«L’azienda – ha spiegato Fincato – ha così ottenuto risultati importanti, con curve di riduzione ben più rapide rispetto quelle previste nelle tendenze dei singoli settori. Un percorso virtuoso e di successo che ha però richiesto anni per la sua implementazione. ABB, produttore di dispositivi e infrastrutture per la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, ha presentato illustrato i risultati raggiunti nella decarbonizzazione, sia nei propri processi produttivi sia in quelli dei suoi fornitori evidenziando i problemi legati nella fase d’uso ai contesti paese dove la produzione di energia elettrica è ancora legata a fonti fossili»
ERG, una transizione da azienda petrolchimica a energetica green
A seguire, ERG ha mostrato come una transizione da azienda petrolchimica a energetica green richieda tempi lunghi e lo sviluppo di competenze nella filiera. «Un impegno che, per ragioni di fattibilità, è stato concentrato sui fornitori più grandi e importanti. Le difficoltà e il ritardo che abbiamo nel tessuto industriale italiano si rileva nelle aziende di dimensioni medie e medio-piccole con bassa esposizione internazionale. Queste aziende devono investire in competenze e processi».
Gruppo ENI, una piattaforma per promuovere efficienza e trasparenza nella Supply Chain
A supporto di questo processo il Gruppo ENI ha lanciato la piattaforma Open-es, con il duplice obiettivo di promuovere efficienza e trasparenza nella catena di fornitura.
Come ha sottolineato il VP: «Le aziende che aderiscono alla piattaforma mettono a disposizione i loro dati e informazioni a tutti i capi-filiera e buyer per evitare il dispendio di energia di moltiplicare attività di rendicontazione con metodologie diverse richieste dai diversi clienti. In questo modo si offrono opportunità di formazione per le PMI e supporto nello sviluppo delle competenze necessarie a soddisfare i nuovi requisiti normativi. Il loro Osservatorio sui temi ESG focalizzato sulle PMI evidenzia come, mentre c’è un livello soddisfacente sui temi S-Social (in particolare nelle politiche e gestione dipendenti) e G-Governance (in particolare nell’anticorruzione), si registrano ritardi sul tema E–Environment. In particolare, le maggiori difficoltà si riscontrano in relazione alla capacità di misurare correttamente impatto carbonico, consumo d’acqua, economia circolare. Siamo quindi ancora ai primi passi: misurare per poi pianificare le azioni di controllo e miglioramento».
Innovazione e sostenibilità nel Procurement, servono (anche) strumenti e competenze nuove
«Il mondo degli acquisti, ha concluso Fincato, sta affrontando una trasformazione senza precedenti, le Supply Chain dovranno contemporaneamente perseguire obiettivi di risparmio, di sostenibilità, di gestione dei rischi e di innovazione che richiedono un approccio integrato e una visione strategica. Ci sarà bisogno di investimenti per sviluppare sia strumenti sia competenze nuove, ma non basterà. Per mettere a punto gli strumenti per affrontare queste complessità e trasformarle in opportunità ci vorrà una forte e chiara guida del vertice aziendale».