IBM Point of View

ESG e innovazione: due sfide da vincere puntando sul digitale

La community Leaders & Tech creata da IBM inaugura il nuovo anno di incontri mettendo al centro la sostenibilità. Lo vuole fare in modo completo, concreto e virtuoso, lo può fare utilizzando la leva del digitale. Una scelta necessaria sia per avviare processi di cambiamento, sia per misurarne l’impatto e mantenere la giusta direzione, quella di una innovazione responsabile e lungimirante.

Pubblicato il 01 Giu 2023

ESG

La sostenibilità è diventata una indiscutibile urgenza, le imprese si dimostrano sensibili al tema e anche le nuove generazioni. È il momento perfetto per occuparsene, per agire concretamente e assieme, facendo sistema. Non è un caso, quindi, se al centro del primo appuntamento del ciclo 2023 di Leaders & Tech c’è la sustainability, con le sue tre componenti, da intrecciare saggiamente: quella ambientale, quella sociale e quella economica.

Questa iniziativa, ideata da IBM in collaborazione con Digital360 e Partner4Innovation, è giunta al suo secondo anno di vita. Riunisce i leader del presente, per mettere valide basi per il futuro. In particolare, in questo primo appuntamento la variegata community ha affrontato il tema dei modelli e delle filiere circolari. La domanda che ha implicitamente guidato l’incontro è stata “Come creare valore e come misurarlo?”.

“Abbiamo scelto questa declinazione della sostenibilità a seguito dell’interesse suscitato lo scorso anno. Il nostro obiettivo è quello di ottenere take away pratici e raccogliere casi concreti perché, condivisi, diano vita a nuove idee virtuose” ha spiegato Nicola Losito, Vice President di IBM Technology per l’Italia. Con queste parole ha aperto un appuntamento partecipato e partecipativo, in cui il digitale si è confermato un forte elemento abilitante, anche in termini di ESG, come illustrato anche all’interno del manifesto, redatto dalla community stessa.

Materiali, supply chain e circolarità: le tre sfide di OVS

Prima di un momento di brainstorming, per capire come meglio sfruttare questa leva di cambiamento, si è scelto di dare spazio alla concretezza e ai fatti. Protagonista, OVS, un’azienda che ha imboccato la strada della sostenibilità e la sta percorrendo step by step in modo trasparente. In maniera altrettanto trasparente, il suo Head of Sustainability Simone Colombo ne ha illustrato la strategia.

Partendo dalla consapevolezza di appartenere a uno dei settori più inquinanti al mondo, OVS ha sviluppato un piano di decarbonizzazione, usandolo per far evolvere il business e non per rispondere a norme o “raddrizzare” indici internazionali. L’impatto è stato triplice: sul prodotto, lavorando sui materiali e sui processi, sulle persone, minimizzando il gender gap, e sulla trasparenza, alla base di un approccio integrato ed evolutivo.

Quello illustrato da Colombo è un piano “work in progress” non privo di sfide. La prima riguarda le materie prime, in particolare il cotone. La direzione scelta è quella di puntare su nuove tecniche di agricoltura generativa, migliorando anche la capacità di realizzare previsioni meteorologiche. Per quanto riguarda la supply chain, l’obiettivo guida è quello di raggiungere la completa tracciabilità della filiera. Inevitabile, in tal senso, passare dalla tecnologia mettendo in campo la blockchain, i data analytics e ogni piattaforma che possa aiutare a condividere informazioni, trasformandole in strumenti di cambiamento.

La terza sfida illustrata da Colombo richiama esplicitamente il titolo dell’incontro e parla di circolarità. Per un’azienda come OVS questo termine significa “chiudere il cerchio dell’abbigliamento – spiega lui stesso – lavorando su tutti i processi del ciclo di vita del prodotto con l’aiuto anche dell’intelligenza artificiale, per ottenere la scalabilità necessaria a gestire i nostri volumi”.

Stimoli e mission in nome di una innovazione tech&green

Agganciandosi ai temi sollevati da OVS, Stefano Belletti, independent advisor e contract professor, ha aperto il suo intervento mostrando una maglietta frutto del progetto Re-Up, con cui la stessa azienda ha saputo intrecciare sostenibilità ambientale e sociale in modo concreto e fruibile a tutti.

Autore anche del libro “Verde & Digitale”, Belletti ha poi messo in luce i maggiori stimoli che nell’attuale contesto hanno il potere di spingere le organizzazioni ad agire in termini di sostenibilità.

Il primo è il bisogno di innovare, un bisogno a volte innato ma oggi dettato obbligatoriamente dal mercato. Innovare è oggi una necessità in campo tecnologico, ma non solo, anche a livello di mindset e di gestione.

Forte poi il ruolo del digitale, soprattutto quando si tratta di misurare ciò che si sta facendo e come lo si sta facendo. Un digitale che resta un indiscusso co-protagonista della trasformazione green, sia attraverso app e piattaforme “ready to use”, nel B2B e nel B2C, sia con tecnologie all’avanguardia, tutte da esplorare e sperimentare.

L’importante è avere chiaro davanti a sé l’obiettivo del proprio fare innovazione, un’innovazione che potrebbe essere ribattezzata con il neologismo “innovability” (innovation + sustainability) per sottolineare l’inscindibile legame tra le due trasformazioni oggi necessarie.

Belletti ha poi sottolineato come la trasparenza stia diventando per ogni tipo di organizzazione un elemento fondamentale all’interno di ogni processo evolutivo. Sia quella verso l’esterno, il mercato e gli stakeholder, sia quella diretta alla propria forza lavoro che vuole e deve poter trovare riscontri concreti e riconoscersi nei valori annunciati nel piano strategico generale.

Dati al centro: misurare per innovare concretamente

Raccolti gli stimoli e le best practice illustrati nei due interventi, i partecipanti si sono confrontati con la domanda che aleggiava negli spazi dell’incontro fin dal suo inizio. Come e quando il digitale può maggiormente contribuire al percorso di sostenibilità di un’organizzazione?

Divisa in gruppi e confrontandosi reciprocamente sulle singole esperienze, la community ha indicato come principale sfida per la tecnologia applicata agli ESG quella del reporting e della valutazione dell’impatto del cambiamento innescato. I dati sono al centro, qualsiasi sia l’innovazione apportata, e si rivelano un driver per guidare le linee aziendali ma anche i comportamenti dei singoli. È essenziale che ci sia una convergenza in tal senso, un ritrovarsi lungo la stessa strada, anche se su piani diversi.

Una seconda triplice sfida emersa – tecnologica, ambientale e sociale – è quella dell’integrazione dell’innovazione nelle operation. Una mission doverosa ma ostica, che le nuove tecnologie possono rendere più affrontabile e appassionante, in primis l’intelligenza artificiale, “coltivata” anche attraverso iniziative di open innovation. 

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Marta Abbà
Marta Abbà

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