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Data center e sostenibilità: con Ecostruxure IT di Schneider Electric il reporting è automatizzato



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Entro il 15 maggio 2024, i proprietari e gestori di data center dovranno conformarsi alla Direttiva europea sull’Efficienza Energetica (EED). L’impiego di data analytics e modelli che fanno leva sull’AI semplifica l’adesione a tale obbligo di rendicontazione e Schneider Electric si impegna a supportare le aziende mediante l’evoluzione di EcoStruxure IT

Pubblicato il 6 mar 2024

Claudia Costa

Web Content Editor



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Sempre più organizzazioni devono prepararsi per allinearsi a normative di prossima introduzione, come la European Energy Efficiency Directive (EED) che richiede la capacità di rendicontare i consumi energetici dei data center e dell’IT a partire da Maggio 2024. Per questo è sempre più significativo disporre di strumenti e tecnologie con cui accedere a dati di primaria importanza, in tempo reale.

Con il lancio della nuova dashboard basata sull’Artificial Intelligence e con le nuove funzionalità “model based” e automatizzate di reporting di sostenibilità introdotte nel software di gestione dell’infrastruttura Data Center (DCIM) EcoStruxure IT, i clienti di Schneider Electric potranno sfruttare rapidamente i dati disponibili per conformarsi alla nuova regolamentazione.

Le nuove funzionalità, frutto di tre anni di investimenti strategici, test rigorosi e attività di sviluppo condotte nel quadro del Green IT Program di Schneider Electric, offrono una maggiore visibilità sul consumo di energia e risorse, una analisi dello storico dei dati e metriche dettagliate: un supporto prezioso per tracciare, misurare e ottimizzare i propri processi che consente alle aziende – di diverse dimensioni e dei più disparati settori – di rispondere celermente agli obblighi.

Perché si parla di sostenibilità dei data center

In occasione dell’evento stampa virtuale organizzato dall’azienda Alison Matte, Sustainability Lead for EcoStruxure™ IT ha posto l’accento sulla complessità crescente del ruolo del Chief Information Officer (CIO), soprattutto alla luce delle sfide poste dal crescente consumo di energia elettrica nel settore IT. Secondo la Commissione Europea, l’industria ICT consuma il 7% dell’energia elettrica globale. E, come evidenziato da Gartner, entro il 2027, l’80% dei CIO avrà metriche di performance legate alla sostenibilità della propria organizzazione IT. In altre parole, la loro performance e, possibilmente, la loro remunerazione o progressione di carriera, saranno in qualche misura influenzate da quanto efficacemente riescono a rendere le operazioni IT più ecologiche o sostenibili.

Per un CIO affrontare queste sfide implica – ha spiegato Alison Matte – l’adozione di un duplice approccio alla sostenibilità: da un lato, utilizzare la tecnologia e l’analisi dei dati per ridurre le emissioni, sostituendo e riutilizzando le risorse dove possibile; dall’altro, garantire che le proprie operazioni IT siano sostenibili, un concetto che possiamo definire come Green IT.

La crescita prevista del consumo energetico nei data center, alimentata da nuove tecnologie come l‘Intelligenza artificiale e il Machine learning, rende questa sfida ancora più urgente. Tanto che IDC stima un aumento del consumo energetico dei data center da 382 TWh nel 2022 a 802 TWh entro il 2027, con un tasso di crescita annuo composto del 16,0%.

Cosa significa Green IT e il ruolo dei CIO

In questo contesto, le normative e le certificazioni relative ai data center stanno aumentando in tutto il mondo, con l’Unione Europea alla guida. Del resto, ha proseguito la Sustainability Lead for EcoStruxure IT, il 2,7% del consumo di elettricità in Europa è legato ai data center.

In particolare, la Commissione sta lavorando per stabilire un sistema comune per l’area UE per il reporting di sostenibilità dei data center con la revisione della Direttiva europea sull’Efficienza Energetica che richiederà ai proprietari e agli operatori di data center con oltre 500 kW di capacità nominale IT (250 kW di capacità IT) o un consumo energetico annuo superiore a 2780 MWh di raccogliere e pubblicare entro il 15 maggio 2024 dati relativi alle prestazioni energetiche, all’impronta idrica e alla flessibilità della domanda dei data center. Sarà necessario rendicontare 25 punti dati chiave per conformarsi alla EED.

Compito tutt’altro che semplice anche perché i dati sulla sostenibilità sono disseminati in tutta l’organizzazione, portando a difficoltà nel processo di misurazione, monitoraggio e rendicontazione. Secondo IDC, il 43% delle aziende a livello globale non ha un processo in atto per riportare le metriche di sostenibilità ambientale. Eppure l’88% considera il consumo energetico di IT o data center una priorità di rendicontazione (Uptime Institute) e il 56% prevede che l’IT sarà tenuto a sostenere i mandati di sostenibilità aziendale (SustainableIT.org).

Per far fronte al crescente consumo energetico e alle normative in evoluzione, ha concluso Alison Matte, i CIO devono guidare le loro organizzazioni verso un futuro più sostenibile. Ma questo richiederà un impegno a utilizzare la tecnologia e l’analisi dei dati in modo innovativo, garantendo al contempo che le operazioni IT siano condotte in modo responsabile e sostenibile.

Come prepararsi all’EED-Energy Efficiency Directive

A prendere la parola è stato poi Kevin Brown, Senior Vice President, EcoStruxure IT, Schneider Electric che ha sottolineato alcune delle principali problematiche che le organizzazioni si trovano di fronte nel percorso di conformità alle nuove direttive sull’efficienza energetica. In particolare, sottolineando che gli ostacoli non si presentano solo nella fase di raccolta e gestione dei dati ma anche in quella di analisi e reportistica che ha bisogno di accessibilità, efficacia e tempestività.

Qui entrano in gioco gli strumenti di gestione dell’infrastruttura dei data center (DCIM, Data center infrastructure management tools) che contengono già molti dei dati necessari per soddisfare le normative. Tuttavia, gli strumenti DCIM di oggi devono evolversi e semplificarsi. Calcolare il PUE (Power Usage Effectiveness), ad esempio, è un processo manuale che richiede una conoscenza approfondita, è dispendioso in termini di tempo e non è resiliente ai cambiamenti.

Kevin Brown, Senior Vice President, EcoStruxure IT, Schneider Electric
Kevin Brown, Senior Vice President, EcoStruxure IT, Schneider Electric

Riconoscendo queste sfide, ha osservato Brown, Schneider Electric annuncia un importante passo avanti verso la visione DCIM 3.0 con una evoluzione di EcoStruxure IT che mira a semplificare e automatizzare il processo di rendicontazione per la conformità alla direttiva EED dell’UE per mezzo di data analytics e data models.

EcoStruxure IT si propone come abilitatore per la resilienza, sicurezza e sostenibilità dell’infrastruttura IT coprendo l’80% dei dati richiesti dall’EED, con nuovi modelli che saranno disponibili in vari pacchetti software e che sono progettati per offrire alle organizzazioni gli strumenti necessari per andare oltre la semplice misurazione delle performance energetiche dei data center, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità a livello aziendale.

EcoStruxure IT per infrastrutture IT resilienti, sicure e sostenibili

Le nuove funzionalità, che saranno disponibili per tutti gli utenti di EcoStruxure IT dal mese di aprile, sono il risultato di vent’anni di esperienza in tema di data center, sviluppo software, normative, sostenibilità, unita alle tecnologie di machine learning. I clienti avranno accesso a un set di strumenti di reporting che in passato avrebbero richiesto una approfondita conoscenza dei metodi di calcolo dati di tipo manuale.

Nello specifico, il software EcoStruxure IT permetterà a proprietari e operatori di data center di misurare e rendicontare le performance basandosi su dati storici e analisi dei trend, uniti a funzionalità basate sull’Intelligenza Artificiale e a strumenti di monitoraggio in tempo reale così da ottenere informazioni approfondite da utilizzare per migliorare la sostenibilità.

Una nuova funzione per il download consentirà poi alle aziende di quantificare e riportare con un clic quanto necessario, evitando faticose attività manuali e consentendo di sfruttare in modo più facile e veloce il potenziale dei dati al fine di ridurre l’impatto ambientale dei data center.

Il potenziale dei dati a servizio del reporting di sostenibilità

I principali vantaggi sono i seguenti:

  • Calcolare e tracciare il PUE per sito/stanza nel tempo con la metodologia CEN/CENLEC 50600-4-2
  • Sfruttare modelli di data analytics e data lake su cloud per semplificare il reporting del PUE
  • Riportare il consumo di elettricità attuale per stanza e confrontarlo con i relativi trend storici
  • Utilizzare una funzione per realizzare i report richiesti dalle normative “in un clic”
  • Poter comprendere nel tempo i trend relativi ai diversi ambienti data center e di IT distribuito
  • Permettere ai clienti di accedere in modo sicuro ai loro dati e di poterli manipolare usando il tool da loro preferito, grazie all’integrazione con software di terze parti e alla possibilità di esportare i dati.

Kevin Brown ha, infine, precisato che la sostenibilità è un percorso e negli ultimi tre anni Schneider Electric si è impegnata ad aumentare gli investimenti per sviluppare nuove funzionalità software che permettano ai clienti di gestire infrastrutture IT resilienti, sicure e sostenibili in modo più rapido e veloce. “Le nuove funzionalità di reporting ora incluse in EcoStruxure IT sono state testate e adottate nella nostra organizzazione e permetteranno ai clienti di trasformare dati complessi in informazioni significative, e quindi realizzare un report sulle metriche di sostenibilità chiave”.

Il percorso di Schneider Electric verso la sostenibilità dei data center

Nel 2021, Schneider Electric ha lanciato il programma Schneider Sustainability Impact (SSIs), nel quale sono resi pubblici gli impegni di sostenibilità presi dall’azienda. In linea con gli obiettivi previsti, la Chief Information Officer di Schneider Electric, Elizabeth Hackenson ha lanciato il programma Green IT: una iniziativa IT sostenibile e onnicomprensiva per identificare nuovi percorsi di decarbonizzazione, puntando a raggiungere una riduzione delle emissioni prodotte dall’IT aziendale di almeno il 5% ogni anno.

Elizabeth Hackenson, CIO Schneider Electric
Elizabeth Hackenson, CIO Schneider Electric

Nonostante le sfide iniziali legate alla comprensione del consumo energetico globale dell’azienda, due iniziative chiave hanno segnato una svolta, ha raccontato Hackenson: il passaggio al cloud e un programma di resilienza IT. Il passaggio al cloud mirava a trasferire 10.000 server interni su una piattaforma cloud, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di 7.500 tonnellate. Parallelamente, il programma di resilienza IT si concentrava sul miglioramento di numerose sale server di alto valore che supportano centri di distribuzione, fabbriche e grandi uffici. L’adozione di prodotti di alimentazione sicura e il rinnovamento di queste sale con prodotti all’avanguardia hanno permesso non solo di aumentare la resilienza dell’infrastruttura ma anche di realizzare risparmi energetici.

Come ridurre la carbon footprint di IT e data center

Un elemento chiave di questo percorso è stato l’utilizzo di EcoStruxure IT di Schneider Electric, impiegato in oltre 140 siti a livello mondiale, per migliorare la resilienza e la sicurezza della sua operatività IT, che ha fornito una visibilità senza precedenti sul consumo energetico attraverso una dashboard dedicata. Questo strumento ha permesso di superare la precedente dipendenza dalle etichette dei produttori per la stima del consumo energetico, offrendo una comprensione più accurata e tempestiva dello stato degli asset e del loro impatto energetico.

Proseguendo con il programma Green IT, ha continuato la CIO, è emerso che nuove funzionalità del software potevano essere sfruttate per promuovere ulteriormente la sostenibilità, migliorando significativamente la trasparenza sui consumi energetici delle infrastrutture IT. Grazie a queste informazioni, Schneider Electric è riuscita nel secondo semestre del 2023 a ridurre del 30% i consumi energetici della sua smart factory di Lexington, nel Kentucky (USA), rispetto al semestre precedente. Inoltre, Schneider Electric ha utilizzato quanto appreso e compreso analizzando i suoi dati per accelerare lo sviluppo delle nuove funzionalità di reporting in EcoStruxure IT.

Hackenson ha concluso ribadendo che per ridurre i consumi energetici dell’IT e dei data center, e le relative emissioni di CO2 è necessario stabilire il punto di partenza basandosi su dati concreti e per questo è fondamentale poter accedere a dati storici e in tempo reale. “Usando EcoStruxure IT abbiamo fatto progressi continui e significativi nel percorso di riduzione del consumo energetico delle nostre infrastrutture IT e nella riduzione del nostro impatto ambientale, supportando gli obiettivi di sostenibilità globali dell’azienda. Oggi rendiamo i benefici che abbiamo ottenuto disponibili ai clienti di tutto il mondo”.

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