CleanTech

Con l’IoT e l’AI di Nando il Waste management diventa un “gioco” che aiuta l’ESG

Il corretto conferimento dei rifiuti non è solo un comportamento virtuoso ma rappresenta una opportunità di sviluppo in chiave ESG. Con la soluzione realizzata da ReLearn la si può semplificare, si possono motivare ed educare le persone con formule basate sul gaming e si risponde alla domanda di misurabilità che arriva dal sustainable reporting

Pubblicato il 25 Gen 2023

Fabrizio Custorella, Chief Financial Officer, ReLearn

Quanto è importante per qualsiasi azienda o organizzazione migliorare le performance nel waste managament? E quanto pesano attenzione e motivazione nel corretto conferimento di rifiuti riciclabili? Grazie anche alla diffusione di pratiche ESG, queste domande sono per fortuna sempre più diffuse e trovano una risposta sulla quale è difficile obiettare: migliorare la gestione dei rifiuti è determinante per qualsiasi organizzazione e permette di raggiungere obiettivi legati direttamente al business grazie all’ESG. La motivazione delle persone è poi la strada maestra per avvicinarsi concretamente a una prospettiva di zero waste. 

A fronte di questa considerazione, la questione che si pone attiene al “come fare” e proprio per capire come agire, ESG360 ha voluto incontrare Fabrizio Custorella, Chief Financial Officer di ReLearn, uno dei “papà” di Nando, la soluzione che mette l’IoT, l’Intelligenza Artificiale e le logiche del gaming al servizio della gestione e della riduzione del conferimento di rifiuti. 

 

Andiamo subito nel merito: come si fa ad alzare la motivazione e il contributo delle persone nel miglioramento degli obiettivi di waste management? 

La risposta sta in tre parole: semplificare, misurare e coinvolgere. La soluzione arriva grazie ai dati. 

 

Dunque, come e dove nasce Nando? 

Il motivo per cui abbiamo pensato a questa innovazione è legato alla consapevolezza che sul mercato mancava uno strumento per misurare e controllare in modo semplice il conferimento dei rifiuti. Abbiamo riflettuto sul fatto che non si può pensare di diventare net zero se prima non si diventa zero waste, ovvero se prima non si azzerano le emissioni CO2 dei rifiuti. 

  

Perché avete scelto come nome Nando? 

In omaggio al Re Ferdinando II di Borbone, il monarca che fu il primo nella storia a emettere una ordinanza per regolare la raccolta di rifiuti. Lo si può considerare il primo segnale verso la raccolta differenziata. 

 

Stiamo parlando dunque di rendere le persone partecipi al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità? 

Esattamente e per riuscirci serviva uno strumento di misura il più possibile accurato in grado di ridurre l’errore umano senza però richiedere alle persone un ulteriore impegno. Il principio della semplificazione lo abbiamo adottato anche nella nostra soluzione tecnologica che si basa su un sensore plug and play che viene applicato ai cestini e ai contenitori per i rifiuti già presenti in azienda.

Si tratta di un apparato Internet of Things a cui abbiamo associato una soluzione di Intelligenza Artificiale in cloud per l’imaging recognition e per apprendere automaticamente, anche in funzione del contesto nel quale viene collocato. Sulla base di questi presupposti è nato Nando, il sistema che riconosce gli oggetti che vengono conferiti.

In estrema sintesi, ogni volta che si getta un oggetto nel cestino Nando scatta una foto e la confronta con un database di immagini per riconoscere il materiale, per capire quanto pesa e avere indicazioni sulle sue caratteristiche. Sulla base di queste informazioni Nando è in grado di determinare l’impatto in termini di CO2. 

 

Una nuova fonte di dati anche per l’ESG? 

Questo è un altro aspetto importante: ad oggi le aziende per calcolare il loro impatto in relazione al waste management, utilizzano delle stime sui rifiuti prodotti basate in tantissimi casi su un controllo random nei cestini della raccolta differenziata. Con Nando si hanno a disposizione dati precisi sugli oggetti e sulle loro caratteristiche. 

 

L’altro aspetto riguarda il coinvolgimento delle persone in comportamenti virtuosi. Come funziona? 

Lavoriamo sulla potenza creativa dei dati. Alla disponibilità di informazioni precise sul conferimento e sulle emissioni abbiamo pensato di aggiungere delle vere e proprie strategie legate al raggiungimento collettivo di obiettivi plastic-free o zero-waste e per farlo abbiamo scelto di adottare tecniche di gamification. Siamo convinti che la vera sfida, anche culturale, del waste management sia nella capacità di educare la community aziendale a questi comportamenti e nel semplificare al massimo ogni passaggio. Il gioco può aiutare a modificare tanti comportamenti quotidiani. 

 

Facciamo un esempio? 

Dobbiamo considerare che le regole della raccolta differenziata dei rifiuti cambiano da città a città e molte volte anche da quartiere a quartiere. Quindi nelle aziende, molto spesso, i dipendenti non sanno dove gettare correttamente i rifiuti. Magari le regole che devono seguire sul posto di lavoro sono diverse da quelle che devono tenere per i rifiuti domestici. Nando è in grado di semplificare il conferimento anche in base al luogo.

Una volta che abbiamo reso tutto più semplice aggiungiamo l’aspetto ludico e abbiamo pensato di organizzare ad esempio, delle Circular Challenge che introducono degli aspetti divertenti e competitivi attraverso l’organizzazione di sfide sulle performance di conferimento tra i diversi piani di un’azienda in un processo di miglioramento continuo del recycling rate che coinvolge tutta l’azienda e che porta benefici sia al conto economico che all’ambiente. 

 

Guardiamo in particolare ai dati: come li mettete a disposizione? 

Forniamo una dashboard in cui i nostri clienti possono avere indicazioni precise su tutti i rifiuti conferiti: in termini di tipologia, di emissioni, di raggiungimento degli obiettivi zero-waste. Ma i dati sono utili anche per le operations in quanto permettono di avere indicazioni altrettanto precise sui livelli di riempimento dei cestini e di programmare meglio le attività a livello di facility management. 

 

Per quanto attiene lo specifico della reportistica? 

Rispetto all’ESG rispondiamo in particolare alle prime due tematiche della “E” e della “S”.  

La parte Environmental è costituita dai dati sui rifiuti e sulle perfomance a livello di waste management. E si tratta di dati oggettivi, realmente “misurati” che l’azienda può riportare nel bilancio di sostenibilità e che aiutano alla copertura della reportistica relativa allo Scope 3 dove vengono richieste indicazioni sui rifiuti prodotti, sulla loro quantità, sulla tipologia e sul tasso di differenziazione in azienda. 

Il servizio educativo rientra invece sotto la voce del Social ed è garantito da ReLearn con le attività di ingaggio basate sul processo formativo.  

 

Vediamo i risultati che avete raggiunto ad oggi? 

In meno 10 mesi di attività circa abbiamo installato più di 200 sensori Nando in 16 aziende corporate internazionali attive in 3 diversi Paesi: Italia, UK e Danimarca. Dal punto di vista dell’engagement lavoriamo ogni giorno con più di 2.000 utenti e per quanto riguarda gli obiettivi in termini di waste management, abbiamo supportato la differenziazione corretta di più di 700kg di rifiuti garantendo una conseguente riduzione delle emissioni di CO2.  

Al focus iniziale sui rifiuti da ufficio, abbiamo esteso attività rivolte ai rifiuti industriali come nel caso della partnership con Mediatree a Londra, che prevede il monitoraggio e la riduzione nella produzione dei rifiuti durante gli eventi per permettere la realizzazione di roadshow Zero Waste.

 

Quali sono le tipologie di realtà alle quali vi rivolgete e che già utilizzano le vostre soluzioni? 

Ci rivolgiamo a tutte le aziende dotate di un ufficio o agli spazi di coworking. Il nostro prossimo obiettivo è di allargarci anche alle municipalità e portare questo modello non più solo nell’indoor ma anche nell’outdoor. Ad esempio, in questo caso, stiamo pensando a un modello che permetta il pagamento della tassa sui Rifiuti (Tari) in funzione delle performance sulla raccolta differenziata. Un esempio che potrebbe seguire il modello tedesco dove sono previsti dei “premi” in forma di sgravi fiscali alle imprese più virtuose nella raccolta differenziata.  

 

In concreto come si attiva un progetto basato sui servizi di Nando? 

Normalmente ci interfacciamo con i CSR Manager, con i Community Manager o con i sustainability manager, provvediamo alla installazione dei sensori sui cestini che comunicano attraverso un apposito wi-fi. Ad ogni conferimento il sensore scatta una foto, attraverso il wi-fi viene caricato sul nostro cloud dove viene analizzata da una applicazione di Intelligenza Artificiale che la riconosce e la arricchisce di tutte le informazioni legate alle emissioni. Da lì parte un flusso di dati che permettono all’azienda di aumentare la propria conoscenza e la propria capacità di azione sul waste management.  

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