Nonostante l’Italia abbia superato con un decennio di anticipo il target relativo al tasso di riciclo stabilito dall’Europa per il 2030, il 9,1% degli italiani riconosce di non essere particolarmente abile nel riciclo del vetro. Il numero di coloro che si ritengono insufficientemente preparati sale al 18% tra i giovani.
Gli errori più frequenti commessi dagli italiani nel riciclare il vetro includono l’inserimento nella raccolta di bicchieri (71%), vetri delle finestre (42,9%) e cristallo (22,9%). Due italiani su dieci conferiscono insieme al vetro anche lenti per occhiali e lampadine (14%), mentre oggetti in porcellana come tazze e piatti da forno in borosilicato finiscono nella raccolta del vetro nell’8% dei casi.
A livello regionale, sono gli abitanti delle regioni meridionali a dare a se stessi il punteggio più basso, valutando la propria capacità di riciclare il vetro come insufficiente nel 12% dei casi. La Campania si distingue con una percentuale del 13%.
Sono le principali conclusioni a cui è giunto lo studio commissionato da CoReVe, il Consorzio nazionale, senza scopo di lucro, responsabile del raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio in vetro prodotti sul territorio italiano, e condotto da AstraRicerche su un campione di circa 1500 persone.
La mappa geografica e generazionale degli errori più comuni nel riciclo del vetro
Gli errori più comuni che compromettono seriamente la qualità della raccolta hanno una loro distribuzione geografica e generazionale. Nelle regioni nord-orientali, i bicchieri finiscono più spesso nella raccolta del vetro (70%), mentre le lampadine e gli oggetti di cristallo sono più frequentemente depositati nelle campane nelle regioni meridionali. Il vetro borosilicato e la porcellana ingannano più spesso gli abitanti delle regioni nord-occidentali.
A livello generazionale, i giovani commettono errori più frequentemente nel conferire cristallo e lenti per occhiali (citati nel 32% dei casi) e oggetti di ceramica (14%) mentre il borosilicato che trae in inganno l’11 % dei 55-70enni, nella raccolta dei giovani è presente solo nel 6% dei casi.
Riciclo del vetro: bisogna investire in conoscenza e consapevolezza
Quasi due italiani su dieci, consapevoli di sbagliare, gettano comunque nel vetro il tubo della tv e il 16% i tubi al neon, il 5% continua a conferire gli oggetti di cristallo, quasi il 9% le lampadine, quasi il 14% gli oggetti in ceramica, l’8,4% il borosilicato, il 6,2% le lenti per gli occhiali, il 3,7% i vetri delle finestre.
Queste statistiche sono particolarmente rilevanti perché evidenziano sia una mancanza di informazione che un disinteresse verso un comportamento estremamente dannoso per l’ambiente e non solo.
Una raccolta del vetro di bassa qualità (cioè che non contiene solo bottiglie e barattoli) riduce infatti i guadagni per i comuni, aumenta i rifiuti del trattamento e produce una materia prima seconda di qualità inferiore che sarà utilizzata nelle vetrerie per produrre nuovo vetro di qualità inferiore, aumentando così i costi dell’economia circolare del vetro e la sua efficienza.
Solo aumentando la qualità della raccolta si può ridurre il peso dei rifiuti sull’ambiente
“Solo 4 italiani su 10 non buttano il cristallo o le pirofile in borosilicato nel vetro perché sono certi sia sbagliato. Si tratta di un dato emblematico di quanto lavoro si debba ancora fare per aumentare conoscenza e consapevolezza in fatto di riciclo del vetro che è uno dei materiali più nobili di cui disponiamo, riciclabile all’infinito” afferma Gianni Scotti, Presidente di Coreve.
“Solo aumentando la qualità della raccolta possiamo contribuire a ridurre il peso dei rifiuti sull’ambiente, migliorare l’efficienza dell’economia circolare del vetro e aumentare i ricavi dei nostri Comuni” continua Scotti che tiene a precisare “Le frazioni estranee, come i cosiddetti falsi amici o come il sacchetto che spesso finiscono nella raccolta del vetro, quando vengono eliminati dai macchinari nel processo di trattamento implicano una perdita di vetro per vicinanza o per trascinamento. Tale vetro che sarebbe potuto diventare materia prima seconda finirà negli scarti e quindi nelle discariche interrompendo per sempre il ciclo virtuoso del vetro, con un forte impatto negativo sia sull’ambiente che sull’economia”.
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