Per diventare climaticamente neutrale, efficiente dal punto di vista energetico e più competitiva nell’era digitale, l’UE avrà bisogno di materie prime più critiche come litio e cobalto per produrre batterie e motori elettrici. Queste tecnologie consentono lo sviluppo di settori strategici: energie rinnovabili, auto elettriche e tecnologie digitali.
Ma come affrontare questa crescente domanda? Le catene di approvvigionamento globali, già tese, sono state ulteriormente colpite dalla pandemia di Covid-19, portando a una carenza di materie prime critiche in Europa e lasciando il settore ad affrontare sfide per garantire l’accesso alle risorse.
Oggi la guerra russa contro l’Ucraina e una politica commerciale e industriale cinese sempre più aggressiva fanno sì che cobalto, litio e altre materie prime siano diventate una questione geopolitica. In questo scenario (con la Cina che attualmente produce l’86% della fornitura mondiale di terre rare e l’Ue che importa il 93% del magnesio dalla Cina, il 98% del borato dalla Turchia e l’85% del niobio dal Brasile), gli eurodeputati chiedono che l’Europa inverta la rotta, riducendo sempre più la dipendenza del Vecchio Continente dalle importazioni.
Un nuovo approccio
A settembre il Parlamento ha adottato la sua posizione sulla legislazionesulle materie prime critiche, invitando l’UE ad aumentare la propria capacità di trasformazione lungo la catena del valore ed essere in grado di produrre almeno il 40% del consumo annuo di materie prime strategiche entro il 2030.
I deputati vogliono che l’UE diversifichi le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche e riduca la sua dipendenza da alcuni paesi extra-UE. Vogliono meno burocrazia, più innovazione e un ruolo maggiore per i prodotti sostitutivi lungo la catena del valore. Vogliono anche sostegno alle imprese più piccole, incentivi economici affinché le aziende investano e producano in Europa, più ricerca e sviluppo di materiali alternativi e metodi di estrazione e produzione più rispettosi dell’ambiente.
La relazione propone che l’UE garantisca partenariati strategici a lungo termine con i paesi terzi. Tali partenariati devono includere il trasferimento di conoscenze e tecnologie, la formazione e il miglioramento delle competenze per nuovi posti di lavoro.
Riciclo delle materie prime nell’Ue
Le materie prime che possono essere riciclate da prodotti più vecchi sono note come materie prime secondarie. I deputati vogliono promuovere il riciclo e il recupero delle materie prime critiche provenienti dai flussi di rifiuti minerari, di lavorazione e commerciali per garantire un accesso affidabile, sicuro e sostenibile ad essi e aumentare l’impiego di materie prime sostitutive. Vogliono anche obiettivi di riciclaggio dedicati per le materie prime critiche, con un solido quadro di monitoraggio.