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Con Var Group alla ricerca di nuovi Equilibri Sostenibili

La sfida della trasformazione digitale si intreccia e si sovrappone a quella della sostenibilità e permette alle imprese e alle organizzazioni di ripensare profondamente al proprio rapporto con le risorse, con l’ambiente e con i temi della responsabilità sociale. La convention di Var Group ci consegna un momento di confronto che permette di fare il punto sul come la ricerca di un nuovo equilibrio di valori e di asset rappresenti anche una ricca serie di nuove opportunità per le imprese

Pubblicato il 29 Set 2021

VAR GROUP EQUILIBRI SOSTENIBILI

Per capire le ragioni che hanno spinto Var Group a scegliere un tema e un titolo così speciali come “Equilibri Sostenibili” può essere utile richiamare una citazione del presidente della società, Giovanni Moriani che in apertura dell’evento di gruppo richiama i nostri territori e il mondo dell’agricoltura. Moriani ha voluto ricordare saggiamente che molte risposte alle tante domande sulla sostenibilità e sulle soluzioni per ridurre l’impatto ambientale o per gestire in modo più consapevole le risorse, le possiamo trovare guardando con attenzione nella nostra tradizione, al rapporto tra il mondo della produzione e il territorio che ha caratterizzato per tanto tempo il rispetto dei cicli e dei processi produttivi propri della nostra agricoltura. Modelli consolidati nel tempo che partivano dal presupposto di rispettare l’ambiente, i territori e le risorse. Questo equilibrio, come ben sappiamo, è stato messo in discussione, ad esempio con la spinta sulle colture intensive, con il mancato rispetto di quei cicli che fanno parte della fisiologia della natura e dell’ambiente. Ora, grazie anche alla capacità di conoscenza che ci arriva dal digitale, possiamo e dobbiamo ristabilire un nuovo equilibrio, che sia appunto, sostenibile, e che permetta nello stesso tempo di individuare e di percorrere nuove forme di crescita e di sviluppo.

Time is Now, ma occorre insistere sulle competenze

E la fiducia nel digitale è un po’ il tratto distintivo di questo evento che trova una conferma in due messaggi chiave che arrivano dall’AD di Var Group Francesca Moriani: “Time is Now” e “Non si possono fare cose nuove seguendo modelli vecchi”. Adesso ci sono tutte le condizioni, è venuto il momento di agire, ma occorre farlo subito, perché non mancano i segnali di allarme, e non solo per le emergenze ambientali, ma per agire serve una preparazione, competenze nuove e un coinvolgimento vasto e profondo. Bisogna, sottolinea Francesca Moriani, farsi le giuste domande e avere le persone con le giuste competenze per dare altrettante giuste risposte. Siamo davanti a sfide che spesso richiedono competenze che ancora non esistono e occorre accettare la sfida di crearle e questo è a tutti gli effetti un nuovo asset e una nuova forma di valore aggiunto, per le aziende e per la creazione di uno sviluppo sostenibile anche in termini sociali. Uno sviluppo che arriva, ad esempio nel mondo industriale dalla capacità di ripensare le logiche di prodotto e di processo sulla base di una sostenibilità by design.

Francesca Moriani, AD Var Group

Le relazioni tra tecnologia e sostenibilità

Nella ricerca di nuovi equilibri che sappiano garantire le diverse forme di sostenibilità il digitale è centrale, abilita una serie di cambiamenti e permette di sperimentare e attuare nuovi modelli e nuovi percorsi, e il punto chiave è prima di tutto nella necessità di focalizzare l’attenzione sulle relazioni sempre più strette e intense tra tecnologia e sostenibilità. E su questo tema arriva il contributo di Stefano Epifani, presidente della Fondazione Digital Transformation Institute che ricorda la necessità prima di tutto di riflettere sulle domande “giuste” da porci per avere poi le risposte corrette sulla relazione tra innovazione digitale e sostenibilità. Epifani invita a distinguere tra digitalizzazione e trasformazione digitale, partendo dal presupposto che tutti siamo immersi in una trasformazione digitale sempre più pervasiva e dobbiamo constatare che abbiamo a che fare con un fenomeno “bidimensionale” costituito da un “Come” e da un “Cosa”.

Stefano Epifani, presidente della Fondazione Digital Transformation Institute

Dalla scelta sul “come” alla scelta del “cosa” fare

Con il “Come” siamo nel campo del digitale che incide sui processi, che ci permette costantemente di “fare, produrre e vendere meglio”. Ma la profondità della trasformazione digitale riguarda oggi in modo assai più importante il “Cosa”, nell’accezione di scelte che attengono al dove indirizzare le potenzialità dell’innovazione. La scelta relativa al “Cosa” implica un contesto in cui la pervasività del digitale ha prodotto un cambiamento sociale: il digitale può incidere sul “Senso” stesso delle cose, ovvero sulla trasformazione nelle abitudini, dei comportamenti, dei bisogni. E, per ritornare al rapporto tra digitale e sostenibilità, Epifani suggerisce che grazie al digitale è possibile disporre di maggiori strumenti e risorse per rispondere al senso più profondo della sostenibilità, ovvero di preoccuparci di ciò che succede dopo di noi, di assumerci la responsabilità delle nostre azioni pensando al futuro. 

Il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di raggiungere i propri.” Non possiamo non richiamare, come ha voluto fare Epifani, la definizione di sostenibilità che ci permette di capire che non stiamo parlando di un valore assoluto, ma di un equilibrio dinamico (e appunto sostenibile) tra sistemi che interagiscono tra loro. E per raggiungere questo equilibrio, occorre ragionare sulla base di logiche inferenziali tipiche delle piattaforme, dei big data, dell’Intelligenza artificiale che rappresentano una naturale sinergia con i temi della sostenibilità. E giunti a questo punto, Epifani invita a considerare due schemi interpretativi: la tecnologia digitale come un attivatore per gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il digitale come strumento per cambiare e trasformare la società.

Sostenibilità come costo e come fattore abilitante di nuovo sviluppo

La differenza, come spesso accade per tanti fenomeni, la fa il “contesto”. Ed è Giovanni Moriani a sottolineare le differenze, in termini di velocità e di intensità, con cui si muovono le due economie con cui ci confrontiamo oggi – quella tradizionale e quella digitale – e ad avvertire la necessità e le opportunità che si possono cogliere nel momento in cui si riesce a far interagire la capacità di trasformazione del digitale con quella delle imprese che è sempre più necessaria per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che abbiamo davanti e non a caso Var Group ha voluto dedicare una sessione anche ai temi della Sostenibilità by design.

Giovanni Moriani, presidente Var Group

Il Ministro Orlando: il digitale al servizio del valore sociale del lavoro

Sostenibilità oggi vuol dire anche maggiore attenzione al lavoro ed è lo stesso Ministro del lavoro, Andrea Orlando in un messaggio video che ha voluto mettere il valore sociale del lavoro in diretta relazione con il tema dell’innovazione digitale e con gli obiettivi di sostenibilità. Il welfare, ha sottolineato nel suo intervento, non deve essere più vissuto come un costo, ma come una opportunità per le aziende da interpretare con logiche che permettono di aumentare la loro competitività garantendo valori come inclusione, sicurezza, sviluppo. Concretamente è un obiettivo che si raggiunge con modelli come quelli della formazione continua e con interventi volti a ridare centralità al lavoro come il programma GOL con la riforma delle politiche attive del lavoro.

Gruppo Orizzonti: inclusività e attenzione alle persone

Costantino di Carlo, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Orizzonti, porta a Equilibri Sostenibili il tema dell’attenzione costante al rispetto verso le persone, al rigore nel seguire politiche di costante correttezza e alla creazione di un valore basato sul rispetto delle persone e del territorio nel quale si opera. Un impegno che per l’azienda attiva sul mercato del meridione si concretizza anche in uno sforzo in termini di formazione e di crescita delle proprie persone e del rapporto con il territorio. Di Carlo sottolinea il ruolo della tecnologia come un abilitatore, come un mezzo che aiuta a raggiungere questi obiettivi, ma insieme a una cultura aziendale fortemente focalizzata su questi temi.

Costantino di Carlo, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Orizzonti

Gli equilibri sostenibili di AWS dall’energia rinnovabile alla formazione sul territorio

Si parla anche di The Climate Pledge e del raggiungimento degli obiettivi Net Zero carbon entro il 2040 con Carlo Giorgi, amministratore delegato AWS Italia che ricorda come Amazon Web Services abbia iniziato già nel 2012 a operare sui tre Data Center nel nostro paese garantendo bassa latenza, sovranità dei dati e ampio utilizzo delle energie rinnovabili. Da quel momento la spinta verso la sostenibilità è cresciuta e la roadmap della società prevede di diventare al 100% sostenibile entro il 2040 anche grazie a iniziative come The Climate Pledge e grazie a progetti in energie rinnovabili come, tra le altre cose, la realizzazione di due parchi fotovoltaici in Sicilia per erogare energia rinnovabile a tutti i Data center AWS entro il 2025. Giorgi ricorda poi che spostare dall’on-premise ai data center AWS permette di ridurre le emissioni dell’80%, il che significa poter agire direttamente per migliorare i bilanci di sostenibilità.

Carlo Giorgi, amministratore delegato AWS Italia

Ma c’è anche un grande tema di inclusione in particolare per quanto riguarda la formazione e qui l’attenzione va al progetto Amazon Web Services re/start: un programma di training e sviluppo delle competenze digitali che permette a tutte le persone che per tante ragioni hanno avuto problemi di lavoro, di trovare un supporto per tornare sul mercato con la formazione e la certificazione di AWS. Un tema sociale e di inclusione, ma anche una risposta concreta alle esigenze del mercato per “non lasciare indietro nessuno”.

La blockchain al centro dell’hackathon Var Group

A Jacopo Romagnoli, Innovation manager Var Group il compito di raccontare l’hackathon che l’azienda ha avviato per stimolare nuove idee e progetti concreti che mettano in relazione digitale e sostenibilità. Romagnoli rende merito ai trenta ragazzi che si mettono il gioco nello sviluppo di nuove idee e nuovi progetti nell’ambito della settima edizione dell’hackathon Var Group che tra l’altro quest’anno vede il 50% di partecipazioni femminili (un equilibrio sostenibile questo non “cercato” ma che è arrivato naturalmente, come sottolinea lo stesso Romagnoli). E con la blockchain, l’hackathon vuole rispondere alla domanda di innovazione che arriva da sette settori tra cui fashion, logistica, vitivinicolo, GDO.

Jacopo Romagnoli, Innovation manager Var Group

Caviro: estrarre valore dal vitivinicolo e da tutti i processi di lavorazione

E su un settore fondamentale come l’agroalimentare Simonpietro Felice, direttore generale di Caviro, una filiera di 29 cantine vinicole italiane che producono e commercializzano il 5% del vino italiano, spiega che la sostenibilità significa prima di tutto essere sostenibili verso i soci. Creare e portare valore in modo sostenibile, ovvero saper utilizzare al meglio tutte le risorse evitando qualsiasi forma di spreco. E la prima considerazione che Caviro consegna a Equilibri Sostenibili è che non solo si può estrarre valore dal vino, ma si possono estrarre risorse anche dagli scarti nel rispetto della trasformazione delle risorse. Scarti che possono essere trasformati in prodotti nobili come bioenergie, come fertilizzanti naturali che si trasformano a loro volta in un nuovo valore economico per i soci e in un valore di sostenibilità per l’ambiente.

Rispetto al ruolo del digitale, Simonpietro Felice sottolinea il ruolo fondamentale per l’attivazione di logiche di economia circolare, ma estrarre valore dai rifiuti vuol dire fare tanta ingegneria per riportarla poi nei campi e il digitale è utile anche per il coinvolgimento delle persone e dei partner su tutti i componenti di questo progetto. Prima lo facevamo come ingegneri senza raccontarlo, adesso lo possiamo fare, grazie al digitale, anche con un più ampio e forte coinvolgimento delle persone.

Simonpietro Felice, direttore generale di Caviro

Google Cloud: monetizzare i dati riducendo l’impatto ambientale

A sua volta Fabio Fregi, Italy Country manager Google Cloud evidenzia l’importanza di una strategia di sostenibilità per i cloud provider. Se da una parte abbiamo acquisito la consapevolezza che i dati sono il nuovo petrolio, dall’altra non possiamo trascurare che la loro gestione comporta un impatto ambientale che va gestito. Si calcola che il 2% dei consumi energetici sia da addebitare ai data center e Google sente da tempo la responsabilità di agire per ridurre questo impatto. Già nel 2007 è stata introdotta una forma di compensazione delle emissioni che permette di bilanciare l’impatto ambientale diretto dei data center con iniziative green e questo è stato un primo passo. Il secondo, dal 2017, è stato quello di utilizzare il più possibile energie rinnovabili; il terzo passo prevede una serie di azioni per raggiungere il target carbon zero entro il 2030 con uno sforzo sia organizzativo che tecnologico.

Fabio Fregi, Italy Country manager Google Cloud

Ma non ci si ferma qui, per cambiare serve agire anche sulle abitudini e sui comportamenti. A questo livello entra in gioco il concetto che la sostenibilità riguarda tutti noi e ciascuno deve fare la propria parte. Ecco che si lavora a tutto campo anche a livello di ripensamento di servizi consolidati aggiungendo i valori della sostenibilità come una ricerca su Google Maps in grado di fornire non solo il percorso più veloce ma anche il percorso più sostenibile, permettendo cioè di considerare questa variabile come scelta o, ancora, nell’ambito dei servizi cloud la possibilità di indicare alle imprese le informazioni per scegliere la regione che presenta le migliori performance sul piano della sostenibilità in funzione, ad esempio, dell’utilizzo di energie rinnovabili. Fregi ricorda poi che in Italia, Google ha attivato una collaborazione con ENI (con la piattaforma Open ES n.d.r.) per misurare e migliorare le performance di sostenibilità e per attivare logiche ESG a livello di supply chain.

Equilibri Sostenibili in famiglia: ParentSmile, il digitale al servizio dei neogenitori

Il rapporto tra digitale e sostenibilità cambia anche le prospettive legate alla qualità della vita quotidiana e lo spiega bene Cristina Lucera, CEO e Founder di ParentSmile con un progetto di supporto digitale ai neogenitori. Lucera racconta il disorientamento che si prova nel cercare un supporto qualificato nella fase più importante che si vive con l’arrivo di un figlio. Per i genitori è difficile trovare un professionista che possa essere di aiuto: serve trovare una persona e servono indicazioni precise sull’affidabilità e sulla professionalità. ParentSmile vuole rispondere a queste esigenze e portare un clima di fiducia e di sostenibilità sociale. Grazie all’innovazione digitale si possono integrare informazioni che permettono di arrivare a disporre di servizi sanitari, assistenziali, educativi con conferma della scelta effettuata. In altre parole, non è l’ennesima piattaforma che mette in vetrina dei professionisti, ma è un servizio che mette a disposizione delle soluzioni affidabili.

Cristina Lucera, CEO e Founder di ParentSmile

Transizione 4.0 e PNRR: una occasione unica per lo sviluppo

Sostenibilità è anche trovare il miglior equilibrio possibile con il contesto in cui ciascuna azienda si trova a operare e disporre di tutte le risorse disponibili. Oggi tutto questo significa prestare la migliore attenzione possibile all’utilizzo di tutti gli incentivi e significa collocare il proprio sviluppo negli ambiti previsti dal Piano Transizione 4.0 e dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

Marco Calabrò, del Ministero dello sviluppo economico sottolinea in un video come l’innovazione digitale sia un fattore chiave per la competitività delle imprese. Il Piano 4.0 ha dato grandi soddisfazioni ma restano da intercettare e da coinvolgere anche le imprese di minori dimensioni. Per farlo più che potenziare gli strumenti occorre lavorare sulla sensibilizzazione e sulla cultura per far crescere il livello di maturità digitale delle imprese e accompagnarle in questo percorso. Grazie al PNRR e alle risorse che arriveranno dall’Europa, il Piano Transizione 4.0 ha trovato una solida continuità e conta su risorse pari a circa 25 miliardi per il 2021 – 2022. Calabrò ricorda che per il futuro si sta ragionando su come gli obiettivi della transizione ecologica possano convergere e arricchire e potenziare quelli della trasformazione digitale.

Far crescere le aziende grazie a una nuova Linfa Digitale

Lorna Vatta, executive partner e cofondatrice Linfa Digitale

Risorse e innovazione digitale sono la nuova linfa della competitività per le imprese ed è proprio il caso di parlare di Linfa Digitale, il progetto presentato da Lorna Vatta, in qualità di executive partner e cofondatrice che tiene a sottolineare come oggi si viva un momento in cui ci si deve considerare “in missione per conto del nostro paese”. Abbiamo visto che lo scenario può contare su strumenti come il Piano Transizione 4.0 e come il PNRR, incentivi veramente molto importanti che però vanno sfruttati adeguatamente. Adesso, sottolinea Lorna, è il momento di farlo e forse è anche il caso di dire “ora o mai più”. Non come un “ultimatum” ma perché i tempi sono finalmente maturi e perché l’Italia ha dalla sua la creatività, la capacità di reagire e di trovare nuove strade. Oggi c’è la possibilità di mettere in diretta relazione gli incentivi per lo sviluppo e la digitalizzazione con i temi e le necessità legate alla sostenibilità, per dare vita a una occasione unica di sviluppo. Vatta ricorda poi che dobbiamo innovare il nostro modello, per farlo si devono sostenere le aziende in questo processo e Linfa Digitale mette insieme la capacità di trasformazione, di capire il “dove” e il “come” cambiare, e tutto quello che serve per accompagnarle nella digitalizzazione e nella crescita.

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