La pressione della crisi energetica sta cambiando il profilo di una transizione ecologica che stava con fatica assumendo una sua identità e un suo equilibrio. Il senso di urgenza che spinge ad accelerare sulle rinnovabili e ridurre i consumi da una parte si scontra con la necessità di correre ai ripari, davanti a un mercato dell’energia pieno di variabili e insidie. Nell’instabilità costante di questo scenario, si può individuare un’unica vera certezza sulla quale c’è totale sintonia: l’efficientamento energetico rappresenta una priorità assoluta e l’individuazione e l’azzeramento di ogni spreco assume oggi un “doppio valore”, economico e ambientale.
In questo scenario, si collocano i consumi attribuiti al settore civile che, secondo il rapporto annuale sull’efficienza energetica 2021 dell’Enea, rappresentano il 41,1%. Sempre in questa cornice si colloca la strategia per la Riqualificazione del Patrimonio Immobiliare Nazionale, ovvero lo “STREPIN” 2020, che parla di un parco residenziale che, nel 65% dei casi, ha un’età anagrafica superiore ai 45 anni, ovvero costruito o riqualificato quando ancora non era arrivata la prima legge sul risparmio energetico del 1976.
Se, poi, si considera che l’obiettivo della decarbonizzazione, applicato anche al mondo delle abitazioni civili, dovrebbe (condizionale d’obbligo) portarci al 2050 a un azzeramento delle emissioni dirette e a una quasi completa decarbonizzazione del terziario, appare evidente come sia indispensabile fare in fretta e trovare nuove forme di “sustainability”. Nello specifico, occorre pensare non solo alla riqualificazione degli edifici, ma al modo stesso con cui ci si relaziona con tutti i servizi che attengono al mondo del building.
Su questo punto si intrecciano 12. Questa triangolazione, oggi, porta a potenziare il concetto stesso di smart building, dove l’intelligenza non si ferma solo alla capacità degli edifici di disporre di dati e servizi smart, ma il tutto si arricchisce con la relazione tra obiettivi energetici, obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale, e cambiamento dei comportamenti di persone e aziende.
Il facility management è, cioè, sempre più in diretta relazione con il concetto di smart building nel quale rientrano la gestione dell’energia, del comfort, della sicurezza, delle telecomunicazioni e di tutti i servizi essenziali abilitati da piattaforme digitali e sensoristica. I dati e gli apparati che consentono di attivare queste nuove forme di automazione sono centrali, non solo per creare nuovi servizi a valore aggiunto per attività di facility ed energy management tradizionali. Risultano altresì necessari, infatti, per individuare e indirizzare nuovi comportamenti, attraverso i quali raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione e controllo dei consumi, senza che questo comporti una drastica riduzione del comfort ambientale.
Il ruolo del Facility Management in relazione alla sustainability
Il ruolo dei facility manager, nell’accezione di professionisti con la responsabilità di gestire e coordinare gli spazi in modo che siano funzionali al personale delle imprese “clienti”, è oggi ancora più strategico: deve permettere a queste organizzazioni di svolgere al meglio le loro attività e, nello stesso tempo, deve mettere a disposizione tutte le fonti di dati, di conoscenza, di interazione per disporre di una visione di insieme che consenta di definire modelli organizzativi tali da creare un nuovo equilibrio tra la massima riduzione dei consumi energetici possibile e il miglior comfort operativo.
Nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità di ogni singola azienda, rientrano infatti anche quelli legati alle prestazioni ambientali del mondo building e dei servizi acquistati. In questo senso, la capacità del facility management di lavorare sui dati acquista ancora più valore. Tanto l’ambito dei soft services quanto quello degli hard services, unitamente a tutte le attività di manutenzione degli impianti tecnologici, elettrici, meccanici, civili, incidono a più livelli sulla capacità prestazionale ambientale di un edificio e possono portare vantaggi importanti alle imprese che ne usufruiscono e non solo nella forma oggi più evidente del risparmio sulla “bolletta energetica”.
Tra i rischi che il facility management deve sapere mitigare a livello di hard services saranno poi compresi in modo sempre più importante gli sprechi di energia, di acqua e di tutte le prestazioni energetiche e di gestione dei consumi, che comportano un disallineamento rispetto al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Ancora una volta, il punto di riferimento per raggiungere questi obiettivi è rappresentato dalla capacità di gestione dei dati e di intervento sui comportamenti con la massima precisione e conoscenza. Un aspetto, quest’ultimo, che incide in modo indiretto sul valore dell’immobile stesso, garantendo la possibilità di “esprimere” elevate prestazioni ambientali con i margini di flessibilità necessari per adattarsi alle esigenze operative delle imprese che lo utilizzano.
Il digitale e la presenza “fisica”
I due fattori che più incidono sulla possibilità di far crescere, con il facility management, le prestazioni ambientali dei building sono apparentemente distanti e sono rappresentati, da una parte, dall’impiego di soluzioni di tipo BIM (Building Information Modeling) e, dall’altra, dalla capacità di erogare e assicurare i servizi di facility management in modo diretto.
Il BIM consente di disporre di una rappresentazione digitale dei building e dei servizi, permettendo con questi dati ai facility manager di avere sotto controllo tutte le problematiche della gestione quotidiana di un immobile. La scelta legata alla gestione diretta permette, inoltre, di garantire una maggiore affidabilità e omogeneità nei servizi di facility management e una conoscenza approfondita degli ambienti e delle esigenze, con un impatto a livello di compliance, di sicurezza, di tempestività negli interventi e di analisi dettagliata del funzionamento di tutte le strutture e di eventuali problemi.
L’approccio di NAZCA alla sostenibilità con il facility management
NAZCA, da oltre vent’anni, è attiva nel facility management ed è allo stesso tempo un attore impegnato direttamente nell’innovazione digitale per il facility. Grazie alle proprie soluzioni e al personale operativo, NAZCA è in grado di gestire con la massima precisione l’erogazione di tutti i servizi, la gestione dell’energia, la manutenzione, le funzioni legate all’impiantistica, la sicurezza, in un rapporto con le imprese clienti orientato al raggiungimento di obiettivi di servizio che, grazie ai dati, permettono di comprendere anche i temi di una sostenibilità armonizzata con l’evoluzione dell’organizzazione aziendale sempre più ispirata ai criteri dell’impatto ambientale.