Il nuovo rapporto Il ruolo della salute animale negli impegni nazionali sul clima, elaborato dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) insieme alla Global Dairy Platform e la Global Research Alliance on Agricultural Greenhouse Gases (GRA), dimostra che migliorare la salute animale può contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, in quanto le malattie zoonotiche, l’aspettativa di vita degli animali e la loro produttività sono tutti fattori che producono un significativo impatto su tali emissioni. In altre parole, lo studio afferma chiaramente la possibilità che un miglioramento della situazione sanitaria degli animali contribuirà a mitigare il clima.
“Il rapporto rappresenta un punto di svolta dal momento che, oltre a mettere in evidenza l’importanza della salute animale, guida i Paesi verso l’adozione di un approccio più granulare nella valutazione del suo ruolo e della necessità di inserire tale aspetto negli impegni nazionali sul clima al fine di contribuire a mitigare la crisi climatica” spiega la vice direttrice generale della FAO, Maria Helena Semedo.
Animali e gas serra: colmare la lacuna nei dati
Per procedere in tal senso, il rapporto indica in che modo è possibile per i Paesi sviluppare un sistema di misurazione, reporting e verifica (measurement, reporting and verification o MRV) a livello nazionale per poter tener conto dei progressi compiuti in materia di salute animale negli impegni nazionali sul clima. A tal fine, è fondamentale che i paesi ricorrano a metodi dettagliati, noti come Livello 2 o 3, elaborati dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC).
Altrettanto fondamentali sono i dati sul mangime per le diverse categorie di animali e per i vari sistemi di gestione del letame, poiché tali aspetti incidono enormemente sui fattori di emissione. Secondo il rapporto, la misurazione di parametri come il fattore di conversione del metano (CH4) può addirittura richiedere il ricorso a metodi di Livello 3, caratterizzati da una modellazione e, quindi, da dati più complessi.
Tuttavia, gli interventi in materia di salute animale non possono essere presi in considerazione isolatamente a livello zootecnico, come se incidessero soltanto sulle emissioni dirette. Per esempio, le emissioni prodotte lungo la catena di approvvigionamento possono diminuire in seguito a una riduzione dei bisogni di rimonte o a variazioni della razione di mangimi. È dunque importante adottare una prospettiva sistemica e quindi, comprendere tutti i fattori responsabili delle emissioni e contabilizzare l’impatto lungo tutta la value chain.
“Oltre all’opportunità di migliorare la salute degli animali per contribuire alla mitigazione del clima, questo rapporto evidenzia la necessità di colmare le lacune critiche nei dati e costruire capacità soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. I governi e il settore zootecnico dovrebbero sostenere gli investimenti a lungo termine nella ricerca e creare un contesto favorevole perché le politiche e i programmi in materia di salute animale possano mettere pienamente a frutto le loro potenzialità” afferma il rappresentante speciale del GRA, Hayden Montgomery.