Viticoltura e ambiente, cosa sono le applicazioni a rateo variabile

Curare le viti dosando l’uso di concimi e prodotti fitosanitari grazie alle nuove tecnologie può consentire una riduzione dell’uso di queste sostanze fino al 35%. E’ possibile grazie alle mappe di vigoria delle piante realizzate da Terrasharp grazie all’utilizzo dei droni

Pubblicato il 23 Ott 2019

Terrasharp

Ridurre fino al 35% l’utilizzo di concimi e prodotti fitosanitari nella viticoltura. E’ possibile grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, che consentono così di di rendere più sostenibile dal punto di vista ambientale la coltivazione delle viti. Nello specifico Terrasharp ha messo a punto un sistema che consente di utilizzare delle mappe di vigoria e di prescrizione nei vigneti, ottenute suddividendo vigneto in aree omogenee secondo l’indice Ndvi, che valuta la vigoria delle piante grazie alle rilevazioni effettuate tramite droni. “La conoscenza della variabilità dell’appezzamento – spiega Federico Barone, responsabile agronomico di Terrasharp – consente di suddividerlo in sotto-zone da trattare in maniera customizzata. Per uniformare la vigoria, raggiungendo il miglior compromesso tra resa e qualità, ridurre la quantità di input e automatizzare questo tipo di operazioni si può intervenire con fertilizzatrici a rateo variabile, le quali grazie a un ricevitore Gps e alle mappe precaricate sono in grado di compiere operazioni differenti in ogni area del vigneto. Ad ogni area di vigoria (bassa, media o alta) viene assegnata una quantità di concime da spandere e la macchina automaticamente dosa il rilascio del fertilizzante”.

Grazie a queste informazioni sarà così possibile ridurre in maniera mirata l’uso di prodotti e, di conseguenza, anche la dispersione di azoto verso la falda idrica.

“Anche la Modellizzazione 3D delle chiome favorirebbe la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari – spiega ancora Barone – Sempre partendo da foto rilevate da drone in volo sopra ai vigneti, i dati vengono elaborati con appositi software per ottenere un modello tridimensionale delle piante. In questo modo sarebbe possibile effettuare trattamenti in base all’altezza e alla densità della chioma, limitando gli sprechi e la deriva degli spray nell’aria. Al momento solo in alcuni Paesi sono già disponibili irroratrici intelligenti capaci di fornire la corretta quantità di prodotto per pianta limitando le dispersioni, anche se i risparmi possono essere rilevanti sui principi attivi calcolando con precisione la dose di spray da usare a seconda della fase colturale”.

Tutti questi elementi contribuiscono a fare della tecnologia del rateo variabile di fertilizzanti e prodotti fitosanitari uno strumento per l’efficienza e della sostenibilità ambientale ed economica del comparto vitivinicolo, “Anche se il suo impiego è stato di portata limitata fino ad ora – conclude Barone – Purtroppo esistono ancora gap tecnologici, per questo ci auguriamo che si possano superare alcune barriere all’ingresso, prima di tutto i costi, anche grazie a una rinnovata attenzione istituzionale per il comparto, affinché le innovazioni possano portare tutto il loro contributo all’agricoltura di precisione in generale e alla viticoltura in particolare”.

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