Cantine biologiche e rispettose dell’ambiente, piccoli produttori, aziende agricole, vignaioli innovativi: sono 542 le realtà dall’Italia e dal mondo, scelte da Slow Food tra chi ha firmato il Manifesto del vino “pulito, buono e giusto”, che partecipano da domenica 27 a martedì 29 marzo 2022 alla prima edizione di Sana Slow Wine Fair. Una tre giorni che proietta Bologna fra le capitali del vino italiano con una prima assoluta, costola enologica di una consolidata kermesse come il Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale.
Ideata da Slow Food e organizzata da BolognaFiere, in partnership con FederBio e Confcommercio Ascom Bologna, con il supporto di Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’ICE, con il patrocinio della Regione Emilia–Romagna, la manifestazione internazionale ospita il primo incontro della Slow Wine Coalition, una rete internazionale, inclusiva e collaborativa che unisce i protagonisti del mondo del vino (vignaioli, appassionati e professionisti della filiera) nella volontà di cambiare il sistema agricolo, grazie al vino pulito, buono e giusto coniugando la sostenibilità ambientale, la difesa del paesaggio e la crescita culturale e sociale degli abitanti delle terre dedicate alla coltivazione della vite.
“Sana Slow Wine Fair contribuirà a far crescere la vera grande comunità del vino che si è creata a partire dalla Guida Slow Wine e Bologna diventerà la capitale del vino buono, pulito e giusto – sottolinea Federico Varazi, Vice Presidente di Slow Food Italia – I temi al centro della manifestazione sono fondamentali per andare incontro alle sfide che il momento di difficoltà attuale ci pone di fronte, a partire dalla crisi climatica e dalla siccità che in questi giorni è un vero dramma per i produttori. In questo, un ruolo importante è quello dei giovani che si fanno portatori della sostenibilità ambientale nelle loro scelte quotidiane, anche quando scelgono un vino in enoteca”.
Per maggiori informazioni, potete consultare la pagina dedicata.
Partire dal vino pulito, buono e giusto per cambiare rotta
Alla Slow Wine Fair, si riuniranno centinaia di produttori provenienti dall’Italia e da tutto il mondo che si confronteranno in conferenze e dibattiti, e si ritroveranno per elaborare paper importanti sul futuro del vino e della viticoltura. Ma la Slow Wine Fair non è solo per i vignaioli e i vigneron. Gli appassionati e gli operatori possono fruire di un ricco programma di Masterclass e scegliere tra le migliaia di etichette provenienti da ogni parte del globo selezionate da Slow Food.
Slow Food si è posta l’obiettivo di puntare alla costruzione di un sistema che fa del vino un potente strumento di riscatto culturale delle campagne. In questo sistema, i vignaioli sono sia custodi del territorio sia promotori di un sistema che unisce architettura, biodiversità e giustizia sociale. Solo così il patto comunitario tra appassionati, vignaioli e soggetti legati alla filiera enologica può avere un ruolo di crescita sociale e culturale. Secondo questa logica, il vino buono, pulito e giusto viene visto come un qualcosa che va oltre il bicchiere, che include ambiti di importanza strategica per il futuro di noi tutti.
Il vino biologico traina pratiche di agricoltura sostenibile
Più della metà degli espositori – in totale 302 cantine – ha una certificazione biologica o biodinamica o presenta etichette certificate. Un segnale fortissimo perché, come evidenziano i dati del Report Wine Monitor Nomisma, il mercato del vino bio si dimostra in grande crescita con un incremento dei consumi in Italia del 60% negli ultimi tre anni. Anche la produzione vitivinicoltura biologica registra numeri positivi.
Dai dati Sinab Italia, con 117.378 ettari di vite bio, il nostro Paese conta un’incidenza sulla superficie vitata complessiva di oltre il 19%, la più alta in Europa e nel mondo. Negli ultimi 10 anni la produzione di vino biologico è aumentata quasi del 110% a testimonianza di una maggiore sensibilità dei consumatori verso prodotti di qualità, sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
“Il vino biologico, che non utilizza pesticidi e sostanze chimiche di sintesi a protezione della fertilità del suolo e della biodiversità, conferma il suo ruolo centrale all’interno del processo di transizione ecologica verso un’agricoltura sempre più sostenibile. I tre pilastri del Manifesto Slow Food per il vino buono pulito e giusto – sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne – sottoscritto anche da FederBio, contraddistinguono il vino biologico insieme al valore dell’identità territoriale delle denominazioni d’origine del nostro Paese con l’unico logo certificato dall’Unione Europea che premia il lavoro di tanti viticoltori”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica).