Food waste

Tre startup italiane azzerano lo spreco lungo la filiera alimentare

L’obiettivo è diffondere le migliori pratiche e coinvolgere tutti gli attori della food chain per combattere le inefficienze a monte e promuovere una gestione responsabile dei rifiuti a valle, grazie a Intelligenza artificiale, Blockchain e Internet of Things

Pubblicato il 26 Mag 2023

shutterstock_2200879317-1

L’Italia si confronta con una realtà preoccupante: il valore dello spreco alimentare nel 2022 ha superato la cifra impressionante di 9,3 miliardi di euro lungo l’intera filiera. Quello che emerge da diversi studi è che i produttori sono i principali responsabili di questa perdita che si distribuisce tra agricoltura (26%), industria (28%) e distribuzione (8%). Ma non sono solo le aziende a contribuire al food waste, perché anche le famiglie italiane stanno sprecando risorse alimentari per un valore di 6,48 miliardi di euro, pari a circa 27 kg di cibo all’anno per persona.
Di fronte a questi dati sconcertanti, tre startup italiane hanno deciso di unire le forze per creare la prima filiera alimentare a zero spreco, che si estende dal produttore al consumatore. L’obiettivo è quello di promuovere un vero e proprio movimento anti-spreco, coinvolgendo tutti gli attori della filiera che, spesso influenzati da decisioni non sufficientemente precise, finiscono per generare rifiuti. Al centro, c’è la volontà di aiutare produttori e distributori a ridurre lo spreco alimentare, tramite l’implementazione di tecnologie digitali e la condivisione e la diffusione di best practice per evitare inefficienze e generare un impatto positivo che si ripercuote sulle performance aziendali tanto quanto sull’ambiente.

La filiera zero-spreco dal produttore al consumatore

Il primo tassello di questa innovativa filiera a zero spreco è rappresentato da Tuidi, startup che sfrutta l’intelligenza artificiale per generare previsioni accurate della domanda, ottimizzando così i processi nell’industria alimentare. L’azienda opera nel settore del retail attraverso l’assistente virtuale Delphi, che tiene in considerazione variabili esterne come il meteo, le festività e la concorrenza, al fine di prevedere le vendite e fornire consigli sugli approvvigionamenti per minimizzare le rotture di stock, gli esuberi di magazzino e, di conseguenza, lo spreco alimentare. Nel processo di produzione, Tuidi utilizza il software Demetra per ottimizzare la pianificazione della produzione giornaliera, aiutando l’industria a ridurre inefficienze come gli ordini non evasi e gli eccessi di magazzino.

Quando le imprese della grande distribuzione si trovano ad affrontare eccedenze di magazzino e devono recuperare prodotti a rischio spreco, entra in gioco la startup Regusto, il primo portale dedicato alla gestione di tali prodotti. Attraverso la piattaforma Regusto, le aziende alimentari e non possono donare e vendere i propri prodotti, mettendoli a disposizione di una rete di oltre 700 enti non-profit attivi a livello nazionale, che li ridistribuiscono alle famiglie più bisognose. Regusto è in grado di documentare e rendicontare i benefici ambientali e sociali per le imprese e per il territorio, come ad esempio il numero di pasti distribuiti, le emissioni di CO2 evitate e il risparmio di acqua. I dati certificati attraverso la blockchain di Regusto possono essere inclusi nel bilancio di sostenibilità delle aziende.

Ma cosa succede quando lo spreco avviene all’interno delle nostre case? Circa la metà degli italiani ammette di dimenticare spesso gli alimenti acquistati, facendoli così scadere. In questa situazione entra in gioco Shelfy, un’innovativa soluzione ideata da Vitesy, azienda italiana impegnata a migliorare la vita e il benessere delle persone attraverso soluzioni sostenibili e intelligenti. Nello specifico, Shelfy utilizza la tecnologia fotocatalitica per eliminare gli inquinanti all’interno del frigorifero, responsabili del deterioramento del cibo, riducendo gli odori e la carica batterica. In questo modo, i cibi freschi conservati nel frigorifero di casa possono durare il doppio o addirittura il triplo rispetto alla loro normale durata.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5