Tracciabilità alimentare delle carni bovine italiane: la Cooperativa Agricola San Rocco da anni usa la tecnologia Rfid per garantire la qualità della filiera dall’allevamento alla tavola del consumatore.
«Lo sviluppo di sistemi Rfid legati alla filiera alimentare – spiega Virgilio Citelli, Responsabile Area Produzione di Cooperativa Agricola San Rocco – garantisce ottimi risultati e dovrebbe essere applicato su larga scala perché, oltre alla certezza della tracciabilità, offre una limitazione alle frodi alimentari, tutelando i consumatori».
Farm to Fork: qualità fa rima con tracciabilità
Nata nel 1975, la Cooperativa Agricola S. Rocco è un’associazione composta da 68 soci coltivatori diretti, agricoltori e allevatori. La sede operativa si trova presso la Cascina Pietrasanta di Pontevecchio, a Magenta. La Cooperativa produce soprattutto latte, destinato in gran parte alla produzione di gorgonzola, e carne bovina. Si producono inoltre salumi, e, grazie al lavoro di alcuni soci di zone particolari, anche riso e vini. La carne bovina, in particolare, è oggetto da alcuni anni di un progetto di miglioramento della qualità. Per differenziare la propria produzione e rendere riconoscibile il prodotto locale, infatti, la Cooperativa San Rocco si è unita al Consorzio Qualità della Carne Bovina Milanese, aderendo a un programma di certificazione di prodotto legata a un sistema di tracciabilità e rintracciabilità alimentare. Il progetto, in linea con le linee guida europee dell’iniziativa Farm to Fork (F2F, ovvero tracciabilità alimentare dalla fattoria alla forchetta), ha coinvolto i principali allevamenti della Cooperativa San Rocco, il macello di proprietà nonché i diversi punti vendita dove sono reperibili i prodotti a marchio Cooperativa San Rocco. In questo modo la carne è controllata dall’allevamento alla vendita e anche il consumatore finale può godere della massima trasparenza informativa rispetto ai suoi acquisti.
Tracciabilità alimentare per un agrifood davvero 4.0
Le carni della Cooperativa sono ottenute da animali esclusivamente allevati dai soci e macellate presso l’impianto a norma CEE localizzato nella cascina stessa. È qui che vengono effettuate le prime fasi di sezionamento per la distribuzione delle carni nei vari punti vendita gestiti dalla cooperativa.
Per garantire la qualità tutta italiana della propria produzione e assicurare al consumatore informazioni chiare e trasparenti i soci della cooperativa hanno voluto una soluzione capace di tracciare con certezza l’intera filiera del bovino.
Tenenga, già partner per la tracciabilità alimentare del Consorzio Qualità della Carne Bovina Milanese, ha integrato nella filiera della carne un sistema basato su tecnologia Rfid. L’animale in allevamento viene tracciato mediante un tag Rfid: il dispositivo viene inserito o in un orecchio oppure tramite bolo di ceramica nel reticolo ruminale.
Sul tag vengono memorizzate così una serie di informazioni importanti, tra cui la data di nascita dell’animale, oltre a un codice numerico che identifica in maniera univoca e certa ogni singolo animale. Da quel momento in poi in tutte le fasi di lavorazione successive (macellazione, sezionatura, porzionamento presso il punto vendita) le informazioni registrate vengono trasferite su altri tag associati ai processi di lavorazione e più idonei alle diverse esigenze operative della catena logistica: da quelli disposti sui ganci di movimentazione nel macello a quelli piccoli e piatti applicati alle confezioni sottovuoto, sino a quelli inseriti nelle bandierine segnaprezzo dei punti vendita. Nella fase finale di vendita al banco, infatti, i dati registrati nei tag/bandierina vengono acquisiti dal lettore Rfid collegato alla bilancia, fornendo a quest’ultima tutte le informazioni di tracciabilità da riportare sullo scontrino del consumatore, garantendo così la qualità delle informazioni che raccontano la qualità dei prodotti.
La qualità della carne bovina, infatti, risulta da una adeguata gestione di ogni fase della catena alimentare: dall’acquisto e/o nascita degli animali alla tavola del consumatore. I fattori in grado di influenzare le caratteristiche qualitative della carne sono pertanto decisamente numerosi e presenti lungo l’intero processo produttivo, anche se è indubbio che il ruolo di protagonista spetti all’allevamento: tipo di animale, gestione e alimentazione determinano infatti le peculiarità principali del prodotto finale. L’iniziativa portata avanti dalla Cooperativa San Rocco da diversi anni è un esempio illuminato di smart agrifood dove l’uso dell’identificazione univoca a radiofrequenza fa davvero la differenza per tutta la filiera alimentare.
I vantaggi del progetto? Tracciabilità alimentare completa, maggiore sicurezza per il consumatore, maggiore velocità nei processi e ottimizzazione delle fasi di lavoro con un abbattimento degli errori legati alla gestione manuale.