Per i giovani la sostenibilità deve tenere in considerazione l’equilibrio tra gli aspetti ambientali, sociali ed economici dei processi produttivi, e soddisfare i bisogni dell’odierna società senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte alle proprie. Sul futuro hanno le idee chiare: vorrebbero lavorare in un’azienda attenta alla sostenibilità, tecnologicamente avanzata e in grado di garantire tracciabilità alle produzioni. Ma anche operare in un mercato con prezzi adeguati al lavoro dell’agricoltore e al valore del prodotto stesso cancellando i prezzi bassi e la mentalità che si oppone alle innovazioni.
Image Line, azienda Hi-Tech italiana specializzata nelle soluzioni digitali per l’agricoltura, presenta i risultati di un’indagine quantitativa volta a tracciare l’identikit dell’agricoltore del futuro, ma soprattutto a indagare il rapporto tra giovani e agricoltura digitale nell’ottica della sostenibilità dei processi di lavoro. L’indagine dal titolo “Giovani: idee concrete per l’agricoltura”, condotta tra settembre e novembre 2019 in modalità CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) all’interno della community Image Line, è stata indirizzata al target più giovane, studenti e lavoratori, di età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Ivano Valmori, Ceo di Image Line dichiara “La figura dell’agricoltore sta mutando sempre più verso una professione permeata di innovazione e tecnologia, ma allo stesso tempo attenta alla sostenibilità e noi vogliamo accompagnare la nuova generazione in questo cambiamento”. Tra le prime 5 regioni in cui è stato registrato il maggior numero di partecipanti vediamo Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia e Sicilia, un dato che conferma come le nuove generazioni, in particolare in queste zone d’Italia, puntino sull’agricoltura, quale pilastro dell’economia del paese e del Made in Italy nel mondo.
Giovani attenti alla sostenibilità e sostenitori del digitale
La sostenibilità è un tema che oggi interessa trasversalmente tutti i settori lavorativi e che trova nei giovani la maggiore consapevolezza sulla necessità d’azione anche a livello di abitudini di consumo. Su un campione di 527 partecipanti, la quasi totalità ritiene prioritaria la verifica della provenienza di un prodotto quando effettua un acquisto (81,45%); preferisce acquistare frutta e verdura sfusa rispetto a quella confezionata (82,42%); pianifica gli acquisti per evitare sprechi (83,01%); si impegna a ridurre al minimo i rifiuti indifferenziati (86,13%) ed evita o cerca di evitare il più possibile l’acquisto di confezioni e prodotti usa e getta di plastica come piatti, bicchieri, posate, bottiglie, sacchetti, vaschette per alimenti, ecc. (82,42%).
L’agricoltore del futuro è laureato (47%) o diplomato (45%) e vorrebbe lavorare in un’azienda che si fa promotrice e si riconosce nei valori in cui egli stesso crede. E’ evidente l’importanza delle nuove tecnologie nel processo di trasformazione agricola e nell’ottica di una maggiore sostenibilità del lavoro, in particolare i software per la gestione del registro dei trattamenti, le mappe di prescrizione e i sensori in campo. Il processo di trasformazione che ha portato all’agricoltura 4.0 ha generato una trasformazione nella cassetta degli attrezzi dell’agricoltore, oggi caratterizzata sempre più da strumenti tecnologici e di precisione, droni, software e big data.