Smart Agrifood e tutela del Made in Italy: dalla terra alla tavola l’agroalimentare cambia faccia con l’aiuto di Cloud e IoT

L’innovazione digitale del settore primario, tra wearable, sensori e trattori connessi. Il ruolo del Cloud per supportare l’elaborazione degli agridata e la tracciabilità di filiera

Pubblicato il 21 Mar 2018

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L’agroalimentare è, da sempre, uno dei settori di punta dell’export “Made in Italy”, con Vini D.O.C. e formaggi D.O.P. dello Stivale che vanno per la maggiore, dalla California al Giappone. Oggi, però, siamo tutti più attenti a quel che mettiamo in tavola. Certezza della provenienza e tracciabilità lungo la filiera sono un valore aggiunto che il consumatore apprezza e per il quale è disposto a pagare.

Tracciabilità di filiera e qualità certificata

La possibilità di ricostruire a ritroso il percorso di un prodotto, di un ingrediente utilizzato all’interno di una

preparazione o di un animale destinato alla macellazione è alla base della salute alimentare oltre a essere, in molti casi, un obbligo di legge. La tracciabilità offre una duplice tutela sia per le aziende, che possono cautelarsi contro il rischio di contraffazioni, sofisticazioni, truffe o importazioni spacciate per Made in Italy, sia per il consumatore, che può essere certo della qualità (si pensi alle certificazioni “Bio”) e dell’origine del cibo che porta in tavola. La qualità, d’altro canto, è il principale fattore su cui si basa la fiducia del consumatore rispetto a un brand (nell’alimentare, in particolare). Lo sostiene anche una recente survey condotta dai ricercatori di Basis per conto di Reply. La qualità dei prodotti è indicata dal 55% del campione (3mila individui) come il principale elemento che influenza gli acquisti sia online che offline. Nel caso del Made in Italy, poi, la qualità garantita si traduce anche in un maggior valore economico, visto che l’11% del PIL dello Stivale e circa il 9% delle esportazioni riguardano proprio l’Agrifood.

Le tecnologie che sostengono l’Agricoltura 4.0 e il Precision Farming

La tecnologia, oggi, permette di trarre vantaggi immediati dalle applicazioni della cosiddetta Agricoltura 4.0. Le soluzioni più diffuse si fondano sulle analytics e sulla rielaborazione di quelli che vengono comunemente chiamati “agridata”: informazioni e record provenienti dal campo o dalla stalla, ai quali si aggiungono sempre più spesso quelli meteorologici, quelli dei macchinari e delle attrezzature smart, i dati operativi, quelli sul raccolto e sulle giacenze di magazzino. Secondo gli esperti dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, nel nostro Paese lo scorso anno è stato prodotto dai soli trattori connessi circa 1 milione di Gigabyte di dati. Dal grappolo alla bottiglia, dalla stalla alla forma di Parmigiano, il Cloud è l’infrastruttura che abilita la tracciabilità di filiera e l’Internet of Agriculture, fornendo un ambiente per l’integrazione e l’analisi in tempo reale dei dati generati sul campo e nei vari passaggi dalla terra allo scaffale del punto vendita, per arrivare fin sulla tavola del consumatore.

Le tecnologie abilitanti l’Agricoltura 4.0

Fonte: Osservatorio Smart Agrifood (2018)

Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il mercato delle infrastrutture e delle soluzioni digitali per la filiera dell’agroalimentare in Italia cuba un giro d’affari di 100 milioni di euro anche se la Smart Agrifood è una realtà limitata ancora a meno dell’1% delle superfici coltivate. Ma in cosa si sostanzia l’Agricoltura 4.0?

Sensori da campo

Queste “sentinelle” controllano diversi parametri fisici come la temperatura del suolo, la qualità dell’aria e l’umidità. I dati rilevati solitamente vengono inviati nel Cloud, dove vengono rielaborati e contestualizzati, integrati con altre informazioni provenienti dai droni, sempre più diffusi in campagna. Con la crescente diffusione dei sensori da campo, in prospettivasarà possibile prevedere il giusto momento della raccolta e migliorare la salute delle piante, pianificare i giusti tempi e la giusta quantità di irrigazione.

Droni agricoli

Questi mini sistemi volanti, dotati di GPS, telecamere e sensori multispettrali, compiono rilevazioni fotografiche del terreno. Anche in questo caso, i dati acquisiti vengono inviati al Cloud e rielaborati in modo rapido ed economico, per generare ortofoto, indici di vigore e mappe di prescrizione… In altre parole, tutto quel che serve per tradurre in pratica il Precision Farming: un’agricoltura di precisione che ottimizza l’uso di acqua, nutrienti e fitosanitari in relazione allo stato dei campi. L’agricoltura di precisione permette di pianificare le attività di semina e irrigazione in funzione del clima, dell’umidità e della ricchezza minerale del terreno riducendo al minimo gli sprechi e concentrando gli interventi solo sulle superfici che li richiedono.

Trattori intelligenti

I nuovi trattori connessi sono in grado di muoversi anche senza operatore a bordo e “ragionano”. Sfruttano i servizi Cloud per il trasferimento continuo dei dati agronomici, la loro rielaborazione e integrazione con i record che provengono dai sensori del campo, dai droni o dai servizi meteorologici e prendono in autonomia decisioni sul da farsi. Se per esempio i rilevatori barometrici indicano un temporale in arrivo e il trattore sta seminando, potrà decidere di fermarsi e aspettare che passi oppure accelerare per portare a termine prima il lavoro, definendo l’azione migliore sulla base di algoritmi frutto dell’esperienza. Sarà, inoltre, possibile monitorare meccanica e consumi del carburante abilitando la manutenzione predittiva.

Wearable

In Italia, fino allo scorso anno i wearable più numerosi erano quelli indossati dal bestiame. Nelle vacche da latte, per esempio, l’utilizzo dei wearable (tag applicati alle orecchie) permette di acquisire in continuo i parametri biometrici del bestiame in stalla, per comprendere qual è il momento migliore per la mungitura. Sfruttando le reti wireless e l’infrastruttura Cloud in abbinamento a collari smart e App mobile, invece, si potrà sempre sapere (con aggiornamenti in tempo quasi reale, nell’ordine di decine di secondi) dove si trova ogni singolo capo di bestiame allevato all’aperto.

Cartellini digitali

La digitalizzazione dei cartellini di foraggi e pastoni e il loro tracciamento, con l’aiuto del Cloud, permettono di assicurare, dal mangimificio al caseificio, la massima trasparenza sull’alimentazione del bestiame garantendo anche la conformità ai disciplinari dei marchi di qualità D.O.P.

Geolocalizzazione

Sensori smart, tag Rfid e beacon applicati ai mezzi di trasporto del bestiame o ai lotti di prodotti confezionati permettono di migliorare le condizioni di trasporto degli animali, rendendo anche più economiche le procedure relative. L’analisi rapida di tutte le informazioni raccolte nel Cloud si rivela fondamentale per gestire i richiami di alimenti legati a contaminazioni o non conformità di natura qualitativa, consentendo l’immediata individuazione dei lotti incriminati.

21 marzo 2018

Come sfruttare il Cloud per l’Industria 4.0 e per l’Impresa 4.0

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