La Smart Agricolture, ovvero agricoltura di precisione, rappresenta un modello innovativo di gestione delle attività agricole, il quale, attraverso l’utilizzo di sensori, traduttori e sistemi hardware/ software permette di ridurre l’utilizzo di pesticidi e i consumi di risorse e di migliorare la qualità dei raccolti e dei prodotti finiti.
Contestualmente le tecniche afferenti al Deep Learning, e in particolare le reti neurali convoluzionali (CNN, Convolutional Neural Network), si sono rapidamente affermate come lo stato dell’arte per task di image processing e computer vision. Tra le numerose possibili applicazioni in grado di portare il concetto di Smart nel mondo agrifood sono a titolo esemplificativo le seguenti:
la detection di patologie per individuare preventivamente le malattie sulle piante di una coltura, l’ottimizzazione dell’irrigazione automatizzata il riconoscimento e la classificazione di contaminazioni su cereali e derivati.
L’evoluzione del concetto di Smart Cities, modello rappresentativo di gestione delle dinamiche della vita urbana, dal traffico, alla sostenibilità, alla sicurezza, utilizzando principi di AI, ha condotto all’evoluzione e diffusione di applicazioni intelligenti in ambito agrifood.
Il concetto di Smart Agricolture, o agricoltura di precisione, ha reso accessibile al mondo agrifood lo sviluppo dedicato di applicazioni originariamente pensate per ambiti più votati all’innovazione tecnologica. Le aziende con una maggiore propensione alla ricerca e sviluppo oggi possono differenziarsi sempre di più dall’impiego di metodologie tradizionali.
Tramite, ad esempio, sensori wi-fi, presenti in coltura o montati a bordo di droni, è possibile raccogliere dati e immagini ad alta risoluzione e informazioni dai terreni coltivati: dal livello di umidità del suolo alla salute delle piante, fino al livello di maturazione e molto altro ancora. Tutti dati che, attraverso cloud e innovativi algoritmi di Deep Learning, possono essere analizzati al fine di individuare livelli di salute e stress o l’insorgenza di malattie. Queste informazioni consentono ad esempio di regolare meglio l’erogazione di acqua, pesticidi o fertilizzanti. Secondo le proiezioni realizzate da Nesta.org, ci si aspetta nei prossimi anni un incremento nei fatturati derivanti da agricoltura fino al 20%, per un mercato globale che entro il 2022 potrebbe raggiungere il valore record di 11,23 miliardi di dollari.
Sull’onda di report tanto positivi accelera l’adozione di progetti basati su blockchain e crescono sistemi di data analytics, Internet of Things e il numero di applicazioni di AI.
1 – Reti Neurali Convoluzionali al servizio della Smart Agriculture
I modelli di Deep Learning volti al riconoscimento di immagini e alla loro segmentazione si sono rivelati essere lo stato dell’arte, superando in performance le più affermate famiglie di algoritmi, e uno strumento estremamente trasversale in ambito Smart Agriculture.
È questo in particolare il caso delle CNN, una classe di architetture deep ispirata al funzionamento della corteccia visiva del cervello umano e largamente usata in computer vision.
In generale le CNN sono formate da una sequenza di layer convoluzionali e di pooling, seguita da
livelli densi di classificazione. [1]
Una convoluzione è definita da una matrice chiamata kernel e rappresenta un filtro applicabile sull’immagine di partenza. Tale matrice è generalmente di dimensioni minori rispetto all’immagine in input e si applica traslando il kernel su di essa, producendo come risultato una feature map. Ogni kernel richiede di ottimizzare in fase di training un numero di parametri così ricavabile:
Dopo un layer convoluzionale si utilizza solitamente un layer di pooling, necessario per eseguire una subsampling diminuendo le dimensioni dell’immagine in input e mantenendo le caratteristiche principali della stessa. Il risultato finale non è un semplice ridimensionamento dell’immagine, poiché viene mantenuta l’informazione massima o media di ogni feature map. Infine i livelli densi sono composti da una serie di livelli fully-connected che ricombinano le feature risultanti dai precedenti livelli convoluzionali. Non è raro che una CNN contenga altri tipi di livelli quali droput, utilizzati per evitare l’overfitting e per aiutare la rete a generalizzare, o batch normalization utilizzati con lo scopo di normalizzare la variabilità nei batch di dati.
Le CNN sono applicabili a numerose applicazioni grazie al loro ridotto fabbisogno di pre-processing sull’immagine e di estrazione di feature rilevanti durante l’apprendimento, abbattendo così i costi di feature engineering. Inoltre, in letteratura sono ormai diffuse numerose varianti di reti pre-addestrate, sia su immagini generiche sia su immagini specifiche (es. piante e fiori), che sono già preparate per estrarre feature da immagini.
2 – Qualità ed efficienza
Tutto il comparto agroalimentare del Made in Italy, prescindendo dal settore di specializzazione, gode dell’integrazione di tecnologie smart nei propri processi. La sensoristica diffusa permette infatti di monitorare la presenza di minerali e umidità nel terreno, di analizzare immagini georeferenziate da satellite o scattate dall’alto da droni.
Le fotografie acquisite, arricchite e incrociate con dati rilevati da previsioni meteo e dal terreno, sono in grado di indicare esattamente e prevedere quali potranno essere i problemi che affliggeranno una coltura: bassa umidità e ridotto contenuto di minerali del terreno, eventuali epidemie di insetti dannosi. L’AI è in grado di processare i dati che, una volta raccolti dai sensori, possono restituire previsioni e stime utilizzando modelli matematici. L’IA fornisce, infatti, un ambiente avanzato per integrare, correlare e analizzare in tempo reale i dati che si possono generare nelle varie fasi del ciclo di produzione dell’azienda. Dall’intera piantagione si potrebbe spostare il focus sulla singola pianta. L’AI fornisce anche soluzioni per una raccolta dati intelligente volta a registrare informazioni cruciali per aumentare la granularità delle analisi sul campo. Tramite l’utilizzo di droni capaci di muoversi in autonomia tra i filari e nelle piantagioni, diventerà possibile identificare ogni singolo frutto, con la massima precisione, e inviare in real-time i dati raccolti ad un server remoto dove verranno puliti, immagazzinati e processati fino a restituire delle mappe relative ai frutti e alle loro caratteristiche. Sistemi di questo tipo sono in grado di analizzare le immagini e valutare qualità e grado di maturazione del singolo frutto, fino ad arrivare alla detection di malattie da debellare.
2.1 – Detection di patologie sulle piante di una coltura
È possibile adoperare metodi di image processing per risolvere il problema della detection di malattie e infestazioni sulle piante di una coltura. Nel corso degli anni sono stati proposti diversi metodi per affrontare questo problema, ma sempre con la necessità di integrare l’intervento umano per individuare correttamente le malattie. Per questo le CNN sono diventate rapidamente la scelta naturale per approcciare task di desease detection. In particolare, si possono ottenere ottime performance e abbattere i costi di computazione per l’addestramento per questo task affidandosi a modelli di transfer learning basati sull’architettura di DenseNet. [2] DenseNet ha un design unico che connette ogni layer ad ogni altro layer in modo feed-forward. Se una CNN tradizionale ha L livelli con L connessioni, DenseNet presenta infatti tra ogni livello e il suo successivo.
Per ogni livello, le feature map di tutti i precedenti livelli sono utilizzate come input e così con i livelli seguenti. L’architettura di DenseNet ha una serie di vantaggi: allevia il problema della scomparsa del gradiente, rafforza la propagazione delle feature tramite i vari livelli, incoraggia il riutilizzo delle feature e riduce il numero dei parametri da trainare.
Fare transfer learning partendo dalla struttura base di DenseNet richiede l’aggiunta di un livello flatten e dei livelli di classificazione fully-connected. Il limite di un modello come questo, per quanto relativamente snello e performante rispetto ai classici modelli di deep learning, rimane comunque quello di dover sfruttare servizi cloud per poter ricevere in tempo reale le predizioni prodotte dall’algoritmo.
Per rendere fruibile in real-time agli utenti uno strumento di questo tipo, che possa girare sui più comuni dispositivi mobile c’è bisogno di intervenire sulla struttura di DenseNet semplificandola e riducendo il numero di livelli presenti nell’architettura di partenza. [3]
Congiuntamente alla semplificazione dell’architettura è importante valutare il corretto threshold tra performance e dimensione delle immagini da dare in input al modello in diversi scenari. La qualità e la risoluzione delle immagini fornite in input alla rete influiscono infatti sul numero dei parametri da addestrare. Supponendo di avere un input di dimensione W x H x M e di aver impostato i valori di stride e padding a 1, una normale operazione in una CNN può essere calcolata come segue:
Se prendiamo un altro input con dimensioni W’ x H’ dove W < W’ e H < H’, possiamo osservare come il costo di un livello di una CNN che connette tutti i layer al layer di input sia piuttosto differente e che W’ x H’ richiede costi computazionali maggiori di un input W x H.
Una versione lightweight di DenseNet, con il giusto input size, riesce ad essere un modello sufficientemente leggero da essere accessibile anche su mobile pur mantenendo performance alte nella detection di malattie. In questo modo è possibile dotare direttamente il personale in campo di dispositivi con strumenti in grado di fornire un aiuto decisivo nel riconoscimento di insorgenze di patologie o infestazioni, restituendo informazioni ad altissima granularità che permettono di agire in maniera localizzata nella cura delle colture. Il modello è immediatamente utilizzabile su dispositivi IoT come tablet e smartphone.
3 – Ecosostenibilità
Non solo un orpello per fini di marketing ma una necessità impellente del nostro secolo, la ricerca di standard sempre più alti di ecosostenibilità è sempre più presente nei panel dei board aziendali.
Sperimentare e attivare pratiche virtuose di agricoltura di precisione, facendo leva sull’IoT, consente oggi di tenere sotto controllo, e tentare di ridurre, non solo la carbon footprint di un’azienda ma anche il suo impatto idrologico e microbiologico sugli ecosistemi all’interno dei quali opera. Approcci di questo tipo vengono premiati non solo dai risultati ottenuti sul campo, ma anche dagli amministratori locali e regionali per le politiche agricole che potranno pianificare e distribuire incentivi meritocratici a chi utilizza in modo oculato le risorse idriche del proprio territorio, promuovendo così una sostenibilità sempre maggiore del comparto agricolo. L’introduzione nei processi aziendali di tecnologie smart consente inoltre di ridurre e ottimizzare l’utilizzo di pesticidi e il numero di interventi sulle colture. È enorme infatti l’impatto che interventi di questo tipo possono avere sull’ambiente. Scegliere metodologie di lavoro sempre più naturali contribuisce in maniera determinante alla salvaguardia degli ecosistemi locali e delle popolazioni di impollinatori. Optare per soluzioni green contribuisce alla costruzione di un’immagine aziendale positiva, tramite valori di sostenibilità molto ricercati in un mondo che registra un sempre maggior interesse verso queste tematiche e dove i consumatori si orientano sul mercato in maniera sempre più consapevole.
Investire per ottimizzare la richiesta idrica delle coltivazioni ha effetti benefici a cascata sulle aziende che decideranno di lavorare in questa direzione. Reti capillari di sensori sono in grado di trasmettere un costante flusso di dati in tempo reale all’agricoltore per fornire indicazioni utili su come modulare la propria rete di irrigazione. Una distribuzione idrica ragionata e modulata, in stretta relazione con le esigenze del terreno e della coltura in oggetto, è in grado di consentire, oltre al risparmio di risorse idriche pari al 30-50%, un minor consumo energetico e l’ottimizzazione dei concimi utilizzati.
3.1 – Irrigazione di precisione automatizzata
La capacità delle CNN di processare efficacemente grandi set di dati rende possibile stimare con precisione il livello di umidità del suolo direttamente da immagini aeree dello stesso al fine di ottimizzare il processo di irrigazione. Si stima infatti sia solo tra il 5% e il 30% la quantità di acqua che viene effettivamente assorbita dalle piante rispetto al totale utilizzato in agricoltura. È possibile quindi realizzare un modello che prenda in input immagini aeree di una coltura e restituisca in output una mappatura del livello di umidità nel suolo al fine di indirizzare l’irrigazione verso le aree più asciutte basandosi sulla stima del dissipation rate.
Per risolvere un task di questa portata si possono tentare due diversi approcci basati sulle CNN: Il primo prevede di eseguire dei ritagli partendo dall’immagine area per individuare la singola pianta e stimare il dissipation rate per ogni singola pianta, mentre il secondo prende in input l’intera immagine aerea e restituendo come input tanti dissipation rate quante le piante in immagine.
Entrambi gli approcci prevedono un’architettura con due livelli convoluzionali e tre di pooling. Il secondo modello offre performance migliori in quanto dispone di informazioni su tutte le piante e quindi sulla correlazione tra queste e le condizioni del terreno, mentre risulta essere computazionalmente più oneroso.
In ogni caso, entrambi i modelli basati su CNN superano in performance algoritmi più classici come SVM. La particolarità di questo tipo di modello è che risulta essere molto robusto verso la presenza di rumore nelle immagini in input, caratteristica fondamentale per la sua efficacia in applicazioni reali.
Una volta addestrato il modello è possibile controllare il tasso di irrigazione basandosi sull’output prodotto. Se il modello predice un dissipation rate rispettivamente maggiore o minore di una arbitraria costante è possibile crescere o decrescere proporzionalmente il livello di irrigazione come di seguito:
Determinando sperimentalmente i valori per a = 1 e k = 0.25 è possibile risparmiare fino al 50% di acqua per l’irrigazione dirottando le risorse idriche verso le aree del terreno dove il dissipation rate risulta essere più alto. Un modello di questo tipo è già in uso nei vigneti di Symphony del Cowell Ranch in Snelling, California. L’alto livello di accuratezza con cui è possibile monitorare il livello di umidità del terreno rendono applicazioni come questa uno strumento fondamentale per l’ottimizzazione delle risorse.
4 – Sicurezza
Il comparto agroalimentare, e quello food più in generale, ha una relazione diretta con la salute delle persone. Monitorare la qualità e la sicurezza del cibo grazie all’implementazione di tecnologie smart è possibile sfruttando in maniera integrata le possibilità offerte da fotonica, microelettronica e AI. Sistemi di identificazione dei contaminanti e dei difetti nei prodotti industriali possono essere applicati direttamente alla linea di produzione. Tramite detector a raggi X che permettono analisi spettrografiche in tempo reale dei materiali esaminati, è possibile individuare in tempo reale qualsiasi tipo di non conformità agli standard richiesti tramite l’addestramento di precisissime reti neurali. Questo tipo di tecnologia va ad aggiungersi alle numerose proposte di utilizzo della tanto discussa blockchain per il tracciamento di tutta la filiera agroalimentare e per la tutela del Made in Italy, andando così ad aumentare le garanzie fornite al consumatore finale non solo sulla provenienza del prodotto che sta portando a casa ma anche sugli standard di qualità e sicurezza rispettati durante la lavorazione.
4.1 – Riconoscimento di contaminazioni su cereali e derivati
Cereali come riso, frumento, mais soffrono spesso di contaminazioni da insetti infestanti. Di conseguenza, anche i prodotti alimentare processati a partire da queste materie prime sono soggetti a simili contaminazioni, specie se lavorati in condizioni non sufficientemente igieniche. Riconoscere la presenza di questi insetti richiede l’analisi di centinaia di campioni di prodotto e il conseguente screening necessario per individuare la presenza di queste e altre possibili contaminazioni. Non basta inoltre individuare una contaminazione, è necessario anche classificare correttamente i livelli di rischio portati da ognuna di queste. L’intero processo, se affidato solamente a personale umano, è estremamente oneroso in termini di tempo e costo, nonché suscettibile ad errori. Negli anni sono stati fatti svariati tentativi di introdurre algoritmi di machine learning per il riconoscimento di contaminazioni alimentari, ma è solo con l’avvento del Deep Learning e delle CNN che è stato possibile automatizzare efficacemente questo task. [4]
È possibile in questo caso utilizzare un modello di deep learning basato sull’architettura di VGG16, con i pesi addestrati sul dataset ImageNet e fare transfer learning per specializzare l’algoritmo nel riconoscimento di contaminazioni alimentari da insetti. [5]
Si tengono congelati i pesi dei livelli convoluzionali durante l’addestramento, mentre i livelli fully-connected sono personalizzati e addestrati sul task specifico. Le immagini di input sono tagliate in modo da eliminare quanto più background possibile, effettuando un crop con aspect ratio 224×224: esattamente la dimensione dell’input richiesta da un modello come VGG16.
Le performance di un modello come questo riportano un tasso di errore inferiore al 10% e permettono di risparmiare tempo nelle operazioni di feature engineering grazie alla capacità delle CNN di individuare le feature che meglio descrivono un’immagine in input automaticamente durante la fase di training. Questo tipo di applicazione può già essere resa disponibile su dispositivi IoT in modo da essere utilizzata dagli operatori dell’industria alimentare in fase di screening, nonché dagli operatori sanitari in fase di investigazione.
5 – In conclusione
Offrire queste possibilità al mondo agricolo vuol dire poter contribuire alla lotta intelligente alle fitopatie, alla mappatura dei campi, alla riduzione degli sprechi idrici ed energetici, con l’intento condiviso di muoversi verso un futuro più sostenibile, migliorando e certificando la qualità dei prodotti agroalimentari con un occhio alla sostenibilità ambientale. Applicazioni basate sulle CNN sono certamente le più promettenti in questo campo: per quanto ancora possano risultare modelli pesanti da addestrare, richiedendo spesso di essere snellite ed essendo dipendenti dalla qualità e soprattutto dalla quantità dei dati su cui fare addestramento, rimangono la miglior classe di algoritmi in termini di performance e la meno costosa dal punto di vista umano in fase di implementazione grazie alla loro capacità di automatizzare la costruzione di feature rilevanti al task in oggetto.
In sintesi, possiamo identificare i benefici e le criticità di un approccio indirizzato alla Smart Agriculture nei seguenti punti:
- Pros
- Monitoraggio delle colture e del terreno tramite immagini aeree e real-time analytics
- Maggiori capacità di screening di patologie e contaminazioni nella catena agroalimentare
- Gestione ottimizzata di risorse idriche e fitofarmaci
- Riduzione dell’impatto ambientale
- Miglioramento della qualità dei raccolti e dei prodotti finiti
- Cons
- Necessaria integrazione di hardware in campo come sensori e droni
- Dipendenza dalla qualità e dalla quantità dei dati a disposizione
- Modelli da adattare per deployment su dispositivi IoT
References
[1] Zheng, C., Sun, D. W., & Zheng, L. (2006). Recent developments and applications of image features for food quality evaluation and inspection–a review. Trends in Food Science & Technology, 17(12), 642-655.
[2] Huang, G., Liu, Z., Van Der Maaten, L., & Weinberger, K. Q. (2017). Densely connected convolutional networks. In Proceedings of the IEEE conference on computer vision and pattern recognition (pp. 4700-4708).
[3] Ale, L., Sheta, A., Li, L., Wang, Y., & Zhang, N. (2019, December). Deep Learning Based Plant Disease Detection for Smart Agriculture. In 2019 IEEE Globecom Workshops (GC Wkshps) (pp. 1-6). IEEE.
[4] Karunakaran, C., Jayas, D. S., & White, N. D. G. (2004). Identification of wheat kernels damaged by the red flour beetle using X-ray images. Biosystems Engineering, 87(3), 267-274.
[5] Wu, L., Liu, Z., Bera, T., Ding, H., Langley, D. A., Jenkins-Barnes, A., … & Xu, J. (2019). A deep learning model to recognize food contaminating beetle species based on elytra fragments. Computers and Electronics in Agriculture, 166, 105002.
[6] Tseng, D., Wang, D., Chen, C., Miller, L., Song, W., Viers, J., … & Goldberg, K. (2018, August). Towards automating precision irrigation: Deep learning to infer local soil moisture conditions from synthetic aerial agricultural images. In 2018 IEEE 14th International Conference on Automation Science and Engineering (CASE) (pp. 284-291). IEEE.