L’associazione nata a gennaio scorso da un accordo siglato tra Confagricoltura e Unione Italiana Food ha scelto l’occasione del Cibus a Parma, l’evento di riferimento per l’agroalimentare italiano, per svelare il suo primo progetto: l’accordo di filiera sul pomodoro da industria. Presenti all’annuncio del primo progetto firmato Mediterranea anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Mediterranea, un’alleanza per rafforzare filiere e sostenibilità
L’intento dichiarato di Mediterranea, una compagine del valore di 106 miliardi di euro con 650mila addetti, è quello di potenziare le supply chain e migliorare la loro efficienza dal campo alla tavola, promuovere la sostenibilità delle produzioni e ottimizzare la rete logistica e i sistemi di stoccaggio. Ancora, incrementare l’export, valorizzare la dieta mediterranea integrando le filiere e garantendo standard qualitativi elevati per i prodotti destinati ai consumatori finali. Il progetto inaugurale dedicato alla filiera del pomodoro si muove esattamente in questa direzione.
L’iniziativa trae ispirazione dal successo del “Protocollo d’intesa grano duro-pasta”, con l’ambizione di applicare lo stesso modello ad altre filiere rappresentate da Unione Italiana Food e Confagricoltura, tra cui quella appunto del pomodoro. Il partner tecnico sarà Value Groovers, spin off dell’Università della Tuscia presieduto dal prof. Emanuele Blasi che guiderà il primo progetto di filiera promosso da Mediterranea, sfruttando l’esperienza acquisita con il Protocollo e il rivoluzionario modello FRUCLASS testato nell’ambito della filiera grano duro-pasta.
Modelli organizzativi, tecnologici e industriali a supporto del made in Italy
Con una produzione annuale superiore ai 5 milioni di tonnellate, l’Italia è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, preceduta solo dalla California e dalla Cina. Seguono la Turchia, con una produzione circa la metà di quella italiana, e la Spagna, con una produzione pressoché equivalente. Questi cinque principali produttori di pomodoro da industria rappresentano quasi il 70% della produzione globale.
Nel 2023 in Italia sono stati coltivati oltre 68mila ettari di pomodoro, il 57% nel Nord Italia e il restante 43% nel Centro-Sud. Le superfici coltivate stanno aumentando, mentre la produzione è in calo (-1,3%) principalmente a causa di fattori climatici.
Tra gli obiettivi del progetto Mediterranea vi è l’identificazione di modelli organizzativi, tecnologici ed industriali che possano supportare una garanzia qualitativa, nutrizionale e geografica dei prodotti a base di pomodoro da industria.
Tracciabilità e sostenibilità per la qualità dell’export agroalimentare
Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e presidente di Mediterranea: “Con Mediterranea intendiamo strutturare le filiere agroalimentari italiane in modo che diventino sempre più competitive sui mercati. Attraverso accordi e certificazioni a favore della tracciabilità e della sostenibilità, Confagricoltura e Unionfood insieme si impegnano a incrementare le produzioni e sviluppare accordi con soggetti terzi per sostenere l’alta qualità dell’export agroalimentare italiano“.
Valorizzare il made in Italy in una logica di integrazione tra più filiere
Per Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food e vicepresidente di Mediterranea: “La ricchezza, la varietà e la natura dei prodotti rappresentati da Unione Italiana Food sono complementari alla dieta mediterranea nel suo complesso. Per questo, insieme a Confagricoltura, abbiamo costruito una struttura per la promozione e valorizzazione delle filiere mediterranee e dei prodotti italiani di eccellente qualità che in quel paniere si collocano, in una logica di integrazione di filiera e tra più filiere, ben rappresentate da entrambi i soci fondatori.”