L’emergenza Coronavirus e il corrispondente lockdown delle attività sociali e imprenditoriali stanno avendo un fortissimo impatto su molte industrie. Il settore agroalimentare in particolare si trova nella condizione di garantire la continuità della produzione e di aumentare nello stesso tempo le condizioni di sicurezza per tutti gli operatori. Grazie all’innovazione digitale, anche il mondo agricolo, nelle sue diverse componenti, può puntare su nuove soluzioni che contribuiscono da una parte ad aumentare l’efficienza, ma dall’altro oggi più che mai permettono di rispondere anche a questa importante domanda di sicurezza.
Abbiamo voluto affrontare come il mondo agricolo e la filiera agroalimentare sta reagendo all’emergenza Coronavirus con Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood.
Come ha reagito tutto il mondo agricolo e nel complesso la filiera agroalimentare e che ruolo sta svolgendo l’innovazione digitale?
Quello che stiamo riscontrando in primo luogo è una forte continuità delle attività. C’è sicuramente stato un rallentamento, ma dall’altra parte proprio per la necessità di base che questi settori garantiscono, le attività sono continuate con situazioni di difficoltà che riguardano la mancanza del personale per effettuare a pieno regime la trasformazione; in ambito agricolo la continuità è stata forte anche considerando che ampi spazi danno maggiore sicurezza.
Cos’è accaduto a livello di mercato? Ci sono stati rallentamenti e soprattutto cambiamenti a livello di composizione dei canali di distribuzione?
A livello di mercato, qualche rallentamento c’è stato soprattutto per l’interruzione di attività come ristorazione e bar. Dall’altro si è assistito ad un cambiamento dei canali distributivi o comunque ad un aumento di particolari canali. Nelle grandi città l’e-commerce ha avuto un ruolo significativo, il commercio elettronico ha infatti supportato la fornitura di alimenti alle famiglie; nei piccoli centri hanno ripreso un forte ruolo i piccoli negozianti, con quel legame personale e di servizio sul territorio che li caratterizza.
Il ruolo dell’innovazione digitale quanto e come sta crescendo nel mondo agricolo?
Abbiamo constatato un forte impulso nell’utilizzo di strumenti digitali in questo settore sia a livello agricolo che a livello alimentare e agroalimentare. Questo è stato reso possibile dalla necessità di continuare l’operatività anche in mancanza di possibilità di spostamento rilevanti come nel passato. Gli operatori hanno lavorato per creare le competenze necessarie per utilizzare servizi di diverso tipo e per riuscire a continuare la propria attività. Dall’altra parte uno dei limiti forti è quello della connettività: non tutto il mondo agricolo è dotato della giusta connettività per consentire la fruizione dei servizi al meglio. Lo possiamo vedere in tutte le zone d’Italia e in questo momento è enfatizzato.
Qualche esempio concreto di servizi digitali a supporto di queste situazioni. Possiamo dire che anche il mondo agricolo utilizza i sistemi per la gestione da remoto?
Ho parlato recentemente con un allevatore che ha acquistato prima dell’inizio della pandemia una nuova stalla e per attivare l’attività erano necessari diversi passaggi burocratici. Lo stupore sta nel fatto che è riuscito a fare tutto da remoto, cosa che prima richiedeva presenza e svariati spostamenti in diversi uffici. Al di là di una necessità, è stato un meccanismo di efficienza nella propria attività. Guardando poi al trasporto degli animali, sono identificati da una carta d’identità che li accompagna e ora, gli strumenti per certificare la qualità dei prodotti animali in Italia viene garantita attraverso moduli trasferiti in elettronico rispetto ad un passato molto più cartaceo. Questo dà maggiori garanzie e sicurezze rispetto a quello che entra ed esce dal Paese. Infine, guardando alla distribuzione, deve garantire la qualità dei prodotti, molto ricercata dai consumatori soprattutto ora.
Come sta cambiando il rapporto tra mondo agricolo e innovazione digitale?
L’utilizzo di questi strumenti inizia ad essere compreso. Un’evidenza imposta dalla situazione attuale, ma che rappresenta anche un’eredità positiva che ci porteremo e che genererà efficienza in tutto il sistema dopo questo periodo. Io sono a Cremona, territorio che è purtroppo caratterizzato da un alto tasso di mortalità per Covid-19, ma quello che dobbiamo fare per natura come istituzione e come persone è pensare come ripartire più forti di prima e velocemente.
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