L’Agricoltura 4.0 cresce del 20% a 540 mln€ e conferma un grande potenziale di sviluppo

Dai dati dell’Osservatorio SmartAgrifood emerge che la digitalizzazione si sta diffondendo in tanti ambiti, portando nuovo valore in termini di efficienza, competitività, sostenibilità e mostra spazi di crescita considerando che ad oggi “copre” solo il 3-4% della superficie coltivata. Un ruolo crescente è svolto da Mobile, IoT, piattaforme e Blockchain

Pubblicato il 06 Mar 2021

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Nell’ambito del settore agroalimentare l’Italia rappresenta un paese speciale. Il ruolo, il peso e la qualità del valore associato al Made in Italy creano e suscitano aspettative che oggi più che mai sono collegate anche a nuove opportunità di sviluppo. È da questa prospettiva che appare oggi importante guardare al rapporto tra innovazione digitale e agrifood, allo scopo di capire quanto sia importante vincere la sfida di una innovazione digitale che impatta direttamente su concetti come qualità, sicurezza alimentare, internazionalizzazione, efficienza e creazione di un nuovo valore aggiunto. E i dati che arrivano dall’Osservatorio SmartAgrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia ci dicono che il nostro paese sta cogliendo questa occasione ma che nello stesso tempo ha enormi opportunità di crescita e di sviluppo.

Il mondo dell’innovazione digitale che sta sotto il “cappello” dell’Agricoltura 4.0 è cresciuto del 20% nel corso del 2020 ed è arrivato a un giro d’affari complessivo di 540 milioni di €. Ma se si prende come “unità di misura” la quota di territorio o meglio di suolo coltivato interessato da questa innovazione, si deve notare che siamo ancorati a un perimetro molto ridotto, dell’ordine del 3-4%.a testimonianza del fatto che si possono aprire in prospettiva ampi spazi di miglioramento.

Il settore agricolo italiano ha risposto alla crisi Covid e ha compreso le potenzialità del digitale

Secondo Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood il settore ha saputo reagire alle sfide poste dalla pandemia, ai vincoli creati dal lockdown piuttosto che ai cambiamenti nei canali di destinazione con il forte rallentamento e blocco dell’Ho.Re.Ca e con gli sviluppi del retail e dell’ecommerce. “Certamente – ha sottolineato – gli operatori hanno compreso il valore e le potenzialità del digitale e hanno contezza di come possono raggiungere nuovi obiettivi in termini di efficienza, di sostenibilità della filiera, di creazione di nuovo valore”. Potenzialità che appaiono chiare, ma che tuttavia insistono per il momento su una superficie agricola interessata da logiche 4.0 ancora limitata.

E non è solo una questione di “accesso al digitale” o di offerta, peraltro molto dinamica e attenta, quanto di tematiche legate all’interoperabilità e all’interconnessione delle soluzioni, accanto alla necessità di far crescere una cultura e nuove competenze digitali sia sul campo sia all’interno delle filiere. Su tutto appare sempre più strategico riuscire a diffondere una cultura di attenzione e di capacità di valorizzazione e condivisione dei dati.

La spinta della tracciabilità alimentare

Gli stimoli e le sollecitazioni certamente non sono mancati e se si guarda ai dati dell’Osservatorio in termini di ambiti applicativi si nota che i temi della qualità dei prodotti, della sicurezza alimentare, della certificazione iniziano a trovare risposte in termini di soluzioni per la tracciabilità alimentare che nella ricerca sono rappresentate con qualcosa come 157 soluzioni in una “mappatura”  che conta complessivamente 538 soluzioni di Agricoltura 4.0 in aumento di oltre 100 unità rispetto al 2019.

Ma il grande tema e forse anche quello più strategico nella prospettiva di sviluppo de digitale per il mondo farming è rappresentato dalle soluzioni che attengono al mondo degli agridata: data collection, analytics, e condivisione, ovvero in una parola valorizzazione del patrimonio che dal campo arrivano poi sino allo scaffale per coprire tutta la filiera. Se si guarda alle tecnologie si può notare, dai dati della ricerca, che il mercato guarda con maggiore attenzione alle piattaforme, (fondamentali per rispondere alla complessità di fonti e di ambiti funzionali dell’agroindustria) che crescono del 60% rispetto al 2019, ma anche le soluzioni per la data analytics che a loro volta crescono del 57% e così le soluzioni Mobile in crescita del 65% rispetto al 2019.

Imprese attente soprattutto a monitoraggio, controllo dei mezzi agricoli e macchinari connessi

Dal punto di vista delle aziende il digitale è entrato nel 60% delle imprese agricole con almeno una applicazione, il numero cala al 38% per le aziende che hanno più di una soluzione, ma il vero punto di riflessione è che il digitale interessa solo il 3-4% del suolo lavorato a testimonianza della grandissima potenzialità di sviluppo. In termini di ambiti applicativi il digitale è sempre più pervasivo ed è presente nelle fasi di semina, di coltivazione, di raccolto principalmente negli ambiti dell’ortofrutta, del vitivinicolo e del cerealicolo. Più precisamente dall’analisi delle 538 soluzioni emerge che il 79% si focalizza sulla fase di coltivazione, il 45% durante la semina, il 35% nella raccolta, mentre il 16% insiste nella fase di pianificazione. Visto dal lato dei provider le imprese agricole premiano premiano prima di tutto le soluzioni per il monitoraggio e il controllo dei mezzi agricoli che rappresentano il 36% della spesa in innovazione, seguono i macchinari connessi con il 30% mentre il software gestionali che un tempo era la voce centrale delle imprese agricole rappresenta adesso il 13% degli investimenti. Sono ancora marginali ma è significativo vedere un 2% della spesa destinata alla robotica di campo.

Le tecnologie più diffuse attengono ai Data & Analytics presenti nel 73% dei casi, le piattaforme e i software di elaborazione attivi nel 68% dei casi e l’Internet of Things al 54%, le soluzioni di mobilità e geolocalizzazione presenti nel 38% dei casi, apparati per veicoli e per attrezzature connesse nel 25%. Un ruolo crescente anche nell’agrifood per il Cloud che pesa per un 19%, ma che ha una crescita del 10% rispetto al 2019 mentre Intelligenza artificiale e Machine Learning sono presenti nel 12% dei casi.

Gli attori della filiera tecnologica più presenti sono i produttori di macchine agricole e di apparati destinati alla lavorazione che generano il 73% del fatturato. Un ruolo importante anche se molto inferiore è rappresentato dai provider IT che generano il 17% del giro d’affari. 

Il ruolo della blockchain e della sostenibilità

Un ruolo chiave è svolto, in termini di tecnologie dalla blockchain che è alla base del 18% delle soluzioni di tracciabilità con una crescita del 59% rispetto allo scorso anno. L’Osservatorio mette poi in evidenza che il mondo agrifood è al terzo posto tra le industry per numero di progetti blockchain con l’obiettivo di ripensare l’efficienza delle supply chain e per una maggiore sostenibilità ambientale o sociale.  Chiara Corbo, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood sottolinea a sua volta il ruolo della tracciabilità agroalimentare dove insistono soluzioni IoT, Mobile e Advanced Analytics e si profila un ruolo sempre più importante per le piattaforme alle quali è affidato il compito di gestire i processi di valorizzazione di dati tra gli attori diversi lungo la filiera. La tracciabilità è destinata a svolgere un ruolo sempre più importante, in ragione di una domanda di qualità e di sicurezza alla quale un’industria di eccellenza come quella italiana non può venire meno. In questo senso la 157 le soluzioni per il tracking alimentare sono utilizzate da 125 aziende, e coinvolgono soluzioni come Blockchain, come il Mobile che sta al centro del 25% delle soluzioni e cresce del 65% e come Data Analytics e IoT che crescono del 57% e del 47%.

E proprio sui temi della sustainability la discussione con gli operatori che ha accompagnato il convegno di presentazione dei dati ha visto focalizzare più volte l’attenzione sull’importanza della gestione delle risorse, su soluzioni che hanno anche l’obiettivo di ridurre gli sprechi e di ottimizzare le risorse per rispondere a una domanda di riduzione complessiva dell’impatto ambientale nella direzione di una agricoltura sostenibile che trova la sua rappresentazione nelle logiche ESG Environmental, Social, Governance.

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