L’Innovazione agroalimentare è oggi un fattore chiave non solo per la competitività del mondo food ma per la competitività del paese. Nello specifico quando si parla di innovazione agroalimentare si parla di una necessità primaria per garantire competitività, sostenibilità e resilienza al mondo food e la si deve considerare a tutti gli effetti come uno degli “ingredienti” insostituibili del Made in Italy. In questo contesto reso oggi più che mai complesso dalla crescente competitività e instabilità internazionale la vera sfida sta ella capacità di trasformare i processi dell’innovazione agroalimentare da meccanismi o iniziative occasionali a risorse strutturali in grado di portare benefici al maggior numero di aziende, senza limiti di tempo e senza barriere geografiche. La risposta a questa esigenza la si può e si deve leggere nella creazione di una piattaforma in grado connettere tutti gli attori dell’innovazione in un vero e proprio ecosistema collaborativo tra rappresentanti dell’industria, startup, acceleratori e investitori.
Il ruolo di EIT Food nell’innovazione agroalimentare con Food Bite Italy
L’occasione per fare “un passo avanti” in questa direzione e per procedere nella costruzione di un ecosistema agroalimentare innovativo e competitivo è arrivato con Food Bite Italy, l’evento organizzato da EIT Food – European Institute of Innovation & Technology Food in collaborazione con Agrifood-Tech Italia e FoodTech Acceleration Platform. (leggi il servizio espressamente dedicato a Food Bite Italy n.d.r.).
Durante l’incontro di presentazione con la stampa Begoña Pérez-Villarreal, Director of EIT Food South e Amparo de San Jose, Business Creation Portfolio Manager South Europe hanno sottolineato come i cambiamenti climatici stiano influenzando il modo in cui coltiviamo e produciamo cibo con un crescente rischio di esaurimento delle risorse e con la necessità sempre più urgente di ridurre lo spreco alimentare. Uno scenario che rende sempre più necessario favore una innovazione che aiuti a creare un sistema agricolo più sano, sostenibile e resiliente.
Pérez-Villarreal ha ricordato la missione di EIT Food, impegnata appunto a innovare il sistema agricolo in particolare nei paesi del Mediterraneo: dal Portogallo alla Turchia, con un modello e una strategia che prevede la collaborazione con partner che operano sui territori e con una forte impegno a promuovere forme di collaborazione e di connessione tra esperienze, competenze e buone pratiche.
Agricoltura sostenibile e rigenerativa tra gli obiettivi dell’innovazione agroalimentare
Le iniziative e i programmi EIT Food, ha poi sottolineato Pérez-Villarreal si concentrano su temi come agricoltura sostenibile e agricoltura rigenerativa, ma si riflette anche nello sviluppo di iniziative e innovazioni che promuovono stili di vita più sani attraverso l’alimentazione. In generale ogni progetto EIT Food è il risultato di una combinazione intelligente di partner industriali, accademici e tecnologici che, insieme a nuove aziende, sviluppano soluzioni nelle aree di innovazione più promettenti.

Tra gli esempi Pérez-Villarreal cita i progetti relativi alle proteine alternative, ai sistemi alimentari circolari, alla tracciabilità digitale, alla nutrizione mirata, alla gestione dell’acqua, ai nuovi concetti di packaging sostenibile. In tutti i casi la collaborazione è un elemento centrale ed è organizzata per coprire l’intera catena del valore alimentare con i consumatori al centro del lavoro dell’organizzazione. Un lavoro che cerca strategicamente di costruire sistematicamente un rapporto di fiducia stimolando e sostenendo processi di innovazione su temi come l’origine del cibo, il monitoraggio, la sicurezza alimentare sempre con un’azione di coinvolgimento del settore agroalimentare nel processo di innovazione e lavorazione con per garantire e aumentare la trasparenza nelle informazioni.
Pérez-Villarreal ha più volte sottolineato l’importanza della collaborazione tra il mondo accademico, il mondo della ricerca, le organizzazioni tecnologiche e l’industria, come il metodo migliore per raggiungere più rapidamente gli obiettivi e la missione di EIT Food.
In concreto quella che si concretizza anche con iniziative come Food Bite Italy è una innovazione aperta in collaborazione con l’industria con uno sguardo attento non solo alle grandi, ma anche le piccole e medie imprese. Il tutto con una condizione: l’attenzione all’innovazione condizione e alla collaborazione in forma di ecosistema.
Tre missioni chiave per l’innovazione agroalimentare di EIT Food
Amparo de San Jose, Business Creation Portfolio Manager South Europe tra i vari punti del suo intervento ha portato l’attenzione sulle tre missioni di EIT Food: la promozione della salute nell’alimentazione e quindi la focalizzazione sui temi della nutrizione; un impegno strategico nella costruzione di un ecosistema di imprese e attori del mondo food in grado di stimolare e diffondere innovazione sui temi della sostenibilità, delle pratiche di agricoltura rigenerativa, della circolarità del sistema alimentare; e infine al terzo punto l’impegno per rendere il settore alimentare più resiliente a livello di sicurezza alimentare e sostenibilità alimentare, di affidabilità nella produzione, di ruolo a 360 gradi della digitalizzazione nel rafforzare tutte le dimensioni del sistema alimentare.
Amparo de San Jose ha ricordato come le attività di EIT Food sono il frutto di una combinazione di attività necessarie per raggiungere questi obiettivi e EIT Food è misurata annualmente dall’impatto che produce sulla base di una serie di indicatori chiave di prestazione, come ad esempio il numero di nuovi posti di lavoro creati, il numero di nuove aziende, il numero di prodotti lanciati da aziende o da startup.
Operativamente EIT Food lavora con partner italiani in settori, che comprendono agricoltura, allevamento e progettualità innovative con una forte collaborazione con il mondo dell’imprenditoria fornendo supporto a startup in diverse fasi di maturazione.
L’impegno si concretizza poi in diversi programmi, come ad esempio quelli per le imprenditrici nel settore agroalimentare, per la formazione con oltre 400 studenti in diversi corsi durante l’anno, in workshop periodici su tematiche come cibo circolare, agricoltura rigenerativa, e in tantissime forme di collaborazione con gli agricoltori.
Nel caso specifico dell’agricoltura rigenerativa l’impegno si sviluppa insieme a imprese con le quali è in atto una collaborazione triennale che ha lo scopo di trasformare i processi di lavorazione in agricoltura. I modelli di collaborazione avviati prevedono il coinvolgimento di aziende agricole sperimentali e startup che possono dimostrare “sul campo” agli agricoltori più attenti, i benefici che si possono ottenere con le loro innovazioni. Tra gli altri ambiti sui quali sono attivi progetti rientrano anche quelli della salute del suolo e del carbon farming.
Innovazione agroalimentare e sostenibilità
La sostenibilità rappresenta uno dei problemi più importanti che si innesta in modo sempre più diretto con i temi della competitività e sui quali il settore primario può fare la differenza. Pérez-Villarreal sottolinea che negli ultimi anni non si è rinnovato o rigenerato a sufficienza. A questo proposito EIT Food sta intensificando molto le attività nel settore agricolo per favorire il cambiamento di alcune pratiche verso metodologie più sostenibili e resilienti. Pérez-Villarreal afferma inoltre la necessità di agire in modo più incisivo anche a livello di contrasto allo spreco alimentare.
Amparo de San Jose aggiunge a sua volta come sia importante che i temi della sostenibilità e della conoscenza del settore agricolo possano essere argomenti da affrontare anche nelle scuole. I benefici sarebbero molto rilevanti, in termini di maggiore consapevolezza rispetto al valore del cibo e dunque di maggiore attenzione ad evitare qualsiasi forma di spreco, ma anche rispetto alle scelte quotidiane e dunque in relazione alle diete e al rapporto con la salute.