agricoltura 4.0

Il Gotha dell’agricoltura italiana all’Osservatorio Smart Agrifood 2025



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La presentazione della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood è stata al centro di una serie di dibattiti e confronti che hanno visto il contributo dei massimi rappresentanti di istituzioni, associazioni imprenditoriali e del mondo consorziale e cooperativo come il Ministro Francesco Lollobrigida, Massimiliano Giansanti, Confagricoltura, Ettore Prandini, Coldiretti, Raffaele Drei, Confcooperative Fedagripesca, Cesare Baldrighi, Origin Italia e di Giampiero Calzolari, Granarolo

Pubblicato il 14 feb 2025

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



osservatorio smartagrifood

Per comprendere le criticità e soprattutto le potenzialità del rapporto tra innovazione e agricoltura, così come quello tra digitale e sostenibilità, è necessario far parlare i dati. Questa espressione che accompagna il percorso dell’Osservatorio si è sentita spesso anche in occasione del convegno “Smart agrifood: è tempo di una nuova consapevolezza!” durante il quale sono stati presentati, per l’appunto, i dati della ricerca 2024 che sono oggetto di questo articolo: “Osservatorio Smart Agrifood 2025: meno macchine più software“.

Ma i dati sono anche il mezzo più efficace per far parlare gli attori, i protagonisti di un mercato, e per stimolare il confronto sull’andamento dello stesso e sulle sue prospettive. E proprio il confronto sui dati della ricerca di quest’anno ha visto attorno ai tavoli predisposti dall’Osservatorio il gotha dell’agricoltura italiana con i rappresentanti del mondo istituzionale e associativo e da numerose figure di riferimento delle imprese agricole e agroalimentari.

Il messaggio del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste

L’evento è stato aperto con il messaggio in video del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e da una doppia tavola di confronto. La prima con Massimiliano Giansanti, Presidente, COPA e Confagricoltura, di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, di Raffaele Drei, Presidente, Confcooperative Fedagripesca, di Cesare Baldrighi, Presidente, Origin Italia e di Giampiero Calzolari, Presidente, Granarolo e la successiva con Camilla Lunelli, Vicepresidente, Cantine Ferrari Trento, Marco Beghini, Direttore Globale Sostenibilità, Barilla, Pier Maria Saccani, Direttore generale, Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana, Marco Caprai, CEO, Arnaldo Caprai.

Il Ministro ha voluto sottolineare l’importanza strategica dell’innovazione tecnologica che deve permettere alle imprese agricole di migliorare l’efficienza, ridurre gli sprechi, aumentare la produttività. In questo senso, il compito della politica deve essere quello di adoperarsi a tutti i livelli per mettere a disposizione gli strumenti giusti per questo sviluppo. Il Ministro ha insistito sulla priorità di aiutare gli agricoltori in questo percorso che unisce innovazione tecnologica e ricerca a beneficio primariamente, ma non solo, della produzione agroalimentare.

Lollobrigida ha citato il fondo per l’Innovazione Ismea che ha portato nelle imprese strumenti avanzati come sensoristica, intelligenza artificiale e infrastrutture digitali. Ha parlato poi del Piano di meccanizzazione agricola finanziato con le risorse del PNRR con cui si è permesso a più di 10mila beneficiari di rinnovare il parco macchine. Infine, della sperimentazione in campo con attività di ricerca su Tecnologie di evoluzione assistita (TEA) attivate con il contributo del Crea.

Nelle parole del Ministro, l’innovazione per l’agricoltura non si limita ai temi legati alla produzione alimentare. Un altro risultato riguarda la transizione energetica in agricoltura con la realizzazione del parco agrisolare che ha permesso a 22 mila aziende di installare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati rurali per produrre energia pulita senza sottrarre terreno alla produzione agricola. Una dimostrazione concreta del ruolo dell’agricoltura nella produzione energetica con l’agrivoltaico e come contributo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

Il ruolo delle associazioni e del mondo cooperativo

Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo, ha osservato che il modello cooperativo si trova di fronte a sfide difficili che sono caratterizzate anche dalla quantità di adempimenti a cui le aziende sono sottoposte. Adempimenti che nascono per la crescita nel ruolo svolto dalle filiere e che per essere affrontati necessitano di una grande focalizzazione sulla collaborazione e di un ruolo fondamentale della tecnologia e dei dati.

Sui dati si è concentrata la riflessione di Massimiliano Giansanti, Presidente COPA e Confagricoltura, ricordando che lo scenario per le imprese agricole è fortemente influenzato dai fattori del cambiamento climatico e dei prezzi globali. La competitività sente la pressione esercitata da questi due fattori e il digitale è fondamentale per comprendere le variabili generate da questi fenomeni e per fornire una lettura e una analisi dei dati necessari a prendere decisioni in modo sempre più consapevole. Il punto focale in questo passaggio per Giansanti è però rappresentato dalla necessità di puntare sulla formazione: il digitale non deve solo entrare nelle imprese, ma essere utilizzato in tutte le sue potenzialità. Il presidente di COPA e Confagricoltura ha poi ricordato l’importanza degli incentivi e la necessità di costruire modelli specifici di sviluppo per portare la digitalizzazione nelle imprese con un approccio adeguato alla gestione del dato, sollecitando lo sviluppo di infrastrutture digitali per il mondo agricolo.

Nella visione di Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, è necessario raddoppiare gli investimenti in innovazione e occorre focalizzare l’attenzione sui segmenti che più possono contribuire alla crescita del settore come nel caso di nuove forme di etichettatura, come nelle soluzioni che permettono di aumentare la consapevolezza dei cittadini nel valore dei prodotti e dei servizi del mondo agricolo. Tanta attenzione poi deve essere rivolta a un uso della tecnologia per ridurre qualsiasi forma di spreco, e senza demonizzare la chimica, occorre utilizzarla solo dove è strettamente necessario, così come è fondamentale allargare la diffusione di soluzioni che consentano di ottenere un reale risparmio idrico. Per il presidente di Coldiretti serve poi una maggiore attenzione ai costi che pesano sulle imprese agricole, tra cui anche quelli dell’energia e non da ultima, la necessità di esprimere più coraggio sull’innovazione rispetto al passato e a tal fine, quello che serve è un meccanismo in grado di attrarre e coinvolgere le nuove generazioni.

Raffaele Drei, Presidente Confcooperative Fedagripesca, ha sottolineato a sua volta il ruolo delle cooperative come veicolo per favorire la diffusione e la corretta adozione dell’innovazione. Nello stesso tempo, Drei ha invitato anche a distinguere tra imprese agricole professionali che hanno portato il nostro paese al primo posto nel mondo per la qualità della produzione e le tante imprese che per tipologia di gestione, per dimensioni o per altre ragioni non hanno la stessa missione e focalizzazione professionale. Drei ricorda che è sempre più necessario affrontare il mercato in senso globale, le cooperative possono rappresentare un anello della filiera che aiuta queste aziende a portare i loro prodotti su nuovi mercati, ma anche su questo aspetto occorre chiarire che non basta realizzare un buon prodotto e metterlo sul mercato, ogni singolo prodotto deve essere ricco di contenuti e di dati, sulle caratteristiche, sul contesto produttivo e non ultimo sulla sua sostenibilità.

Con Origin Italia, l’associazione che rappresenta i Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche (IG) italiane e promuove e protegge le DOP (Denominazioni di Origine Protetta) e le IGP (Indicazioni Geografiche Protette) in Italia e all’estero, si è guardato al rapporto con l’innovazione su segmenti di eccellenza del Made in Italy. Cesare Baldrighi, Presidente dell’associazione, ha precisato che il 50% dei prodotti degli associati si muove verso l’esportazione e per gestire i valori delle indicazioni geografiche anche fuori dell’area UE occorre disporre di dati e tecnologia. Proteggere prodotti che, almeno in teoria non dovrebbero avere una concorrenza diretta in quanto del tutto unici, vuol dire appoggiarsi a una tecnologia che è determinante per ridurre i rischi e per bloccare le frodi. Baldrighi ha tenuto poi a sottolineare che si deve essere sempre più attenti a gestire, con il giusto equilibrio, le tre grandi forme di sostenibilità: economica, sociale e ambientale (ESG) e per questo, oltre al ruolo dell’innovazione tecnologica, serve continuare a confermare in ogni sede una completa e profonda fiducia nella scienza.

Imprese, innovazione e sostenibilità

Nella seconda tavola Camilla Lumelli, Vicepresidente Cantina Ferrari di Trento, ha sottolineato la propria esperienza nei progetti di Intelligenza artificiale, in particolare come supporto alla valutazione qualitativa del prodotto e come strumento per potenziare e migliorare la componente gestionale. Lumelli ha osservato come il digitale, grazie agli strumenti dell’agricoltura di precisione, permetta di georeferenziare un grande patrimonio di informazioni e su questa base, abilita processi di aggregazione dei dati di imprese agricole di piccole dimensioni. Su queste basi l’azienda ha dato vita a due sperimentazioni: in vigneto e in cantina, entrambe finalizzate a fornire supporto nella valutazione della qualità del prodotto e dei processi, con benefici importanti nella gestione aziendale e nella sua competitività.

Marco Beghini, Direttore globale sostenibilità Barilla, ha ricordato come i sistemi di supporto alle decisioni (DSS) stiano svolgendo un ruolo chiave anche nella gestione sostenibile delle imprese. Grazie ai dati e alla crescita della conoscenza, si possono applicare principi guida come quelli previsti dal Barilla Sustainable Model per agire con precisione su diversi fattori come lo sviluppo varietale, la gestione dei disciplinari, la tracciabilità o la stessa rendicontazione. Il direttore globale sostenibilità Barilla ha messo in evidenza quanto sia importante misurare i risultati sul campo in termini ad esempio di qualità del suolo e di biodiversità, anche per poter attuare forme di agricoltura rigenerativa o per adempiere in modo completo e preciso alle normative.

Marco Caprai, CEO azienda agricola Arnaldo Caprai, Viticoltore in Montefalco ha spiegato come il percorso verso la sostenibilità sia da intendere anche come un percorso di conoscenza. L’azienda sorge e si sviluppa con un concetto distrettuale dove il fattore di sviluppo è rappresentato dalla capacità di generare e condividere conoscenza e know how anche con l’utilizzo di tecnologie innovative che aiutano a indirizzare percorsi di agricoltura sostenibile. L’azienda agricola Arnaldo Caprai ha iniziato a lavorare sulle varietà per poi dare vita a una academy aziendale con la quale si sono seguite anche attività di R&D. Con diverse esperienze nel solco della creazione di conoscenza, Caprai ha richiamato anche la necessità di contaminarsi con l’industria, con chi dispone di grandi risorse, di capacità e di visione e ha concluso ricordando che serve un contoterzismo ancora più sviluppato e moderno in grado di utilizzare le tecnologie, anche quelle più innovative, e di portarne i benefici nelle imprese agricole.

Pier Maria Saccani, Direttore generale Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana, ha parlato di un approccio particolare all’innovazione da parte di una produzione tipica, unica nel suo genere e caratterizzata da una filiera a sua volta con caratteristiche uniche, come quella del latte di bufala. Saccani ha ricordato che a questa filiera è stata richiesta una tracciabilità completa e dettagliata: dal singolo animale sino al prodotto finito. Questo adempimento ha richiesto uno sforzo enorme, ma ha messo a disposizione un grande patrimonio di dati e un’attenzione speciale nell’utilizzo delle tecnologie. Saccani ha citato a questo proposito la sperimentazione avviata per utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento di indagine per cercare e identificare chi vuole imitare i prodotti tutelati dal consorzio. L’AI è addestrata per analizzare le tantissime fonti nelle quali sono presenti prodotti o proposte commerciali che cercano di competere in modo sleale e fornire indicazioni su come agire. Un ulteriore esempio di come il rapporto con il digitale stia cambiando l’operatività del consorzio arriva dal sistema di implementazione della tracciabilità composto da sensori presenti negli impianti zootecnici, nei mezzi di trasporto del latte e negli stabilimenti di produzione, che permette di conoscere, con analisi quasi in real time (ogni 30 secondi), la quantità di latte prodotto e la sua qualità.

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