AgriAcademy è un programma di formazione e accelerazione di impresa promosso dal Mipaaft e sviluppato da Ismea. Ha coinvolto da giugno a novembre 2018, 200 giovani imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia e selezionati tramite il bando “Promuovere lo spirito e la cultura d’impresa” mutuando dinamiche e metodologie di lavoro dall’ecosistema delle start up più innovative.
La cerimonia di chiusura tenuta a Roma ha ospitato una tavola rotonda tra docenti, innovatori, giovani imprenditori agricoli e stakeholder, moderata da Federico Quaranta. Un’occasione per fare il punto sul ruolo dei giovani e dell’innovazione nel settore primario italiano, alla luce delle sfide globali di sicurezza alimentare e consumo sostenibile delle risorse che l’agricoltura dovrà affrontare da qui ai prossimi anni.
A premiare i vincitori di AgriAcademy, il Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole Alessandra Pesce. Gli speaker dei tre gruppi hanno avuto modo di presentare i loro progetti davanti a rappresentanti dei Fondi di investimento intervenuti alla giornata.
“L‘Italia è uno dei paesi all’avanguardia nella ricerca e nell’innovazione nell’agricoltura e nell’agroalimentare – ha dichiarato il Sottosegretario – la vera questione oggi è riuscire a creare maggiori legami tra domanda e offerta di innovazioni e proporre modelli di trasferimento tecnologico a misura delle piccole aziende, ancora oggi maggiormente rappresentative del nostro tessuto produttivo.”
Agricoltura 4.0: non solo formazione
Quello della formazione è un tassello aggiuntivo alla gamma di servizi che ISMEA mette a disposizione dei giovani imprenditori agricoli, come le agevolazioni per l’acquisto dei terreni, i mutui a tasso zero per i progetti di sviluppo aziendale e la Banca Nazionale della Terre Agricole. Negli ultimi anni si assiste a un’inversione di tendenza: un ritorno delle nuove generazioni in campagna. Spesso si tratta di laureati ad alto tasso hi-tech e con una spiccata propensione all’internazionalizzazione e questo richiede un adeguamento anche dell’offerta formativa verso tematiche e strumenti al passo con tempi.
AgriAcademy ha visto la partecipazione di professionisti del settore agrifood e docenti di primo piano dell’Università di Brescia, Politecnico di Milano, Sapienza di Roma e Università del Sannio. La formazione è stata affiancata anche da momenti di condivisione delle esperienze guidati da Vazz’app, hub di innovazione sociale noto per il format delle “contadinner” mentre lo sviluppo dei prototipi dei progetti è stato realizzato sotto la guida di RuralHack, un team di esperti in innovazione sociale e tecnologica.
Le tappe di AgriAcademy
Roma, Bologna e Bari sono state le città prescelte per questa iniziativa itinerante che si è articolata in tre momenti distinti:
- una prima sessione di formazione intensiva con lezioni frontali e attività di networking su innovazione, marketing e internazionalizzazione;
- una fase di accelerazione delle idee di business dal taglio pratico, che ha messo alla prova i ragazzi sullo sviluppo delle competenze acquisite attraverso idee progettuali concrete;
- una sorta di Hackathon tra imprenditori agricoli per 12 concept, presentate dai ragazzi (4 per ciascuna città) e selezionate dai giovani stessi, che ha portato alla sviluppo di veri e propri prototipi di progetto;
- un’attività di coaching da parte di professionisti dell’innovazione in agricoltura per il concreto avviamento dei tre progetti più convincenti.
Vincitori dell’edizione 2018
Roma: ComBEEnazioni. Un sistema di monitoraggio dell’ambiente realizzato attraverso tecnologie che analizzano le api, i loro prodotti e l’alveare, per proporre una certificazione “a norma di api”. È una sorta di “bandiera blu” del territorio che va oltre la certificazione del bio e viene decretata da queste sentinelle della qualità ambientale. Qualsiasi soggetto territoriale collettivo (GAL, Gac, Flag…) può dotarsi di questo sistema e, se la sua zona risulta pulita, può beneficiare del bollino “approvato dalle api” con la licenza di poterlo trasferire a tutte le aziende produttrici della stessa area. Il miele prodotto dalle “api certificatrici” finisce in vasetti che, mediante un QRCode, consentono di monitorare i dati locali in tempo reale.
Nato da un’idea di Milena Zarbà di Bergamo e sviluppato con il contributo di Sergio Fronteddu e Giuseppina Solinas (Nuoro), Antonello Garra (Pescara), Rocco Vallorani (Ascoli Piceno), Luca Rando (Padova), Michele Aliotta (Catania).
Bologna: DolimiTEAS. Un brand di tisane e preparazioni erboristiche che trae la sua distintività dal contesto territoriale in cui è inserito: la Val di Fassa, una delle destinazioni montane più note e apprezzate in Italia. Il progetto si rivolge a chi visita le Dolomiti con eventi come la raccolta delle erbe ed esperienze in campo che fidelizzano all’acquisto del prodotto sul sito una volta tornati a casa. Ma la vera novità del progetto risiede nella possibilità per l’utente, tramite una piattaforma ad hoc, di connettere il proprio dispositivo wearable e di costruire la sua preparazione galenica o erboristica su misura in base ai dati del proprio stato di salute.
DolomiTEAS è un progetto firmato da Nadia Laura Pitto e realizzato con il contributo di Paolo Maria Mosca e Lorenzo Ceruti (Vercelli), Liam Fenner (Trento) Mario Parente (Caserta), Immacolata Migliaccio (Caserta), Giuseppe Vignola (Matera), Philippe Breintenberger (Treviso), Andrea Zanotti (Mantova), Mario Costanzo (Messina), Cecilia Fierli (Siena).
Bari: B-LAND. Vivi la terra, sostieni il territorio è l’idea di realizzazione di un hub che raggruppa aziende diverse per offrire prodotti e servizi per turisti giovani e tecnologici che cercano esperienze di vacanza personalizzate attraverso i social. Degustazioni, visite guidate, didattica e percorsi gastronomici, attraverso una piattaforma web che offre un assistente virtuale per viaggi. Questi sono centrati sul territorio campano e pugliese e costruiti sulle caratteristiche del cliente, sulle sue preferenze e gusti che derivano dal sistema di profilazione. Il progetto ha una forte caratterizzazione sociale e prevede che una parte dei ricavi dell’attività venga devoluta alla riqualificazione del territorio. Le attività di riqualificazione e l’offerta dei viaggi potranno essere seguite attraverso la realtà aumentata disponibile grazie a un’app innovativa applicata al turismo.
B-Land è stato presentato da Nadia Savino di Avellino e arricchito dal lavoro del team composto da Marco Bellè (Messina), Angelo Santoro (Bari), Alessia Ametta, Manuela Ariano e Sabino Ammollo (Foggia), Luca Vita (Roma), Vincenzo Cori (Teramo), Giovanni Pirillo e Salvatore Angelica (Reggio Calabria) e Damiano Cracolici (Palermo).