Ai sensi delle norme UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato il regime italiano da 1,2 miliardi di euro, stanziati nell’ambito del PNRR e destinati a incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici nel settore agricolo. Il regime per il fotovoltaico agricolo, valido fino al 30 giugno 2026, ha l’obiettivo di incoraggiare gli investimenti delle imprese agricole, agroalimentari e agroindustriali nelle energie rinnovabili, che gioveranno sia alla competitività del settore agricolo italiano che all’obiettivo di contribuire all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici tramite la promozione dell’energia sostenibile e dell’efficienza energetica, principio cardine del Green Deal europeo.
Energie rinnovabili: gli effetti positivi sul clima
Il sostegno al fotovoltaico agricolo, concesso tramite il regime approvato, si traduce in sovvenzioni dirette fino al 90% dei costi di investimento ammissibili: i beneficiari potranno investire in capacità fotovoltaiche non eccedenti il proprio fabbisogno energetico, per cui i contributi saranno soggetti a massimali in funzione della capacità dell’impianto fotovoltaico. Gli aiuti saranno finanziati con il Recovery Fund europeo (RRF – Dispositivo per la ripresa e la resilienza), a seguito della valutazione positiva della Commissione e del Consiglio UE delle misure previste nel PNRR italiano.
Nello specifico, la Commissione ha constatato che il regime: ha un “effetto di incentivazione” in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti nel fotovoltaico agricolo nella stessa misura in assenza dell’aiuto, ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE.
In particolare: è necessario e appropriato per garantire una crescita sostenibile del settore agricolo, è proporzionato in quanto eventuali effetti negativi sulla concorrenza e sugli scambi nell’UE saranno limitati, considerando le dimensioni dei progetti, gli importi degli aiuti e le caratteristiche del settore; migliora la competitività del settore agricolo e ha effetti positivi sul clima, in quanto incoraggia gli operatori a utilizzare energie rinnovabili anziché fossili.
Il provvedimento italiano è inoltre in linea con gli obiettivi di sviluppo rurale dell’UE (miglioramento della competitività dell’agricoltura, gestione sostenibile delle risorse naturali e dell’azione climatica, sviluppo territoriale equilibrato delle aree rurali) e con le direttrici strategiche individuate da Bruxelles per la transizione ecologica.
1,5 miliardi di euro dalla misura PNRR “Parco Agrisolare”
L’Italia è tra i paesi europei con il più alto consumo diretto di energia nella produzione alimentare (terza dopo Francia e Germania). I costi energetici totali rappresentano oltre il 20% dei costi variabili per le aziende agricole, con percentuali più elevate per alcuni sottosettori produttivi.
Nella Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile“, l’investimento 2.2 “Parco Agrisolare” del PNRR prevede il sostegno agli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori, arrivando a una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw.
Il 28 giugno 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministeriale del 25/03/2022 firmato dal Ministro Stefano Patuanelli, che fornisce le direttive necessarie all’avvio della misura “Parco Agrisolare”, a cui sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro a valere sui fondi del PNRR. A distanza di un anno dal primo bando pubblicato nel 2022 e dalle risorse residue del precedente decreto, ha preso le mosse il secondo (Bando Parco Agrisolare 2023) che ricalca il precedente (con qualche differenza) e prevede: un raddoppio della potenza di picco massima installabile che passa da 500 a 1000 kWp; un raddoppio della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica che passa da 50 mila a 100 mila euro.
Agroenergie: l’ostacolo più grande è la burocrazia
Nonostante, secondo gli ultimi dati del GSE (Gestore Servizi Energetici), nei primi 3 mesi del 2023 è proseguito il trend di crescita sostenuta del comparto fotovoltaico osservato nel corso del 2022 con circa 1.329.000 impianti (+8,4% rispetto alla fine del 2022) in esercizio, per una potenza complessiva superiore a 26 GW (poco meno di 1,1 GW incrementali rispetto alla fine del 2022, per una variazione pari a +4,4%), dei gigawatt complessivamente prodotti, solo il 10% è generato dal settore agricolo.
Nel contesto del terzo incontro “Economia Sotto l’Ombrellone” a Lignano Pineta (UD) (le cui evidenze possono essere desunte da questo servizio), esperti e imprenditori hanno discusso dell’importante contributo che agroenergie, fotovoltaico e agrivoltaico possono fornire al futuro energetico e agricolo dell’Italia. Basterebbe destinare una piccola percentuale dei terreni agricoli, circa il 5%, alla produzione di energia rinnovabile per traguardare gli obiettivi di neutralità carbonica europei entro il 2050.
Una allocazione che avrebbe un impatto trascurabile sulla produzione alimentare nazionale e che consentirebbe agli agricoltori di recuperare una parte degli oltre 3,5 milioni di ettari (su circa 16milioni totali) teoricamente coltivabili, oggi però incolti e abbandonati.
L’agrivoltaico emerge come particolarmente promettente perché tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici verticali sui campi agricoli, consente la coesistenza sullo stesso terreno delle coltivazioni e della produzione di energia, con una paragonabile a quella dei panelli messi a terra o installati sui tetti.
Nonostante le tecnologie siano disponibili e in miglioramento costante, il settore si scontra con la complessità normativa e burocratica. L’incertezza nelle normative, i tempi stretti dei bandi e la lentezza burocratica ostacolano l’espansione delle energie verdi, tra cui il fotovoltaico e le biomasse. Anche l’obiettivo di finanziamenti a fondo perduto per impianti di biometano è rallentato dai vincoli temporali e dalla pesante burocrazia.
Gli esperti sostengono che l’Italia potrebbe raggiungere obiettivi ambiziosi, come una produzione di biometano corrispondente al 30% del gas consumato nel paese, se le normative fossero semplificate e le tempistiche riviste. Inoltre, le energie rinnovabili possono collaborare con l’agricoltura anche in casi particolarmente eccezionali. Ad esempio, gli impianti a biomasse potrebbero sfruttare coltivazioni danneggiate irreparabilmente a causa di eventi meteo estremi, creando vantaggi per entrambi i settori.
I vantaggi economici e ambientali del fotovoltaico agricolo
L’installazione di pannelli fotovoltaici nel settore agricolo può generare numerosi vantaggi economici e ambientali, contribuendo alla sostenibilità delle attività agricole e alla riduzione dell’impatto ambientale complessivo, allineando il settore primario agli obiettivi del Green Deal.
Anzitutto, l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici può essere utilizzata per alimentare le operazioni agricole, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica tradizionale e abbassando i costi energetici a lungo termine. Gli agricoltori possono vendere l’energia in eccesso prodotta dai loro pannelli fotovoltaici alla rete elettrica nazionale o locale, guadagnando un reddito aggiuntivo attraverso il meccanismo di incentivazione all’iniezione di energia nella rete.
Utilizzando i pannelli fotovoltaici per soddisfare le esigenze energetiche delle attività agricole, si riducono le emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di combustibili fossili, traendo energia solare, una fonte pulita e rinnovabile. Inoltre, l’energia solare non richiede grandi quantità d’acqua per la produzione, a differenza di alcune fonti energetiche tradizionali che possono richiedere un uso intensivo della risorsa idrica. Per questi motivi, l’energia solare può essere parte integrante di una strategia più ampia per la sostenibilità agricola, contribuendo a una gestione responsabile delle risorse naturali.
Via libera dall’UE all’incremento della dotazione per il fotovoltaico agricolo
Recentemente la Commissione europea ha approvato l’ampliamento del budget del regime italiano destinato a incentivare gli investimenti nel fotovoltaico agricolo che resterà attivo fino al 31 dicembre 2026. Questo programma, che ora può contare su una dotazione complessiva di 1,6 miliardi di euro, riflette l’impegno dell’Italia e dell’Unione Europea verso una transizione energetica verde.
La Commissione ha valutato il programma modificato alla luce delle direttive sugli aiuti di Stato, in particolare l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Questo articolo permette agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di attività economiche specifiche, purché tali misure siano necessarie, adeguate e proporzionate. La Commissione ha concluso che il regime italiano soddisfa questi criteri, garantendo che l’intervento pubblico non distorca indebitamente la concorrenza nel mercato interno.
Inoltre, il programma non si limita a promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici, ma mira anche a favorire un utilizzo più efficiente delle risorse energetiche nelle aree rurali. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui molte aziende agricole potrebbero non avere le risorse finanziarie per investire autonomamente in tecnologie avanzate. Attraverso questo regime, le aziende possono beneficiare di sostegni economici che riducono i costi iniziali e accelerano il ritorno sugli investimenti, rendendo le energie rinnovabili più accessibili.
Articolo aggiornato al 24 agosto 2024