Da diversi anni viviamo una situazione paradossale, da una parte il cibo viene mitizzato e celebrato, con un fiorire di trasmissioni televisive e iniziative speciali, dall’altra la realtà ci espone una situazione di una food supply chain in grave difficoltà che non appare in grado di sostenere la crescita del pianeta. Almeno non alle condizioni attuali.
La pressione a cui è sottoposta la catena alimentare, con la necessità quotidiana di “sfamare” una popolazione in costante sviluppo, con esigenze a loro volta in crescita disordinata, sta amplificando due grandi ordini di problematiche: la sostenibilità del sistema alimentare da una parte e i temi della food security dall’altra. Lo stress che devono affrontare i sistemi di produzione agroalimentare, spesso sottodimensionati rispetto ai volumi di produzione a cui devono rispondere sta rendendo ancora più fragile l’equilibrio tra capacità produttiva, sostenibilità e sicurezza alimentare.
Non ci può essere una vera sostenibilità se non c’è food security
Appare evidente che la spinta alla crescita in termini di volumi di produzione pone prima di tutto un tema drammatico in termini di gestione delle risorse, ma più ancora pone un grande tema di qualità dei prodotti e di sicurezza dei prodotti stessi. Il ripensamento delle food supply chain e la loro stessa trasformazione deve oggi più che mai partire dalla necessità di garantire prima di tutto la sicurezza delle materie prime e degli alimenti, diversamente si corre il gravissimo rischio di “compromettere” il sistema agroalimentare.
Il Global Food Security Index (GFSI) dell’Economist Intelligence Unit (EIU), realizzato con la collaborazione di Corteva Agriscience ci dice purtroppo che la situazione della sicurezza nella Food Chain Agroalimentare ha vissuto e sta vivendo grandi criticità in termini di food security che sono state amplificate dalle conseguenze della pandemia Covid19.
La sicurezza alimentare mondiale in peggioramento per il secondo anno
Il GFSI 2020 focalizza l’attenzione sulla sicurezza alimentare sotto diverse prospettive:
- la gestione delle risorse naturali,
- l’impatto ambientale,
- le problematiche legate alla disuguaglianza economica e di reddito,
- le criticità legate alla disparità di genere.
E il Global Food Security Index nell’edizione 2020 mette in evidenza purtroppo che la sicurezza alimentare mondiale è diminuita per il secondo anno di seguito.
Un rapporto sempre più stretto tra food security e risk management: aumenta la “volatilità”
Il report dell’Economist Intelligent Unit mette anche in evidenza che le criticità legate alla volatilità della produzione agricola in Europa, una evoluzione che è superiore alla media mondiale. La quantità di variabili che incidono sulla produzione, a partire da fattori come il climate change crea una instabilità che rende sempre più difficile attivare forme di programmazione a livello di forniture alimentari costanti. Nel perimetro del Vecchio Continente paesi come Serbia, Slovacchia e Norvegia soffrono poi di una maggiore volatilità in termini di produzione agricola.
I temi della sicurezza alimentare a livello di mercati e di imprese sono sempre più strettamente connessi con quelli del risk management. I fattori che incidono sulla qualità e sullo “stato di salute” dei prodotti agroalimentari sono sempre più numerosi e sono soggetti a variazioni sempre più intense e repentine. La capacità previsionale relativa a questi fattori ha una incidenza diretta sulla capacità produttiva dei paesi e naturalmente sulla qualità della produzione. In particolare, la risposta alla sicurezza alimentare dovrebbe arrivare da infrastrutture e soluzioni tecniche più efficienti anche e soprattutto nella capacità di disporre e gestire dati in grado di mitigare preventivamente i vecchi e i nuovi rischi.
In questo senso un ruolo sempre più importante sarà svolto dalle soluzioni e dalle prospettive legate all’Agricoltura 4.0, al precision farming, all’introduzione di soluzioni e sistemi in grado gestire le tante variabili che incidono quotidianamente sulla capacità produttiva dei sistemi agricoli e sulla sicurezza e qualità dei prodotti.
La food security sempre più in stretta relazione con la gestione delle risorse naturali e con la resilienza
Rispetto alle tradizionali grandi categorie che caratterizzavano il Global Food Security Index negli anni scorsi: Affordability, Availability, Quality and Safety si è aggiunta quest’anno la quarta dimensione della Natural Resources & Resilience. Questo ingresso ha permesso di monitorare la resilienza dei sistemi alimentari in rapporto ai cambiamenti climatici. E i principali segnali che emergono da questa dimensione attengono a fattori come i le probabilità di rischi legati ad eventi catastrofici, le dimensioni e l’amplificazione di questi eventi legata a fattori come la concentrazione della popolazione in grandi aree urbane e la crescita in generale della popolazione. Sulla base di questa specifica “rilettura” della sicurezza alimentare in stretta relazione con il risk management ambientale e sociodemografico pone l’Europa in una situazione di criticità. Il report mette in evidenza che a causa della dipendenza dalle importazioni di tanti generi alimentari o tante materie prime la food supply chain dell’Europa presenta da una parte rischi maggiori rispetto alla media, ma mostra peraltro anche una maggiore consapevolezza in termini di attivismo, di azione e impegno politico nella ricerca di soluzioni nei confronti dei cambiamenti climatici.
Resta nello stesso tempo il tema critico di una flessione nell’impegno generale a livello mondiale sui temi della sicurezza alimentare e le enormi criticità poste dall’emergenza Covid-19 hanno in molti casi defocalizzato l’attenzione delle tematiche della food security. al contrario per molte imprese del settore agroalimentare i temi e i focus della sicurezza del food sono sempre più correlati ai temi della sostenibilità con logiche di business ispirate ai criteri ESG.
Food security in Europa: bene per accessibilità, male per la pressione legata al Covid-19
Il sistema alimentare europeo benché sotto pressione, anche in ragione delle difficoltà create dal Covid-19 resta al primo posto per quanto riguarda i fattori che determinano l’accessibilità a prodotti alimentari sicuri mentre è al secondo posto in assoluto nella classifica globale. La maggior parte dei paesi europei hanno sviluppato e hanno in corso programmi di sicurezza alimentare. Purtroppo, la pandemia ha avuto un impatto pesante sulle forniture alimentari in Europa, ha causato numerosi problemi a livello di supply chain globali e ha messo in difficoltà la disponibilità di molti beni per una serie di ragioni anche legate alla gestione della forza lavoro. Non ultimo il Global Food Security Index (leggi anche il servizio su Global Food Security Index: come misurare sicurezza e resilienza del cibo) ha messo in evidenza che il sistema alimentare del Vecchio Continente ha dovuto affrontare anche una serie di cambiamenti legati al comportamento dei consumatori e dei mercati. Ci sono state fasi in cui i consumatori finali hanno richiesto beni in quantità ampiamente maggiore alle normali necessità con cambiamenti radicali nei canali di vendita che hanno imposto alle supply chain di gestire brusche frenate su tutto il mondo HoReCa e ospitalità in concomitanze con altrettanto brusche accelerazioni a livello di canali retail.
La sicurezza alimentare Italiana nella parte alta della classifica
In questa importantissima classifica l’Italia gioca la sua partita. Il punteggio complessivo per il nostro paese nella media di tutte le variabili è di 76,6 su una “pagella” che copre uno spettro variabile da 1 a 100. Ma il valore del nostro paese si evidenzia sui temi dell’accessibilità che arriva a 89,90 punti, e su quelli della qualità e della sicurezza, che arrivano a quota 88.