Le etichette alimentari rivestono un ruolo importante per la sicurezza del consumatore. Infatti, una normativa europea entrata in vigore nel 2018 impone che riporti precise informazioni inerenti alla filiera, dall’origine del prodotto sino al centro di distribuzione, ai valori nutrizionali, alla presenza di eventuali allergeni e anche alla data di scadenza.
Da sottolineare che la nuova normativa europea arriva a coinvolgere addirittura ristoranti, fast food e bar, che hanno l’obbligo di etichettare le materie prime alimentari utilizzate per preparare il prodotto finito. In primis per tracciare la data di ricezione e correlare i documenti di consegna. Nel caso di prodotti congelati o conservati in frigorifero è necessario, non appena se ne inizia l’utilizzo, riportare, mediante etichetta, la data di scadenza. Questo per garantire che siano completamente utilizzati nei tempi previsti.
Insomma, le etichette alimentari svolgono un compito cruciale e i dati imposti dalla normativa non solo non devono mai mancare, ma nemmeno devono essere illeggibili perché l’etichetta si è deteriorata a causa delle temperature e dell’umidità degli ambienti all’interno dei quali vengono trasportati e conservati i cibi. Per la loro stampa devono essere, quindi, seguiti alcuni accorgimenti.
Un’etichetta ricca di informazioni che non ammette errori
“Negli ultimi periodi c’è stata una crescita sensibile della domanda di stampanti per etichette alimentari – ha affermato Stefan Dawid Director SPS & Public Administration, Sales Services & Solutions di Brother Italia –. Probabilmente dovuta all’introduzione della normativa. Il settore della food delivery è certamente in espansione e la direttiva della normativa è precisa e, se non si rispetta quanto imposto, le sanzioni sono significative”. Si parla, infatti, di sanzioni fino a 24.000 euro.
Nasce quindi il problema di stampare un’etichetta ricca di informazioni e che non ammette errori in un ambito un po’ particolare, cioè dove la stampa viene solitamente effettuata da operatori che non sono esperti di tecnologia e che nel loro ambiente non dispongono di un personal computer o tablet.
Brother ha risolto questo problema attraverso una soluzione che consente di automatizzare il processo di stampa delle scadenze. Non solo. Nel caso di un negozio o un punto vendita dove vengono preparati cibi che prevedono più ingredienti è possibile memorizzare direttamente a bordo della stampante il database di tali ingredienti e avere quindi, per ogni specifico cibo preparato, la stampa dell’etichetta corrispondente che riporta gli ingredienti, la data di scadenza e l’eventuale presenza di allergeni. E tutto questo in modalità standalone, cioè senza dover avere un PC collegato.
Tutto in automatico
“Le nostre stampanti per le etichette alimentari si connettono in rete e sono dotate di una memoria, capacità elaborativa, tastierino e di uno schermo LCD – ha sottolineato Stefan Dawid –. Possono perciò conservare al loro interno il database degli ingredienti usati per i diversi tipi di alimenti prodotti, che viene scaricato dal server centrale. Quando l’operatore deve stampare l’etichetta di un determinato alimento compone il numero di codice corrispondente sul tastierino e ottiene la stampa immediata dell’etichetta con tutto il dettaglio relativo a quell’alimento”.
L’etichetta contiene anche la data di scadenza. Questa è stabilita, a partire dal momento in cui viene prodotto o confezionato l’alimento, attraverso un Real Time Clock presente nella macchina. In pratica, assieme al database degli ingredienti, è possibile memorizzare anche entro quanti giorni l’alimento prodotto deve essere consumato. Così, quando viene digitato il codice di tale alimento, la stampante automaticamente calcola quando sarà la data di scadenza e la inserisce tra i dati presenti nell’etichetta.
“Le stampanti indirizzate alla produzione di etichette alimentari – ha precisato Stefan Dawid – sono di dimensioni molto compatte e basate sulla tecnologia di stampa termica e impiegano carta non trattata. Con l’adozione di opportuna tipologia di etichette rende le stampe resistenti ad abrasioni e umidità e ne consente l’impiego anche a basse temperature, come quelle usate per conservare i cibi. Inoltre le etichette Brother, non contengono bisfenolo-A, una sostanza chimica frequentemente usata nella fabbricazione di etichette: potenzialmente nociva, il suo uso è stato fortemente limitato da recenti normative EU. Per questo motivo, le etichette Brother sono adatte all’utilizzo nel settore alimentare”.
La stampa in mobilità
Una declinazione dello stesso metodo di stampa solitamente si impiega quando è necessario estrarre da un magazzino o da una cella frigorifera dei prodotti. “Anche in questo caso c’è bisogno di avere un’etichetta che indica una scadenza – ha sottolineato Stefan Dawid – perché si sta prendendo qualcosa che probabilmente abbandonerà il magazzino o non sarà più rimesso nella cella frigorifera. In tale situazione, solitamente c’è l’esigenza di operare in mobilità e si possono dunque utilizzare stampanti termiche portatili alle quali viene collegato un classico lettore barcode o terminale da magazzino, tipicamente tramite in Bluetooth. Nel momento in cui si prende il prodotto e si legge il suo barcode, dal database precaricato nella stampante sono estratti i dati per produrre l’etichetta corrispondente, con tutte le informazioni necessarie e la giusta data di scadenza”.
Supporti diversi dalla carta ed etichette personalizzate
Assieme alle macchine standalone, un’altra opzione per stampare etichette alimentari è quella di usare stampanti industriali collegate alla rete aziendale o direttamente. “Si tratta di stampanti a Trasferimento termico e dunque aumentano la versatilità – ha dichiarato Stefan Dawid – e può essere prodotta un’ampia gamma di tipologie di etichette, impiegando supporti che vanno oltre la semplice carta, come per esempio materiali plastici. È possibile persino produrre etichette argentate. Con tali materiali vengono usate colle adeguate che consentano di resistere alle condizioni di temperatura e umidità richieste per lo specifico prodotto al quale vengono applicate.”
Queste etichette particolari trovano applicazione per esempio sulla frutta esotica e possono avere anche forme particolari. “La possibilità di stampare in etichetta dati variabili quali serializzazione o date differenzia queste etichette da quelle applicate usualmente sui prodotti che hanno meramente una funzione di branding, come per esempio le mele – ha evidenziato Stefan Dawid –, che possono essere realizzate in tipografia”.
Il software che fa la differenza
Un ruolo importante lo riveste anche il software, che è in dotazione con molte delle stampanti (anche standalone) e che consente sia di creare il database per produrre i testi delle etichette sia di disegnare il layout. “È poi la macchina a generare autonomamente codici a barre o QRcode – ha concluso Stefan Dawid –. In questo modo, implementare la tracciabilità diventa molto facile. Non solo. È possibile anche utilizzare il QRcode p.e. per fornire al consumatore informazioni utili ulteriori mediante link a pagina web dedicata del produttore; informazioni che non potrebbero essere comunicate nello spazio limitato dell’etichetta”.