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ECO-READY, dati e AI per la sicurezza alimentare in Europa



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Finanziato da Horizon Europe con oltre 14milioni di euro, il progetto introduce un sistema di monitoraggio in tempo reale per rafforzare la sicurezza alimentare europea, con il supporto di ENEA e altri partner istituzionali

Pubblicato il 31 gen 2025



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La crescente frequenza di eventi meteorologici estremi, la perdita di biodiversità e l’aumento della pressione sulle risorse naturali richiedono azioni rapide e concertate per proteggere e sostenere le risorse agroalimentari. È in questo contesto che nasce il progetto europeo ECO-READY, iniziativa sostenuta dal Programma Horizon Europe con un finanziamento di oltre 14 milioni di euro, che si pone come obiettivo l’implementazione di un sistema di sorveglianza in tempo reale per la sicurezza alimentare.

Attraverso una piattaforma elettronica e un’applicazione mobile, ECO-READY mira a coinvolgere cittadini, scienziati e decisori politici in un dialogo continuo basato su dati aggiornati e solidi. Solo con un approccio integrato e basato su evidenze scientifiche possiamo infatti sperare di affrontare efficacemente le sfide del nostro tempo e garantire un futuro prospero e sostenibile per le generazioni future.

Climate change, food security e biodiversity

ENEA è uno dei partner del progetto e insieme ad altre istituzioni europee, tra cui Confagricoltura in Italia, ha condotto un’analisi sistematica di tutti i documenti di politiche europee riguardanti i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e la biodiversità. Questi documenti sono usati come riferimento nelle diverse misure legislative e sono stati confrontati con i dati scientifici più recenti per identificare gli strumenti più efficaci per favorire la transizione verso la sostenibilità della filiera agroalimentare europea.

“I risultati del nostro studio evidenziano i progressi compiuti dall’Unione europea in aree come la promozione dell’agricoltura sostenibile e della biodiversità grazie alle politiche messe in atto in questo ultimo decennio come il Green Deal, il Farm to Fork e la Politica Agricola Comune (PAC). Ma, al contempo, fanno emergere punti di debolezza che suggeriscono di rafforzare la sicurezza alimentare attraverso l’elaborazione di politiche Ue supportate sempre di più da solide evidenze scientifiche sullo stretto legame tra cambiamenti climatici, biodiversità e sistema agricolo” spiega la referente ENEA del progetto ECO-READY Annamaria Bevivino, ricercatrice della Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili.

Le politiche Ue hanno bisogno di dati scientifici trasparenti

È necessario favorire una maggiore trasparenza e disponibilità dei dati scientifici nella definizione delle politiche europee per contribuire a migliorare l’efficacia delle misure esistenti.

“Dalla nostra ricerca emerge anche l’urgente necessità di strumenti di monitoraggio in tempo reale per garantire la sicurezza alimentare e di modelli di scenario che tengano conto della complessità delle condizioni tecniche, economiche e sociali per progettare soluzioni su misura per il complesso sistema agroalimentare europeo – aggiunge Bevivino – Il coinvolgimento di diversi stakeholder, attraverso un’attività di Scoping Group per favorire il dialogo con i principali decisori politici, professionisti dell’industria alimentare, agricoltori, consumatori, associazioni regionali, ONG ambientali, imprese agroalimentari, ha permesso di raccogliere feedback e rafforzare il legame tra dati e politiche, fornendo spunti di riflessione per colmare le lacune dei dati e migliorare la rilevanza delle politiche europee prosegue la ricercatrice.

Il ruolo di IoT e AI per l’adattamento climatico

Lo studio ENEA incoraggia poi l’adozione di Internet of Things (IoT) e Intelligenza Artificiale (AI) al fine migliorare la sostenibilità delle pratiche agricole e contribuire al raggiungimento della sicurezza alimentare. Un esempio tangibile è l’agricoltura di precisione che si serve di tecnologie avanzate come GPS e analisi dei dati per ottimizzare la produzione agricola riducendo l’impatto sulle risorse idriche.

Ma anche l’utilizzo di microrganismi benefici, come funghi e batteri che fissano l’azoto atmosferico, solubilizzano il fosforo e riducono il solfato, consentendo di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici. “L’uso strategico di questi microrganismi in agricoltura potrebbe, quindi, mantenere la produttività e la stabilità anche in condizioni avverse, migliorando l’adattabilità delle pratiche agricole ai cambiamenti climatici”, conclude Bevivino.

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