Diverfarming: sistemi di coltivazione diversificati per un’agricoltura più sostenibile e rigenerativa

Lo scopo del progetto con un team di ricerca composto composto dalla Wageningen University nei Paesi Bassi, dall’Università di Tuscia in Italia, e dal Barilla Sustainable Farming Group è sviluppare e testare sistemi di coltivazione diversificati secondo pratiche a basso input, per aumentare la produttività del terreno e la qualità delle colture, ottimizzando l’utilizzo di risorse come fertilizzanti, pesticidi, energia e acqua

Pubblicato il 01 Giu 2020

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Diverfarming è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea del valore di quasi 10 milioni di euro che si propone di sviluppare e testare sistemi di coltivazione diversificati (rotazioni, colture multiple e intercrops per alimenti, mangimi e prodotti industriali) con l’obiettivo di aumentare la produttività del suolo e la qualità delle colture, riducendo al contempo l’uso di macchinari, fertilizzanti, pesticidi, energia e acqua nel segno delle prospettive legate al Piano Green Deal. Accanto a 40 istituti in otto paesi diversi, collabora anche l’Università di Exeter Business School, nel Devon (sud-ovest dell’Inghilterra). Alla guida c’è l’Università Politecnica di Cartagena in Spagna.

Per implementare in modo efficace la rotazione delle colture e le pratiche di agricoltura sostenibile, Exeter ha dimostrato, come spiega Stefano Pascucci, Professore di Sostenibilità ed Economia Circolare che dovrebbero essere messi in atto due livelli di contatto:

  • il primo specifico per gli agricoltori
  • il secondo tra le parti interessate all’interno di un partenariato.

Infatti: “Avere due livelli rende ogni contratto meno complicato e più facile da seguire per tutte le parti coinvolte. Con questo tipo di partnership multi-stakeholder, si può ottenere un sistema agricolo più sostenibile e rigenerativo in tutta Europa.”

Un approccio a due livelli per un sistema agricolo sostenibile e rigenerativo

Il team di ricerca composto anche dalla Wageningen University nei Paesi Bassi, dall’Università di Tuscia in Italia, e il Barilla Sustainable Farming Group, promuove una partnership tra i partner della filiera per adottare e diffondere pratiche sostenibili e raccomanda un approccio a due livelli per implementare il sistema di rotazione delle colture che cicli le colture di grano, la barbabietola da zucchero, i semi di colza e il girasole.

Il primo livello è un contratto per coinvolgere gli agricoltori e sensibilizzarli ai benefici della diversificazione delle colture, comprese le pratiche di rotazione come prezzo, quantità, qualità, numero di anni e luoghi. Il secondo si riferisce alla collaborazione tra le parti interessate nel partenariato che cerca di integrare le loro catene di approvvigionamento e sviluppare dei contratti che possono essere offerti agli agricoltori.

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