Il cibo ha vissuto in pochi decenni una straordinaria e radicale trasformazione culturale. Pur restando, naturalmente e sostanzialmente, un bisogno primario fondamentale entra ormai costantemente nelle nostre vite attraverso molteplici forme: come una modalità di affermazione dello status sociale, come strumento per influenzare o condizionare scelte legate alla salute e al benessere, oppure, più semplicemente, per migliorare la forma fisica, o l’estetica. Resta in ogni caso naturalmente e sempre il principale veicolo di socializzazione, ma anche su questo tema c’è stata una evoluzione e il cibo è adesso “sul tavolo” non solo per essere mangiato e gustato, ma anche per stare al centro della conversazione.
Questa straordinaria evoluzione è stata sostenuta e accompagnata da tanti fenomeni che l’hanno resa possibile, primo fra tutti il ruolo dell’innovazione tecnologica e del digitale. La ricchezza di innovazioni che arriva dalle tante startup che lavorano sul food e dall’applicazione della digital transformation al mondo agricolo non ha eguali. Sono così tante le dimensioni in cui questa evoluzione si sta esprimendo e sono così tante le prospettive di sviluppo che sono state aperte che si può ben parlare di una nuova fase, quasi rivoluzionaria, per il settore primario.
Una fase nella quale si fondono i temi della sostenibilità ambientale e alimentare con la necessità di sfamare una popolazione in costante crescita, i temi geopolitici con tensioni e conflitti che si ripercuotono anche sulla capacità produttiva, che hanno stravolto le catene di fornitura del mondo agroalimentare, e poi le drammatiche sperequazioni che dividono paesi nei quali si lotta per la sopravvivenza e paesi nei quali, al contrario, si deve contrastare un consumo irrazionale e la piaga drammatica dello spreco alimentare, per arrivare poi ai rischi per la sicurezza alimentare sempre più difficili da controllare.
Il romanzo “Foodtechnocracy: il contrappasso” è in fase di prevendita e chi volesse conoscere meglio il testo, l’autore e prenotare una copia può farlo da QUI.
Tante dimensioni che sono abilitate dalla tecnologia e dal digitale: dai dati primariamente, come strumenti di conoscenza che permettono di avere oggi una chiara consapevolezza di come si produce e di come si consuma il cibo che prima non potevamo avere; così come non potevamo avere quella capacità di trasformazione culturale e di rivoluzionare abitudini e comportamenti che la tecnologia sta mettendo nelle “mani” del cibo.
Foodtechnocracy: il contrappasso
Il rapporto tra innovazione e cibo è oggi tutto questo, ma come ci suggerisce Antonio Iannone, figura di riferimento negli ambiti dell’innovazione per il mondo dell’agricoltura e del food, attivo nella ricerca, nella comunicazione e nell’insegnamento (con un corso nella ESCP School di Parigi n.d.r.), c’è una dimensione che non è ancora stata indagata e che permette di leggere il rapporto con il mondo food da una ulteriore, affascinante, prospettiva.
Con Foodtechnocracy: il contrappasso, opera prima di Iannone, il cibo, nella sue dimensioni della produzione e del consumo, diventa anche uno strumento politico, figlio di una innovazione tecnologia che sembra sfuggita di mano o che forse, più probabilmente, è stata stravolta e sfruttata per fini assai diversi da quelli per cui è stata generata.
In questo primo romanzo, attualmente in fase di prevendita Iannone suggerisce di aprire una nuova pagina che non abbiamo mai considerato prima e ci invita a guardare al cibo come a un veicolo di trasformazione politica, come uno strumento di controllo. Una chiave di lettura sorretta da un soggetto che, pur partendo dalla fantasia dell’autore, conduce verso una riflessione originale del mondo food e della potenza trasformativa dell’innovazione nel momento in cui si salda con una dimensione sociale e politica.
Dall’agricoltura 4.0 alla Tecnocrazia del food: l’agrifood innovation verso il mainstream
Aiutare un comparto ricchissimo di potenzialità, alimentare il dibattito e alzare il livello di attenzione del mainstream verso il foodtech: per Iannone questa prima opera, concepita per svilupparsi in forma di trilogia, è un modo per superare le barriere che ancora tendono a considerare le potenzialità di un fenomeno come può essere ad esempio l’agricoltura 4.0 e tante altre forma di innovazione del food alla stregua di innovazioni e fenomeni di nicchia.
E chissà come la pensa Giuseppe Fabbri, protagonista di “Foodtechnocracy: il contrappasso” imprenditore agroalimentare nel settore della carne che, nell’ambiziosa ricerca di ricchezza e potere, si ritrova proiettato in un futuro e in una realtà che ha forse contribuito a creare con una innovazione che voleva sfidare la natura.
Una realtà nella quale adesso non si ritrova più, né per la sua cultura di imprenditore e nemmeno per le forme di controllo, di manipolazione della volontà e di rigorosa e brutale stratificazione sociale. Una società nella quale le proteine sono vietate, dove una misteriosa multinazionale del foodtech, con un altrettanto misterioso strumento di coercizione denominato CAMP (Comitato dell’Amicizia per un Mondo Perfetto), esercita una sorta di potere assoluto attraverso innovazione e forme distopiche di alimentazione.
Una innovazione stravolta genera una realtà irriconoscibile
Iannone disegna tre livelli sociali, delle vere e proprie caste dove l’accesso al cibo e l’alimentazione svolgono un ruolo determinante. Costretto a vivere nel livello più basso, senza potersi cibare di carne, ovvero l’alimento con cui aveva costruito la propria fortuna, il protagonista scoprirà che la realtà nella quale è approdato è stata costruita proprio grazie al proprio esperimento e all’innovazione nella quale aveva a suo tempo creduto, ma che è stata poi distorta e sfruttata. Sente il peso di questa responsabilità e sceglie di reagire unendosi a quegli abitanti che hanno cercato di mantenere un legame tradizionale con il cibo e si sono trasformati loro malgrado in sovversivi.
Un viaggio tutto da scoprire nel rapporto tra foodtech, tecnologia, aspirazioni, ambizioni e capacità di leggere la realtà con consapevolezza per arrivare a correggere i propri errori.
“Foodtechnocracy: il contrappasso” è in prevendita: per conoscere meglio il testo, l’autore e per prenotare una copia vai QUI.