Si rafforzano gli strumenti normativi contro gli illeciti agroalimentari quali frodi, contraffazioni e agropiraterie. Al Consiglio dei ministri, è stato approvato il disegno di legge sui reati agroalimentari che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Una soddisfazione per il presidente Ettore Prandini considerando che il volume d’affari annuale del business delle agromafie ha raggiunto i 24,5 miliardi e le norme che disciplinano questi reati risalgono agli inizi del 1900.
L’obiettivo è garantire la massima protezione alla filiera alimentare dal momento della produzione a quello del commercio, sia a tutela del consumatore che delle eccellenze nazionali Made in Italy. Infatti, le agromafie non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini aggiunge che “L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguita anche attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone”.
Coldiretti spiega che le mafie operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiani alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea. Ma viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto anche compromettendo la qualità e la sicurezza dei prodotti Made in Italy.