Nel 2021 si è registrato un record storico nel volume di affari per quanto riguarda l’export agroalimentare: il valore totale delle esportazioni italiane di cibi e bevande ha raggiunto quota 52 miliardi di euro. Si tratta della cifra più alta mai raggiunta, con un aumento del +11% rispetto all’anno precedente. Per l’export nazionale complessivo il rimbalzo risulta ancora maggiore (+18,2%), dopo la forte battuta d’arresto subita nel 2020. Lo rilevano Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo-alimentare) e Coldiretti sui nuovi dati Istat.
A concorrere al risultato sono soprattutto le esportazioni dell’industria alimentare (+11,6%); segno positivo anche per la componente agricola (+8,8%). Contestualmente, nell’anno appena trascorso le importazioni agroalimentari registrano una crescita di quasi il 12% sul 2020, raggiungendo un valore di oltre 48 miliardi. Per effetto di queste dinamiche la bilancia commerciale del settore si conferma, oltre che in attivo, in ulteriore miglioramento nel 2021.
Il Belpaese si distingue in Europa per l’agricoltura sostenibile
Per l’alimentare si tratta di un successo che deriva – sottolinea Coldiretti – dalla aumentata ricerca di gratificazione a tavola nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e i lockdown della ristorazione che hanno pesantemente colpito tutti i continenti. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha provocato anche una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea.
Il Belpaese – continua la Coldiretti – è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.
E poi, alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80 mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.
Vino in testa alle esportazioni, la Germania al primo posto tra gli importatori
In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari nazionali, c’è il vino che nel 2021 sfonda per la prima volta il muro dei 7 miliardi di euro in valore con un vero boom per gli spumanti italiani che fanno registrare una esplosione delle richieste dall’estero con un aumento addirittura del 23% in valore.
Tra i principali clienti del tricolore a tavola ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto con un incremento del 15%, ma positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di Italian food con un incremento del 9%, e in Francia (+8%) che è stabile al terzo posto mentre al quarto c’è la Gran Bretagna dove però le vendite sono stagnanti a causa delle difficoltà legate alla Brexit, tra le procedure doganali e l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Fra gli altri mercati, si segnala la crescita del 16% nonostante le tensioni internazionali in quello russo e del 27% su quello cinese.
Modernizzare la logistica nazionale per sostenere il trend di crescita e fermare il rincaro energetico
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini che sottolinea l’importanza di cogliere l’opportunità del PNRR per modernizzare la logistica nazionale.
Una necessità di fronte ai rincari energetici che colpiscono anche benzina e gasolio per i trasporti riducendo la competitività delle imprese italiane sui mercati esteri. Basti ricordare che l’Italia ha un costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia e la Germania, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est, secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.
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