Case Study: Consorzio Franciacorta. L’aumento della resa con il sistema di monitoraggio intelligente

Pubblicato il 28 Apr 2021

Barbara Righini

Giornalista

Immagine da Shutterstock

I Big Data sono sempre più centrali anche nei processi decisionali che guidano le scelte di agronomi e imprenditori agricoli. Questo è importante soprattutto quando si tratta di ottimizzare la gestione aziendale, l’utilizzo degli input agronomici e di incrementare rese e qualità.

La strategia aziendale data driven dunque entra oggi anche nelle aziende agricole. L’agricoltura di precisione si sta facendo strada dimostrando che è vantaggiosa sia per la sostenibilità ambientale sia per quella economica. Raccogliere i dati in campo e valorizzarli, trasformandoli in informazioni che guidino poi le scelte, porta a ottenere risultati positivi in termini quantitativi e qualitativi.

Il Consorzio Franciacorta, che vanta un territorio vitato di 3229 ettari situati in provincia di Brescia, ha deciso di implementare le soluzioni agritech di A2A Smart City. Ha così potuto ridurre fitofarmaci, fertilizzanti e utilizzo dell’acqua ottenendo allo stesso tempo un aumento della resa agricola e del grado zuccherino delle uve.

Dati al servizio della viticoltura

La viticoltura di precisione è stata recentemente introdotta in Italia e solo negli ultimi anni si sta diffondendo. Si basa sulla raccolta di dati in campo tramite sensori, sulla loro organizzazione che porta poi a decisioni agronomiche ponderate, spesso rese più semplici dal supporto di DSS, software decisionali che forniscono consigli sulla base di algoritmi intelligenti. Se la non uniformità di condizioni microclimatiche e di suolo, come struttura e composizione, è vera per ogni campo e ha un peso nella coltivazione di ogni coltura, in viticoltura i differenti suoli, la diversa esposizione, le differenti condizioni meteo giocano un ruolo ancora più importante nell’ottenere un vino che abbia determinate caratteristiche. La diversità può essere una ricchezza, e prendere decisioni parametrate sulla specifica situazione, in un determinato momento e in una certa area del vitigno, è fondamentale per indirizzare il risultato lì dove il viticoltore vuole.

I dati che servono possono essere acquisiti in molti modi, con sensori posti in campo, da capannine meteo, attraverso sistemi di acquisizioni di immagini, per esempio da satellite o da drone o tramite tool come possono essere gli smartphone. Ad aiutare il viticoltore ci sono i DSS che organizzano e interpretano i dati comunicando poi il risultato tramite interfacce semplici, inviando allerta che anticipano emergenze fitosanitarie o idriche. Proprio un DSS, Vite.net dell’azienda Horta, spin-off dell’Università Cattolica, è collegato alla soluzione agritech che A2A Smart City ha studiato per il Consorzio Franciacorta in partnership con un’altra azienda, Pessl Instruments.

Il Consorzio Franciacorta si affida ad A2A Smart City

Il progetto Franciacorta è partito nel 2019 e ha coinvolto 20 cantine del Consorzio. Il monitoraggio meteo è effettuato tramite 39 capannine sparse in tutto il territorio. “Il Consorzio Franciacorta – ha raccontato Elisabetta Rizzi, Sviluppo Commerciale di Smart Land di A2A Smart City – aveva la necessità di creare una situazione uniforme fra i vari consociati. Alcune cantine avevano bisogno di monitorare meglio il territorio. Sono stati posizionati nuovi sensori e messi in rete quelli che già erano presenti nei territori delle cantine con lo scopo di prendere decisioni mirate riguardo a trattamenti e interventi agronomici da fare. Il sistema infatti utilizza una piattaforma di elaborazione dati e servizi come questo sono particolarmente indicati per realtà aggregate, come possono essere appunto i consorzi o le organizzazioni dei produttori, o le cooperative. L’ente che aggrega può infatti creare un sistema integrato per i consociati”.

Il sistema di A2A Smart City implementato dal Consorzio Franciacorta prevede l’utilizzo oltre che di capannine meteo anche di sonde nel terreno, a diverse profondità, e di tensiometri. Vengono fornite ai tecnici della Cantina informazioni relative alle fasi fenologiche della vite e, tramite monitoraggio, si prevengono avversità come peronospora, oidio, botrite e in generale malattie fungine. I dati acquisiti vengono valorizzati tramite modelli matematici che tengono conto delle specifiche caratteristiche delle singole varietà di vite impiantate.

Il monitoraggio dei dati ambientali e del suolo è continuo e trasmesso in tempo reale: “I sensori sono in rete e i dati vengono trasmessi tramite protocollo LoRaWan. È una rete particolarmente abilitante per i servizi IoT, è affidabile e in grado di gestire in continuità il dato. L’installazione è leggera e copre una vasta quantità di territorio, ha bassi consumi di batterie, inoltre, utilizzando onde radio per trasmettere, evita l’utilizzo di Sim. È poi un protocollo particolarmente sicuro perché il dato trasmesso è criptato”, ha detto Ilaria Locatelli, ingegnere e Specialist in soluzioni Smart Land di A2A Smart City.

Guida pratica alla Smart Agriculture

Risultati tangibili in un anno di tempo

Operativo da poco più di due anni, il progetto ha dato risultati da subito: è stato ridotto l’uso di fitofarmaci, a seconda dei casi, fra il 20 e il 40%, sono stati impiegati meno fertilizzanti e meno risorse idriche (riduzione di circa il 30%) mentre è stato possibile, avendo sempre tutti i parametri sotto controllo, mantenere l’utilizzo del rame sotto 4Kg a ettaro all’anno. Un limite restrittivo stabilito dall’Unione Europea che gli agricoltori conoscono bene.

Il Consorzio Franciacorta ha quindi beneficiato di un aiuto sulla strada della sostenibilità intrapresa, senza dover rinunciare alla resa. Anzi, un altro risultato è stato proprio l’aumento delle rese (+10/12%), contemporaneamente a un beneficio in termini di qualità: +5/7% di grado zuccherino. “I risultati del Consorzio Franciacorta – ha detto ancora Elisabetta Rizzi – sono arrivati in tempi relativamente brevi. Da sottolineare poi che lavorare utilizzando sensori, capannine meteo, sonde e un DSS diventa fondamentale quando si tratta di dimostrare l’aderenza ai disciplinari o quando si pensa di utilizzare la blockchain in chiave di tracciabilità. Il dato rilevato è infatti comprovato, certificabile e non alterabile. Dati di questo tipo sono alla base degli smart contract e testimoniano la volontà di trasparenza verso il consumatore”.

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