Imprese, startup, centri di ricerca e università che lavorano insieme per portare l’innovazione nella filiera agricola, una delle eccellenze del Made in Italy su cui il Paese ha tutte le carte in regola per distinguersi sui mercati internazionali e di sfruttare al massimo i propri margini di crescita, utilizzando le tecnologie più avanzate per spingere sulla sostenibilità e rinnovare il rapporto con il consumatore finale grazie alla trasparenza. E’ l’obiettivo del Campus Peroni, che proprio in questi giorni taglia il traguardo del primo anno di attività, e che ha deciso di celebrare il momento con un convegno che ha riunito a Roma tutti gli attori della filiera, alla presenza della ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, di Marco Bellezza, consigliere giuridico presso il ministero dello Sviluppo economico e il Gianluca di Ascenzo, presidente di Codacons.
“L’eccellenza italiana dalla filiera agricola al consumatore: la trasformazione digitale per scelte consapevoli”: questo il titolo dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi all’Hotel Plaza di Roma, pensato come occasione per discutere e confrontarsi sull’evoluzione che l’innovazione tecnologica apporta alla filiera agricola e sui benefici che genera in termini di competitività economica e sostenibilità ambientale.
“La tracciabilità e la trasparenza della filiera produttiva sono la nostra priorità – dice Federico Sannella, direttore delle Relazioni esterne di Birra Peroni – Campus Peroni è un luogo di condivisione di intenti, di interessi e di risorse che può contribuire in termini di sistema all’evoluzione del comparto agricolo e cerealicolo italiano. È un luogo aperto alla creazione di partnership che possano contribuire a innovare nel settore agricolo. Uno dei compiti fondamentali di Campus è quello di anticipare i tempi e guardare al futuro per illustrare alla filiera quali sono le tematiche trasversali che influiranno e influenzeranno il settore e incideranno sulla qualità delle materie prime e del Made in Italy”.
Cos’è il Campus Peroni
Il centro nasce dalla collaborazione tra Birra Peroni, Saplo, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), e i dipartimenti di scienze agrarie degli Atenei di Teramo, Perugia, Firenze, Tuscia, Padova e Salerno. L’obiettivo dell’iniziativa, che fa dell’open innovation uno dei propri caratteri distintivi, è di riunire in un unico luogo gli attori principali che ruotano attorno alla filiera agricola, senza distinzioni di dimensioni, sostenere la cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo, promuovendo iniziative di formazione dedicate sia agli studenti delle università coinvolte sia agli imprenditori agricoli della filiera Birra Peroni, impegnati nella produzione della migliore qualità di orzo da birra.
Teresa Bellanova: “La nuova sfida è il patto tra imprese e consumatori consapevoli”
Sul concetto di alleanza tra imprese e consumatori consapevoli ha insistito nel suo intervento la ministra Bellanova, che ha voluto sottolineare come proprio l’iniziativa di Birra Peroni sia una dimostrazione dei passi in avanti che il Paese sta facendo: “Che Birra Peroni, marchio di famiglia per molti italiani, si presenti come un’azienda attenta alla filiera credo sia un passaggio in qualche modo storico – afferma il ministro – Che si presenti dicendo che la sua birra è il frutto del lavoro di 1.500 agricoltori è positivo, e mi piace sottolineare anche che sia stato individuato subito l’alleato con cui stringere un patto: il consumatore consapevole. Questa è la nostra sfida comune. Lavorare bene con la filiera e informare il consumatore che con i suoi acquisti fin grado di completare e influenzare la filiera: per questo è giusto che abbia la piena coscienza dei passaggi e del valore del lavoro che c’è dietro a un prodotto”.
Enrico Galasso: “Impegnati a rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori”
A tracciare le priorità strategiche dell’azienda per i prossimi anni è Enrico Galasso (a destra nella foto), amministratore delegato di Birra Peroni, che punta l’attenzione sull’evoluzione del rapporto tra il brand e i consumatori: “Il mercato nel quale opera Birra Peroni è in costante evoluzione – afferma – segue le trasformazioni delle abitudini di consumo dei clienti che sono sempre più informati sulla qualità dei prodotti e sulle innovazioni aziendali. I prossimi anni saranno determinanti per rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori e quindi ai nuovi trend di mercato, continuando a produrre birre di eccellenza in modo sempre più trasparente e sostenibile”.
La filiera digitale e la sfida per la sostenibilità
Al centro della prima tavola rotonda del convengo ill ruolo della digital transformation per rinnovare il rapporto tra imprese e consumatori, ma anche per migliorare i propri processi di produzione, razionalizzando le spese e ottenendo performance nella direzione del rispetto per l’ambiente e della sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
A riassumere il concetto è Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: “L’agricoltura deve affrontare due sfide importanti per mantenere la sua competitività: da una parte ridurre i costi ed aumentare la redditività, dall’altra produrre di più, in modo sostenibile, e valorizzare maggiormente i propri prodotti, grazie ad esempio all’innovazione, in primo luogo quella digitale, ai satelliti e all’informatica. C’è però ancora molto da fare in termini organizzativi, infrastrutturali, di formazione e informazione e, soprattutto, di sostegno agli investimenti. Per questo occorre una vera e propria strategia nazionale sul digitale che preveda una sua specificità sull’agricoltura al fine di favorirne lo sviluppo”.
Al centro di questa roadmap di sviluppo c’è la formazione dell’agricoltore 4.0, come spiega Michele Pisante, docente presso l’università di Teramo e fondatore del Master Universitario sul precision farming: “Stiamo passando da una formazione generalista a una formazione specialistica, interdisciplinare e transdisciplinare – sottolinea – C’è bisogno di recuperare il divario formativo sui nuovi cambiamenti che l’agricoltura sta attraversando con il precision farming e l’agricoltura digitale – Non servono ingegneri o informatici in generale – conclude – ma ingegneri agronomi, che sappiano integrare competenze biologiche e agronomiche con quelle ingegneristiche e informatiche”.
A disposizione degli agricoltori per accompagnarli in questo processi di trasformazione ci sono ormai diversi strumenti, come quelli messi in campo da Horta, spin-off dell’università Cattolica. “Il sistema di supporto alle decisioni (Dss) orzobirra.net, in utilizzo nella filiera Peroni – spiega Pierluigi Meriggi, presidente di Horta – integra l’andamento meteorologico, lo sviluppo fenologico delle colture e i modelli previsionali che vengono da algoritmi matematici per fornire all’utente informazioni preziose per la gestione della coltura, dalla semina fino alla nutrizione e difesa della coltivazione”.
Ad affiancare gli agricoltori nel loro percorso di digitalizzazione e di indirizzo verso la sostenibilità ci sono ovviamente anche i produttori di veicoli, come Cnh Industrial, che è impegnata a produrre macchinari sempre meno impattanti dal punto di vista ambientale: “Nel settore dei carburanti agricoli – spiega Massimo Santori, a capo delle relazioni industriali dell’azienda- New Holland Agriculture ha recentemente lanciato il trattore alimentato a metano T6 Methane Power. Questo trattore, in grado di funzionare anche a biometano, è uno dei caposaldi del progetto di Azienda Agricola Energicamente Indipendente”.
Il ruolo del consumatore e delle sue scelte consapevoli
Smettendo per un momento i panni degli addetti ai lavori, e spostando il punto di vista utilizzando quello dei consumatori finali, il senso del discorso non cambia, dal momento che anche gli utenti si aspettano molto dagli strumenti digitali per rafforzare il proprio ruolo e la propria consapevolezza al momento di prendere le decisioni di acquisto, anche in termini di controlli di qualità e di “controllo della qualità – afferma Gianluca Di Ascenzo, presidente di Codacons – e fiducia ai consumatori sulla tracciabilità le caratteristiche dei prodotti”.
A illustrare il punto di vista dei produttori di tecnologie digitali è Antonio Sfameli – responsabile government & industry relations di Ericsson: “Il 5G – spiega – consentirà a molte industrie di accelerare il processo di trasformazione digitale e di lanciare nuovi servizi a beneficio dei propri clienti. Nell’industria alimentare il 5G permetterà agli utenti finali di vivere nuove esperienze di consumo e, insieme a tecnologie come cloud, IoT e blockchain, garantirà maggiore trasparenza e qualità a tutta la filiera”.
Grazie a queste innovazioni anche i consumatori sono destinati a diventare “smart”, e a premiare in modo sempre più deciso la trasparenza delle imprese: “Ci rivolgiamo a produttori, chef e ristoranti che, investendo nella trasparenza, decidono di fare un atto etico, volontario, a tutela della qualità e del consumo consapevole, e li coinvolgiamo in un ecosistema che valorizza le sinergie tra loro – spiega Virgilio Maretto, Ceo di pOsti, startup del settore food che valorizza i prodotti e le ricette tradizionali delle regioni italiane unendole a una narrazione e certificazione – Acquisiamo le informazioni più rilevanti della filiera, ne garantiamo l’autenticità attraverso la tracciabilità in blockchain e, con un’attività di content creation e storytelling, le rendiamo fruibili e trasparenti attraverso una customer experience personalizzata”.
Marco Bellezza: “Al lavoro per rafforzare gli incentivi”
Accanto ai protagonisti del settore impegnati nell’innovazione, un solo chiave è anche quello delle istituzioni, che dovrebbero fare in modo di modernizzare il sistema-Paese e mettere le basi perché nessuno rimanga indietro: “La valorizzazione delle filiere è uno degli obiettivi del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro Patuanelli – conclude Marco Bellezza, consigliere giuridico del ministero dello Sviluppo Economico per Telecomunicazioni e Innovazione Digitale – Stiamo lavorando per rafforzare gli incentivi dedicati alle filiere produttive e abbiamo avviato già da tempo con il Ministero le sperimentazioni per l’utilizzo delle tecnologie emergenti all’interno delle filiere, come la blockchain che consente di certificare i prodotti e le materie prime. Soprattutto nel settore agroalimentare è una tecnologia che può diventare fondamentale per proteggere il Made in Italy e per informare i consumatori sui prodotti che arrivano nelle loro tavole”.