Il mercato agricolo è quello maggiormente colpito dal cambiamento climatico. Nel 2022 i danni causati da eventi naturali – come la siccità – ammontavano a 6 miliardi di euro e secondo lo studio “Next level for Insurance SME segment: climate change & physical risks” (di cui sono state sintetizzate le principali evidenze QUI) realizzato da Crif, Red Risk e Qbe Italia col patrocinio dell’IIA – Italian Insurtech Association, le perdite cresceranno di circa l’8% al 2050. Aumentano i danni del climate change dunque, ma non di pari passo le coperture assicurative. L’Italia rispetto alla media dei principali paesi Ue, è fortemente sotto-assicurata.
Ad oggi solo il 10% degli attori italiani ha una polizza assicurativa (per un valore dei beni di 7 miliardi di euro, circa l’equivalente delle perdite dello scorso anno) e ad aggravare la situazione nel 2022 l’Associazione ha registrato un raddoppio dei tassi assicurativi rispetto al 2019, con un incremento che potrebbe arrivare al +25% entro il 2025. La conseguenza è chiara: se non si interviene a livello istituzionale con la defiscalizzazione e l’incentivazione, lo strumento assicurativo potrebbe non essere appetibile né per l’agricoltore, che lo vede come una tassa e basta, né per la compagnia assicurativa.
Tecnologie digitali per una gestione del rischio più mirata
Nei prossimi anni gli effetti del climate change saranno sempre più impattanti sul settore e se si pensa che filiere come quella vitivinicola, che sono punti di riferimento per il made in Italy, diventa chiara la necessità promuovere e allargare le partnership tra il mondo agricolo e quello assicurativo. In questo scenario tecnologie satellitari, Intelligenza Artificiale e Big Data giocano un ruolo molto importante per sviluppare proposte di protezione innovative, come polizze parametriche basate su dati meteorologici, e garantire la protezione del patrimonio agroalimentare italiano in maniere più semplice e immediata.
Una rivoluzione per il mondo agricolo e assicurativo
L’onboarding digitale può aumentare la penetrazione assicurativa, ottimizzare i processi, ridurre i costi di gestione dell’offerta sensibilizzando i player sull’importanza di assicurarsi contro questa tipologia di catastrofi e ridurre il gap con altri Paesi europei (in Germania il 70% degli agricoltori è attualmente assicurato almeno contro i danni da grandine) o gli USA (dove l’applicazione di tecnologie digitali permette agli agricoltori di monitorare in tempo reale eventuali rischi ambientali per i propri raccolti).