Probabilmente è difficile oggi pensare a una filiera più complessa e articolata di quella agro-alimentare.
È una filiera che esiste dalla notte dei tempi e che si è evoluta progressivamente fino a diventare, oggi, un sistema globalizzato e sempre più articolato, nel quale trova spazio un numero crescente di attori.
Già qualche anno fa, la Commissione Europea aveva redatto un documento dal titolo “You are part of the food chain – Key facts and figures on the food supply chain in the European Union” (Anche tu fai parte della catena alimentare – Fatti e cifre chiave sulla filiera alimentare nell’Unione europea), la cui premessa era inequivocabile: “Tutti partecipano alla catena alimentare. Anche se non sei direttamente coinvolto nella produzione, trasformazione o distribuzione del cibo, fai parte della catena alimentare come consumatore. Il cibo raggiunge i consumatori direttamente (attraverso gli acquisti effettuati direttamente dall’agricoltore) o tramite una serie di intermediari. Attività come la lavorazione di materie prime agricole, il controllo degli standard di sicurezza dei consumatori, l’imballaggio o le attività di trasporto aggiungono valore al cibo prima che questi venga venduto. La catena alimentare collega tutti gli attori del mercato coinvolti nella produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti ai consumatori. Il numero di attori nella catena alimentare varia notevolmente a ogni livello. Nell’UE, circa 12 milioni di aziende agricole producono prodotti agricoli destinati alla trasformazione da parte di circa 300 000 imprese dell’industria alimentare e delle bevande. I trasformatori alimentari vendono i loro prodotti attraverso i 2,8 milioni di imprese del settore della distribuzione alimentare e della ristorazione, che a loro volta forniscono cibo ai 500 milioni di consumatori dell’UE”.
Blockchain nella supply chain: perché gestire le informazioni è importante
I numeri qui citati rendono chiaramente l’idea di una filiera articolata e complessa nella quale la corretta gestione delle informazioni attraverso ogni attore e ogni passaggio può rappresentare una criticità.
Tra le preoccupazioni che affliggono i diversi attori delle supply chain dell’agrifood, un peso rilevante spetta sia alla mancanza di coordinamento nei diversi passaggi della filiera stessa sia alla mancanza di trasparenza, le cui conseguenze possono tradursi in seri problemi di sicurezza alimentare.
Non si tratta certo di una novità.
Da tempo ricercatori e analisti sottolineano la necessità di un forte coordinamento all’interno delle supply chain e in particolare di un controllo molto attento sui flussi informativi, per evitare da un lato problemi legati alla sicurezza e alla salubrità degli alimenti, dall’altro impatti pesanti sui costi di gestione.
È chiaro dunque che in questi ultimi anni siano cresciute in modo significativo le sperimentazioni e le applicazioni della blockchain, considerata uno degli strumenti più efficaci per aumentare la trasparenza e la tracciabilità all’interno delle diverse supply chain.
La blockchain nella supply chain dell’agrifood
Come abbiamo avuto modo di raccontare in altre occasioni, la blockchain è, in sintesi estrema, una piattaforma digitalizzata che archivia e verifica le transazioni tra gli utenti di un sistema. È un libro mastro condiviso in cui ogni singolo blocco rappresenta una transazione ed è decentralizzato, il che significa che tutti i membri del sistema ovvero tutti coloro che fanno parte della blockchain, possono accedervi. Ciascun blocco è univoco e corrisponde a una transazione specifica, che non può essere alterata, modificata o annullata.
L’inalterabilità del registro, di fatto, riduce la possibilità di corruzione.
La blockchain risolve uno dei problemi principali nelle supply chain dell’agrifood: costruire una base di consenso per informazioni sicure, eliminando tutte le possibili preoccupazioni rispetto a manomissioni o alterazioni.
Da questa premessa si capisce perché uno dei principali ambiti di applicazione delle blockchain riguarda il tracciamento dei prodotti a partire dall’origine e lungo l’intera catena di fornitura, fino al consumatore finale.
E non è un caso che in questi anni molte aziende del settore agroalimentare abbiano dato il via a numerosi progetti pilota per testare la tecnologia e le sue potenzialità: dall’olio al caffè, dal vino al formaggio…
Così come non è un caso che anche l’Italia, che sull’eccellenza del comparto agroalimentare basa il 12% del proprio PIL, sia spesso in prima fila in queste sperimentazioni.
Il parere della FAO
Interessante, a tal proposito, è anche il commento della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) a margine della presentazione dell’edizione 2020 del suo rapporto “Emerging Opportunities for the application of blockchain in the agri-food industry” (Opportunità emergenti dell’applicazione della blockchain all’industria agroalimentare): “I registri distribuiti (DLT) e gli smart contract offrono un’opportunità unica per portare maggiore efficienza, trasparenza e tracciabilità allo scambio di valore e informazioni nel settore agricolo. Utilizzando i record digitali, la crittografia e la disintermediazione dell’elaborazione delle transazioni e dell’archiviazione dei dati, le DLT possono migliorare sia le supply chain di approvvigionamento agricolo sia gli interventi di sviluppo rurale. La tecnologia ha il potenziale per semplificare e integrare le filiere agricole, migliorare la sicurezza alimentare, facilitare l’accesso al finanziamento del commercio e ad altri tipi di servizi finanziari destinati al settore agricolo, migliorare la trasparenza del mercato, fornire maggiore certezza giuridica ai sistemi di proprietà fondiaria e rafforzare la responsabilità per il rispetto delle norme internazionali e degli accordi relativi all’agricoltura. […] Nel complesso, i DLT possono essere un impulso per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG – Sustainable Development Goals)”.
La blockchain per contrastare le frodi e i rischi della filiera alimentare
La lunghezza e la complessità delle moderne supply chain del settore alimentare hanno di fatto creato una notevole distanza tra il consumatore e il produttore, rendendo difficile per i produttori rispondere direttamente al consumatore fugando le sue eventuali preoccupazioni riguardo al cibo.
In un sistema tradizionale, la maggior parte dei dati e delle informazioni viene controllata e gestita da terze parti e archiviata su carta o in un database centralizzato: uno scenario che lascia evidentemente maggiore spazio per le frodi alimentari.
È diventato un caso di scuola l’esempio di Walmart, che ancora tre anni fa decise di effettuare un test di tracciabilità sui manghi, arrivando a scoprire che era necessaria quasi una settimana – per la precisione 6 giorni, 18 ore e 26 minuti – per risalire all’esatta fattoria di produzione.
Utilizzando la tecnologia blockchain, le stesse informazioni potrebbero arrivare ai clienti entro pochi secondi – anche in questo caso 2,2, secondi per la precisione.
Al di là della relativa maturità della tecnologia, appare chiaro che le necessità di digitalizzazione, trasparenza, sicurezza della filiera agroalimentare trovino nella blockchain un valido alleato per il settore: uno strumento utile per gli attori della supply chain al fine di rendere i sistemi più trasparenti, le transazioni commerciali e i processi di conformità più efficienti e ridurre le complesse operazioni di tracciabilità.
La visione di Vodafone Business
La blockchain rappresenta probabilmente il tassello centrale di quell’articolato puzzle che va sotto il nome di smart agriculture.
Un settore che Vodafone Business da tempo supporta con una serie di tecnologie e soluzioni specifiche e con partnership che aiutano a mettere in luce le eccellenze locali e a farle crescere in un contesto sempre più competitivo. IoT e NB-IoT, App, sensori, connettività e blockchain sono alcune delle tecnologie che Vodafone Business mette in campo per migliorare coltivazioni, raccolta, tracciabilità di filiera, benessere animale.
Vodafone e la blockchain per le Cooperative Agroalimentari
È da leggersi alla luce di questo impegno anche l’accordo quadro siglato qualche tempo fa tra Vodafone e Alleanza Cooperative Agroalimentari, con l’obiettivo di offrire per l’appunto alle realtà associate un insieme di soluzioni, servizi e collaborazioni pensate proprio per promuovere l’innovazione nel settore agroalimentare. Si parla, per l’appunto, di app per smartphone e tablet, sensori per il controllo di parametri agroclimatici, sistemi informativi gestionali, tecnologie blockchain.
Sono realtà che guardano da tempo con interesse all’innovazione digitale, considerata la vera via per rispondere, ad esempio, alle crescenti richieste di sicurezza e trasparenza da parte dei consumatori. In quest’ottica, è chiaro che per riuscire a “rendicontare” in modo scrupoloso tutte le fasi di lavoro e tutti i passaggi che riguardano un prodotto dal campo alla tavola, l’unica risposta sia rappresentata dalla blockchain.
Come risultato, i consumatori, attraverso un’App per la lettura del QR code applicato sull’etichetta di uno specifico prodotto, hanno la possibilità di visualizzare tutte le informazioni che lo riguardano, dal campo nel quale è stato coltivato fino a tutti i metodi di lavorazione e trasformazione.
Dall’IoT ai sensori: è l’ora di Vodafone Smart Agricolture
Come accennato, non c’è solo la blockchain tra le leve tecnologiche che Vodafone Business rende disponibili agli attori delle filiere agroalimentari.
L’obiettivo di Vodafone Business è rendere disponibili soluzioni replicabili e scalabili che combinano connettività fissa e mobile, servizi IoT, Analytics e Cloud.
Sempre nel quadro della collaborazione con Alleanza Cooperative Agroalimentari, grazie all’IoT diventa possibile non solo monitorare tutte le fasi di produzione, ma mettere a valore i dati raccolti a beneficio di una maggiore qualità del prodotto finale.
In questo scenario, un ruolo importante spetta a Vodafone Business, con una piattaforma che sfrutta tutte le potenzialità della connettività della rete Vodafone, abilitando così un’attivazione e una distribuzione rapide di soluzioni IoT end-to-end ricche.
Le soluzioni Smart Agricolture riducono la complessità dei progetti IoT, rendendo una tecnologia alla portata di tutte le imprese, che possono sviluppare soluzioni per il monitoraggio di coltivazioni, raccolti, impianti di trasformazione e attori della distribuzione, garantendo quella qualità e quella sicurezza imprescindibili per chi opera nel settore agroalimentare.