Quotidianamente dobbiamo confrontarci, a livello di società planetaria, con i sempre più numerosi cambiamenti climatici in atto e con i rischi ad essi associati. Addetti ai lavori del settore agroalimentare, scienziati e politici denunciano coralmente la necessità di azioni urgenti per una produzione entro i limiti di sostenibilità del pianeta che comporterà, inevitabilmente, cambi di paradigma e la cosiddetta “grande trasformazione alimentare” entro il 2050. Ad oggi, i vari tentativi attuati per raggiungere una sinergia globale risultano inefficienti e insufficienti. Ne consegue che, per far fronte alle sfide contingenti, sia necessario utilizzare leve tecnologiche come la blockchain – coadiuvata dall’IoT e dall’intelligenza artificiale – per trasformare l’intera filiera alimentare in nome di una maggiore sostenibilità e, al contempo, raggiungere la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento, oltre a ridurre frodi alimentari e migliorare la sicurezza alimentare.
Blockchain e settore agroalimentare: trasparenza e semplificazione
La blockchain, se integrata con le ultime tecnologie IoT per l’acquisizione dei dati, ha un enorme potenziale nel settore agroalimentare. Se da un lato le soluzioni IoT collegano il mondo fisico e digitale, acquisendo dati come temperatura e umidità durante il trasporto o lo stoccaggio del prodotto, dall’altro lato la blockchain fornisce una piattaforma sicura e immutabile in cui questi dati possono essere archiviati e resi accessibili a ogni attore della catena di approvvigionamento.
Secondo l’ultimo rapporto della società americana Juniper Research, dal titolo “Key Vertical Opportunities, Trends & Challenges 2020-2030“, la blockchain, utilizzata con i sensori e i tracker IoT, sarà sempre più impiegata in campo agroalimentare garantendo diversi vantaggi, quali:
- una semplificazione della catena di approvvigionamento e una riduzione dei costi dei rivenditori
- una conformità normativa più snella
- un miglioramento delle tempistiche legate al processo di ritiro degli alimenti
- un considerevole risparmio in termini di frodi alimentari a livello globale, che si stima possa raggiungere l’ammontare di 31 miliardi di dollari entro il 2024.
Inoltre, secondo il documento politico del 2019 della FAO, le tecnologie blockchain contribuiranno a costruire un “contratto immutabile” tra i vari attori della catena di approvvigionamento, consentendo un’ulteriore trasparenza nel sistema.
Di fatto, attraverso i “contratti intelligenti” si può:
- ridurre il numero di intermediari nella rete della catena di approvvigionamento
- ridurre i costi di transazione
- migliorare i margini e aumentare l’efficienza; garantire il trasferimento di parte dei profitti all’agricoltore /produttore
Esempi di piattaforme blockchain nel settore agroalimentare nel mondo e in Italia
Da qualche anno, le big corporation del settore IT hanno iniziato a sviluppare piattaforme blockchain per il settore agroalimentare. Ne sono un esempio le piattaforme Food Trust e Watson di IBM, le piattaforme Leonardo di SAP che vengono abbinate all’utilizzo di soluzioni Track & Trace disponibili sul mercato, garantendo un monitoraggio lungo tutta la filiera. Vediamo di seguito alcuni esempi:
Nestlé – La collaborazione di Nestlé con OpenSc (società co-fondata da WWF e BCG Digital Ventures) è scaturita in una piattaforma blockchain in grado di tracciare il latte delle fattorie e dei produttori dalla Nuova Zelanda fino alle fabbriche e ai magazzini Nestlé in Medio Oriente, a testimonianza dell’impegno dell’azienda per la trasparenza. Di fatto, il colosso svizzero vuole che i propri consumatori prendano decisioni informate e, in quest’ottica, utilizza la tecnologia blockchain per condividere informazioni affidabili con gli stessi. Inoltre, dal 2017, Nestlé ha introdotto la piattaforma IBM Food Trust in grado di fornire tutte le informazioni relative ai prodotti tracciati.
Carrefour – Nel 2018 Carrefour è stato primo rivenditore europeo a introdurre blockchain per i prodotti alimentari, in particolare per i polli allevati all’aperto della linea Carrefour Quality Auvergne. Successivamente la tecnologia è stata estesa a uova, formaggio, latte, bistecca di manzo macinata, salmone, arance e pomodori. Carrefour ritiene che la tecnologia blockchain rivoluzionerà le sue catene di approvvigionamento e, a comprova di ciò, la sua nuova strategia si concentrerà sempre più sulla qualità e la trasparenza del cibo, fissando un obiettivo ambizioso per generare 5 miliardi di euro di vendite da alimenti biologici entro il 2022.
Cermaq Salmon e Labeyrie – Le due società, che commercializzano pesce, si sono unite per utilizzare la piattaforma IBM Food Trust e, grazie alla blockchain, sono in grado di fornire informazioni sul pesce in termini di origine, ora e data di schiusa, condizioni di riproduzione, durata, ora del trasferimento in acqua di mare, tipo di vaccinazione somministrata, ecc. In questo modo è possibile garantire la trasparenza del sistema di allevamento oltre a dare ai consumatori l’opportunità di accedere a tutte le informazioni importanti relative al prodotto, mediante la scansione del codice QR presente sulla confezione.
FoodChain – La società italiana, nata nel 2016, ha creato una piattaforma basata sulla tecnologia blockchain che permette di tracciare le materie e i prodotti alimentari lungo tutte le filiere produttive, rendendo i dati fruibili e condivisibili via web e mobile a chiunque intenda consultarli. La soluzione è verticalizzabile su qualsiasi filiera, attraverso codici univoci applicati ai prodotti, rendendo disponibili tutti i dati relativi alla filiera di produzione e distribuzione.
Barilla – Il produttore di pasta e food italiano ha collaborato con IBM per affrontare la trasparenza e la tracciabilità nel suo ciclo di produzione del pesto: dalla coltivazione, al trattamento, alla raccolta, fino al trasporto, allo stoccaggio, al controllo di qualità e infine alla distribuzione, tutti i dettagli sono tracciati e resi disponibili su un sistema di blockchain che il cliente può verificare scansionando il codice QR del pesto.
Wine Blockchain EY –EY Italia, in collaborazione con la startup EZ LAB e con la Cantina Volpone, ha sviluppato un progetto di blockchain a tutela dal made in Italy agroalimentare in grado di difendere la qualità colturale e offrire una soluzione di supporto alla trasparenza del ciclo produttivo. Di fatto, è la prima soluzione al mondo per la tracciabilità della filiera di produzione del vino: grazie all’utilizzo di un’etichetta intelligente, posta sulla bottiglia di vino, il consumatore verifica – tramite smartphone o altri mobile device – la “carta d’identità digitale” del prodotto, dalla proprietà all’intero processo di coltivazione, di produzione e di trasformazione del vino, fino alla sua distribuzione.
Blockchain nell’agroalimentare come leva anti frode, economica e sostenibile
La tecnologia di blockchain se da un lato può garantire la trasparenza, offrire un modo sicuro per tracciare e trasferire le risorse attraverso le catene di approvvigionamento e renderle meno opache, dall’altro lato può aiutare a mitigare i rischi di frode alimentare e sicurezza.
Considerando che un prodotto alimentare su dieci risulta adulterato o etichettato in modo errato, grazie a questa tecnologia i prodotti manomessi possono essere facilmente identificati e isolati, evitando costosi richiami generalizzati di prodotti. Di fatto, individuando i lotti contaminati, i prodotti sicuri possono essere conservati sugli scaffali dei negozi e non inviati alle discariche, riducendo, in questo modo, la quantità di rifiuti alimentari.
Vale la pena evidenziare che la blockchain comporta anche vantaggi economici, i.e. consente di accelerare le transazioni e altresì pagamenti più rapidi agli agricoltori e di prevenire la coercizione sui prezzi e i pagamenti retroattivi, comuni all’industria alimentare. Si ritiene, inoltre, che le dinamiche dell’industria alimentare – con l’introduzione della blockchain – sono destinate a mutare, dal momento che la nuova tecnologia potrebbe ridurre il potere delle multinazionali del settore food e delle GDO, che attualmente stabiliscono i prezzi, dettano le varietà dei prodotti e le specifiche di qualità. Di fatto, rimuovendo gli intermediari, i coltivatori possono stabilire rapporti diretti con i rivenditori, gli operatori della ristorazione ed i consumatori. Inoltre, si ritiene che saranno i piccoli produttori a trarre i maggiori benefici dalla tecnologia grazie a prezzi più equi ed a una base di clienti più ampia.
La più grande rivoluzione, tuttavia, avverrà a livello dei consumatori che – diventando sempre più esigenti quando acquistano prodotti alimentari e più attenti ai parametri di sostenibilità e ESG saranno in grado di accedere, grazie alla blockchain, ad informazioni sugli attributi ambientali, etici, sostenibili e di salute.
Esempi di blockchain finalizzate a progetti di sostenibilità
Il sistema dell’agroalimentare italiano ha preso ulteriormente consapevolezza del proprio ruolo strategico nell’economia del Paese e dell’ulteriore potenziale sviluppo “ecologico” grazie alle tecnologie di blockchain e IoT per promuovere la sostenibilità del settore. Tra gli esempi più interessanti segnaliamo:
Spesa Sospesa – Trattasi di un progetto nato a fine aprile 2020 e basato su un’innovativa piattaforma digitale di blockchain (Regusto – Foodchain) che consente l’acquisto, la vendita e la donazione di generi alimentari di prima necessità alle famiglie bisognose, garantendo massima tracciabilità e trasparenza dei flussi. Le imprese del settore agro-alimentare, le catene di distribuzione e i produttori locali vengono coinvolti a donare o vendere i propri prodotti a prezzi ridotti mettendo in atto valori quali: la trasparenza e tracciabilità e la Corporate Social Responsibility. Il progetto, come si legge sul sito, nato per l’emergenza del Covid-19, “unisce un modello virtuoso di economia circolare e un perfetto esempio di tecnologia al servizio delle persone” nel tentativo di “coinvolgere le aziende del settore agroalimentare dando loro nuove opportunità di mercato”. È doveroso ricordare che solo in Italia lo spreco alimentare annuo, a parte l’inquietante aspetto morale, risulta pari a 15 miliardi di euro, i.e. l’1% del PIL. La missione, quindi, è di prevenire e ridurre lo spreco del cibo.
Princes Industrie Alimentari – Nel primo semestre di quest’anno l’azienda foggiana – che si occupa della lavorazione di pomodori – ha avviato un progetto pilota in cooperazione con Coldiretti, utilizzando una piattaforma digitale basata sulla blockchain che è in grado di assicurare la tracciabilità dei prodotti, dalla raccolta alla lavorazione, fino alla consegna del prodotto finale al consumatore.
La blockchain è diventata strategica per l’azienda in quanto garantisce la sicurezza, l’efficienza e l’automazione delle transazioni e, soprattutto, la comprova che i fornitori di pomodoro abbiano rispettato i rigidi disciplinari richiesti in un’ottica di perseguimento della sostenibilità ambientale.
Blockchain: luci e ombre
La blockchain è certamente utilizzabile come soluzione tecnologica innovativa in quanto valorizza l’informazione a supporto delle transazioni e delle comunicazioni nell’ambito delle filiere agroalimentari. Tuttavia, dobbiamo ricordare che solo attraverso una corretta implementazione della tecnologia blockchain è possibile contribuire in maniera efficace alla valorizzazione del rapporto di fiducia fra le parti interessate (aziende, GDO, consumatori ed enti istituzionali preposti). Pertanto, la blockchain per il settore agroalimentare dovrebbe garantire:
- facilità di applicazione;
- flessibilità nel gestire informazioni diverse, molteplici, variabili nel tempo e in grado di supportare requisiti diversi a fronte delle esigenze dei clienti;
- accessibilità ai dati ai soli soggetti qualificati ed autorizzati dal capo-filiera (l’accesso alla blockchain deve essere deciso dal capo-filiera sia in termini di operatori autorizzati/qualificati sia in relazione alle informazioni visualizzabili);
- interoperabilità fra diverse blockchain in modo da garantire il “dialogo” con eventuali altre blockchain di clienti e fornitori;
- possibilità di acquisire informazioni dalle banche dati ufficiali (fascicolo aziendale, registro stalla, SIAN -Sistema Informativo Agricolo Nazionale, catasto terreni, ricetta elettronica etc.).
Grazie all’implementazione della blockchain possono essere conseguiti nel settore agroalimentare alcuni fondamentali obiettivi, quali:
- maggiore semplificazione e dematerializzazione della documentazione;
- mitigazione efficace del rischio di compliance e dei controlli ufficiali per le filiere (soprattutto per quanto riguarda il regolamento DOP/IGP);
- garanzia di semplificazione in termini di rapporti, gestione dei dati, evidenze con la GDO e distribuzione organizzata;
- strategico supporto alla comunicazione innovativa ed alla identificazione (anche in ottica anticontraffazione) dei prodotti;
- fondamentale supporto alla certificazione di parte terza e riorganizzazione delle attività di controlli di parte terza.
Purtroppo, ad oggi, molte informazioni pubbliche sono di difficile reperibilità e/o consultazione; ne consegue che le imprese sono costrette a mantenere la documentazione cartacea e, pertanto, sarebbe auspicabile che l’adozione della tecnologia blockchain – a livello di filiere agroalimentare – fosse parte integrante di una strategia maggiormente strutturata a livello Paese come è avvenuto in Germania con l’iniziativa Industrial Data Space.
Blockchain e agroalimentare: gestione dei rischi, della continuità operativa e della cybersecurity
La blockchain, come ogni nuova tecnologia presenta sfide e rischi che necessitano attenzione.
- “Fattore umano” – L’intersezione tra l’utente e la rete è l’endpoint più pericoloso che necessita l’implementazione di procedure ad hoc ed il training adeguato dei vari attori in modo da avere la necessaria cultura digitale e skill tecnici per operare consapevolmente e correttamente in ambiente blockchain e, di conseguenza, garantire la fondamentale fiducia tra i vari attori coinvolti.
- Garanzia di sicurezza tra le varie aziende parte della stessa blockchain – Diventa fondamentale per ogni azienda assicurarsi che gli altri partner della rete abbiano lo spazio, le risorse tecniche e il personale dedicato per mantenere la loro parte del “patto”.
- Necessario monitoraggio dei rischi intrinsechi alla nuova tecnologia blockchain & gestione di prodotti non “maturi” per il mercato – È necessario tenere in considerazione che l’incidenza di bug è molto frequente durante le prime fasi dell’evoluzione di qualsiasi tecnologia, pertanto anche la blockchain non ne è immune. Inoltre, gli utenti normalmente lamentano problemi di scalabilità, latenza e sicurezza, nonché registrazione, monitoraggio e generazione di numeri casuali errati. Pertanto, un accurato monitoraggio ed azioni di correzione e mitigazione dei rischi illustrati diventa di fondamentale importanza.
- Rischio di furto delle chiavi pubbliche e private da parte di hacker – Le chiavi devono essere archiviate al di fuori della blockchain, in modalità sicura in modo tale che non diventino bersaglio facile per gli hacker evitando di custodirle su post-it, computer o altri dispositivi di facile accesso in un’ottica di cyber security.
- Problemi di back-up dati e ripristino adeguati – L’adozione della tecnologia blockchain rende i contesti ancor più complessi; pertanto, è fondamentale garantire un ripristino di emergenza adeguato oltre a adottare le misure necessarie per ridurre i tempi di inattività che possono essere particolarmente pericolosi per gli elementi blockchain all’interno di un sistema, dal momento che uno dei vantaggi di questa tecnologia è l’alta disponibilità. Inoltre, un altro elemento critico della blockchain consiste nel risolvere la problematica del back-up dei dati dell’endpoint che possono risultare molto vulnerabili agli attacchi: i prodotti di sincronizzazione e/o di condivisione esistenti, normalmente, non sono stati progettati per proteggere sufficientemente i dati degli endpoint aziendali, quindi, diventa strategico garantirne il backup e creare una copia secondaria dei dati archiviati sui dispositivi endpoint (laptop, desktop e smartphone), rendendola recuperabile in caso di danneggiamento o perdita della copia primaria dei dati, in modo tale da garantire la continuità operativa.
- Valutazione attenta del contesto – Prima di adottare una tecnologia blockchain è fondamentale verificare l’ambiente in cui deve operare: essa risulta particolarmente efficace in un contesto peer-to-peer multi-party, ma potrebbe rivelarsi non idonea nel caso di singole aziende in cui la condivisione dei dati con altre entità non è importante. In tal caso, è preferibile optare per database per condividere le informazioni internamente.
Blockchain e crediti di carbonio
Un altro ambito nel quale si sviluppa il rapporto tra blockchain e sostenibilità è legato all’utilizzo della Blockchain per la gestione dei crediti di carbonio. La capacità della blockchain di consentire il coordinamento di utenti anche molto eterogenei e la possibilità di garantire con la massima affidabilità la proprietà di un bene sono i due fattori che permettono l’utilizzo della blockchain come piattaforma per la gestione dei crediti di carbonio.
Nello specifico si tratta di un caso d’uso attraverso il quale la blockchainpermette di legare un credido a un progetto. La blockchain offre una soluzione di certificazione sicura e verificabile a tutte le attività legate alla compensazione del carbonio come possono essere quelle legate al monitoraggio delle emissioni di gas serra di un’intera catena di approvvigionamento, La blockchain permette anche di gestire rapporti ambientali in grado di mostrare un registro delle emissioni di carbonio e dei crediti di carbonio.
Blockchain e agroalimentare: i punti qualificanti
La blockchain è una tecnologia promettente con innumerevoli vantaggi e, se utilizzata insieme all’IoT, permette di avere una catena di approvvigionamento alimentare trasparente, di ridurre le frodi alimentari e di costruire la fiducia dei consumatori. Tuttavia, lo sviluppo ulteriore di questa tecnologia potrà essere garantito solo se i vari attori del settore agroalimentare – i.e. i trasformatori alimentari, i partecipanti alla catena di approvvigionamento – saranno in grado di creare le sinergie necessarie con le autorità governative e gli esperti IT per costruire un piano completo di implementazione della blockchain a livello non solo nazionale ma anche europeo e globale.
Non dimentichiamo, inoltre, che l’utilizzo consapevole di questa tecnologia – pur considerando le luci e le ombre ad essa associate- può consentire alle aziende virtuose di migliorare i processi di produzione e distribuzione, fornendo al consumatore finale un prodotto migliore, di più alta qualità e che risponda meglio alle aspettative di trasparenza della tracciatura della filiera.
La blockchain può rivelarsi, altresì, una leva strategica per la riduzione degli sprechi alimentari e per una maggiore consapevolezza di quello che si consuma, dal momento che prodotti di qualità superiore impattano positivamente sulla salute dei consumatori e sulla loro qualità della vita.
Come evidenziato, questa tecnologia è in grado di fornire al consumatore indicatori in relazione non solo al rapporto qualità/prezzo, ma anche in funzione delle condizioni di allevamento degli animali, della sostenibilità del processo di produzione, del trattamento che viene riservato ai lavoratori della filiera, permettendogli di operare una scelta consapevole e sostenibile.
L’innovazione digitale è destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante e riconosciuto da parte degli operatori del settore agroalimentare, grazie alla capacità di rendere più efficienti le singole attività agricole e fungere da leva strategica in grado di garantire maggiore competitività al comparto nello scenario internazionale. Tuttavia, emergono alcune criticità – acuite ulteriormente dalla pandemia in corso – ovvero, che non si può più prescindere dall’implementazione dei principi di risk management & business continuity e cybersecurity, unitamente alla diffusione di un’adeguata cultura digitale e formazione del personale propedeutica all’acquisizione degli skill tecnici necessari per la gestione dei nuovi processi a fronte dell’implementazione della nuova tecnologia. Solo in questo modo sarà possibile agevolare il cambiamento in maniera strutturale e creare le condizioni favorevoli affinché si generi innovazione, ovvero, l’adozione consapevole della tecnologia, integrata con la società sotto il profilo etico, sociale, economico, ambientale e di sostenibilità.